Tutti gli Otello di Zeffirelli di Simonetta Robiony

Tutti gli Otello di Zeffirelli Cominciate da una settimana a Barletta le riprese del film-opera Tutti gli Otello di Zeffirelli «E' riduttivo — dice il regista — parlare di tragedia della gelosia» 12 miliardi il costo, produzione Camion e Raiuno, proiezione per un anno in piccole sale a prezzo triplicato, debutto a Cannes, BARLETTA — L'Otello di Zeffirelli è l'Otello dei castelli: la fortezza di pietra bianca che Carlo V volle nel golfo di Barletta rappresenta l'interno della guarnigione dove Otello vive la sua tragedia, mentre la fortezza di pietra bianca di Trani, dove il mare sbatte con violenza, ne rappresenta l'esterno. Le riprese sono cominciate da appena una settimana: la troupe, ristretta a pochi collaboratori, gira nelle sale del castello di Barletta, grandi ambienti nudi arredati con pochi oggetti: una cassapanca, un tendone di cuoio, un braciere, per sottolineare, con questo arredo approssimato e provvisorio, quello che è l'Otello secondo Franco Zeffirelli: una tragedia della solitudine. Spiega Zeffirelli: «/ri quest'opera non è l'astone- scenica a far da filo conduttore ma la musica di Verdi, una musica die esprime l'intera gamma dei sentimenti, dalla sensualità morbida ed estenuata alla disperazione cupa e mortale-. Dentro, ci sono i tanti Otello visti come spettatore o messi in scena cóme regista da Franco Zeffirelli: c'è l'Otello di Verdi al quale fu accompagnato da bambino a Firenze; c'è l'Otello di Shakespeare interpretato da Renzo Ricci che tanto aveva colpito la sua immaginazione, c'è VOtello messo in scena da lui a Stratford con un John Gieldgud incapace di passione; quello del '72 per il Metropolitan di New York, quello per l'inaugurazione della Scala nel '76 con un Placido Domingo perfino troppo giovane, ma soprattutto c'è un Otello mai fatto, l'Otello che Zeffirelli avrebbe voluto dirigere nel '74 per il Teatro Romano di Verona con Enrico Maria Salerno e Alberto Lionello, un Otello che avrebbe dovuto visivamente raccontare la tragedia di un uomo prigioniero della pietra del suo palazzo. «£' riduttivo — dice Zeffirelli —* considerare "Otello" la tragedia della gelosia. In Otello", Infatti, i terni sono infiniti: 'dal confronto tra la razza nera e quella bianca, all'omosessualità inespressa che lega i soldati dì uno stesso esercito, dall'amore per la donna pura e incontaminata alla paura che è di tutti gli esseri umani di perdere quello che hanno di più caro, consapevoli che sulla terra a dominare non è la legge della giustizia ma quella del caso-. Nato da un progetto di Placido Domingo che voleva ad ogni costo portare sullo schermo questo ruolo dopo averlo per anni portato sui palcoscenici dei teatri lirici, il film-opera Otello è stato affi¬ dato a Franco Zeffirelli dalla Cannon di Olobus e Golan per non vederlo realizzato dal regista greco Cacoyannis con il quale Placido era già in contatto. A coprire il costo, che è intorno ai dodici miliardi di lire, oltre la Cannon c'è anche la prima rete della Rai che se ne è assicurata, in questo modo, lo sfruttamento televisivo. L'operazione più complessa è stata convincere Zeffirelli ad accettare di girare subito il film: il regista in¬ fatti in questi mesi sta inseguendo l'idea di portare sullo schermo un episodio della vita di Arturo Toscanini, un film che nei suoi pensieri avrebbe dovuto rappresentare una pausa prima di Iniziare / Fiorentini, quella grande fatica dietro la quale Zeffirelli sta ormai da anni. La scelta del cast, invece, è stata immediata: Katya Ricciarelli che è bravissima, oltre che bella, pallida e bionda, è Desdemona; Justino Diaz che oltre a una voce po tente, è alto, elegante ed espressivo, è Jago; Petra Malakova è Emilia; Sergio Nicolai è Roderigo. Ma quando l'immagine estetica del personaggio non corrispondeva all'immagine fisica del cantante lirico, Zeffirelli non ha avuto dubbi; meglio il doppiaggio che il ridicolo. E' il caso di Cassio, figura simbolica dell'opera di Verdi, che Zeffirelli ha voluto affidare al giovane aristocratico Urbano Barberini aitante e biondissimo ma incapace di cantare. La colonna sonora, che è stata registrata a Milano dal maestro Lorln Maazel, viene trasmessa e ritrasmessa a tutto volume nel saloni del castello di Barletta, perché gli attori muovendosi sul set' possano ripetere con perfetta sincronia gesti e parole. Ma il perferzlonismo di Zeffirelli sembra non appagarsi mal: Placido Domingo è costretto a ripetere una stessa battuta per un'ora intera. Otello, che sarà girato oltre che in Puglia anche in Grecia, a Venezia è negli studi cinematografici di Roma, dovrebbe uscire in tutto il mondo nella prossima primavera-estate. L'intenzione della Cannon è sperimentare per quest'uscita una formula nuova: il film sarà programmato, per un anno intero, in piccole sale da duecento posti con biglietti prenotati e venduti a un prezzo doppio o triplo del normale. Il debutto è fissato per il Festival di Cannes. Simonetta Robiony Una scena deH'«Otello» di Zeffirelli: Placido Domingo è il moro di Venezia e .Instino Diaz è Jago