Nave in ostaggio a Porto Said di Tito Sansa

Nave in ostaggio a Porto Said Nave in ostaggio a Porto Said L'Achille Lauro bloccata dagli egiziani - Moneta di scambio: la restituzione del Boeing dirottato Ore di disperazione a bordo per l'attesa, poi le autorità consentono ai passeggeri di sbarcare Smentito l'arresto del comandante - «I terroristi impazziti quando si sono avvicinati gli elicotteri» DAL NOSTRO INVIATO IL CAIRO — La .Achille Lauro» è sempre bloccata a Porto Said, all'imboccatura del Canale del Suez, ma tutti i passeggeri (salvo quelli con passaporto sudafricano) sono stati autorizzati ieri sera a scendere a terra. Oli italiani sono attesi per la mezzanotte al Cairo, dove pernotteranno all'Hotel Concorde, in attesa che stamane un aereo li riporti in patria. Erano stressati. Durante un breve contatto radio riuscito ad alcuni giornalisti, il comandante De Rosa aveva detto a mezzogiorno che «< passeggeri sono in agitazione e molto preoccupati, chiedono un energico intervento del governo». Non ha potuto dire altro, poiché la comunicazione è stata interrotta d'autorità dagli egiziani. La nave — si la intendere in ambienti governativi egiziani — potrebbe partire da un momento all'altro. E' stata trattenuta alle cinque di ieri mattina quando si apprestava a salpare, per un •supplemento di indagine a bordo». Nel frattempo era però giunta la notizia che l'aereo della Egypt Air con a bordo i quattro terroristi e due esponenti dell'Olp era stato fatto dirottare in Sicilia e che le autorità italiane non intendevano rilasciarlo. Oli egiziani, molto riservati con i giornalisti, hanno tuttavia fatto capire che vi è un, nesso tra Sigonella e Porto Said. Un funzionario del ministero degli Esteri ha confidato di avere avuto dall'ambasciata d'Italia al Cairo la assicurazione della «disponibilità» italiana a rilasciare l'aereo trattenuto a terra -su iniziativa di un magistrato; italiano». E' stato anche fatto capire che la moneta di scambio per la partenza della nave è soltanto 11 rilascio dell'aereo e che non esistono ostàcoli di altra natura. niAoifffiio Said sono state smentite notizie diffuse da diverse agenzie secondo cui il comandante De Rosa sarebbe agli arresti. L'ambasciatore d'Italia Giovami' Migliuolo ha detto che 11 comandante De Rosa è libero; se volesse, potrebbe scendere a terra». L'ambasciatore, che era stato il primo a salire a bordo della nave subito dopo la resa del terroristi, ha riferito di aver trovato sia il comandante che l'equipaggio molto scossi, alcuni In stato di -quasi disperazione». Ufficialmente il governo egiziano ha reagito al sequestro dell'aereo con a bordo 1 terroristi in forma molto misurata. In un comunicato del ministero degli Esteri è detto che 11 governo egiziano «deplora» la intercettazione dell'aereo che trasportava 1 «pirati» Nessuna parola di condanna nei confronti degli Stati Uniti né dell'Italia la quale ha accolto l'apparecchio In Sicilia, ma soltanto nei confronti della Tunisia. Si legge: «La intercettazione dell'aereo ha avuto luogo in seguito al rifiuto delle autorità tunisine di accoglierlo c alla chiusura dell'aeroporto di Tunisi nonostante Ut preventiva approvazione dell'atterraggio da parte di quelle autorità». Il documento del ministero degli Esteri scagiona l'Egitto dall'accusa di avere concesso un salvacondotto a quattro assassini. Afferma di avere negoziato su richiesta di Paesi che avevano loro cittadini a bordo, i cui rappresentanti avevano firmato un documento che richiedeva di negoziare. (All'ambasciatore italiano l'autorizzazione a firmare era stata data dal ministro Andreotti). Viene inoltre assicurato che l'Egitto •■ignorava la presema di vittime a bordo, come aveva dichiarato il capitano della nave in una registrazione radiofonica». E qui si viene al punto critico del palleggiamento delle responsabilità. Oli egiziani hanno esibito un nastro magnetico nel quale si sente effettivamente 11 comandante De Rosa: - Tutto è in ordine e tutti sono illesi». Oli egiziani In pratica accusano De Rosa di avere mentito e di averli trattlirtinganno, permettendo In tal modo al presidente Mubarak di dire: «Se avessi saputo che c'era ' stato un morto avrei agito diversamente». Ma gli egiziani nascondono. la circostanza che quella registrazione fu fatta mentre 1 pirati si trovavano a bordo e che il comandante parlava sotto la minaccia delle armi. Si rifiutano di dire quando è avvenuta la conversazione, ma un maldestro tecnico del suono ha permesso di accertare la verità. Si sentono Infatti, un istante prima di De Rosa, le urla di un terrorista. Interrogato su questo particolare dall'ambasciatore Migliulo, con cui ha potuto scambiare poche frasi in italiano prima che gli egiziani li obbligassero a passare alla lingua inglese, al diplomatico che gli domandava: «Capitano, perché ha detto che tutti erano salvi?», ha risposto: -Ambasciatore, parlavo con un Kalashnikov puntato addosso. E poi, pensando ai timori delle famiglie di 400 ostaggi, ho ritenuto necessario non destare ulteriori preoccupazioni. Deve capirmi: vT>e Rosa.ha rivelatolo particolare finora ignoto, parlando del -momento dì maggiore pericolo». E' stato quando, la notte tra martedì e mercoledì, al largo di Porto Said, sulla Achille Lauro ha giostrato a bassissima quota uno stormo di sei elicotteri sconosciuti. Sono stati momenti di autentico panico, perché si temeva che gli elicotteri volessero calarsi sulla tolda per un colpo di mano. I terroristi erano «come impazziti» e si è temuto 11 peggio. Ma dopo pochi minuti 1 misteriosi elicotteri si sono allontanati. Finora non si sa a che Paese appartenessero. Non erano italiani (l'Italia ne aveva mandati soltanto quattro a Cipro), non erano americani, gli Stati Uniti hanno già smentito. E allora? Forse egiziani, forse anche israeliani. Con molta diplomazia, alutato in questo anche dagli ambasciatori dei Paesi che avevano partecipato al negoziato per la concessione del salvacondotto ai terroristi (quelli di italia, Germania, Oran Bretagna e Stati Uniti), il governo egiziano ha glissato sulla gaffe del presidente Mubarak il quale giovedì, durante una conferenza stampa, aveva detto che 1 quattro pirati avevano lasciato «effettivamente» 11 territorio egiziano In realtà essi si trovavano ancora a Porto Said, sotto custodia egiziana, tant'è che l'apparecchio della Egypt Air dirottato durante la notte è partito soltanto molte ore più tardi (dopo le 22) diretto a Tunisi. Confidenzialmente è stato detto che 11 presidente Mubarak aveva avuto 11 con* senso formale del governo tunisino, «non era a conoscenza del ritardo della partenza dovuto a cause tecniche» dunque «voleva sbarazzarsi al più presto degli ospiti incomodi». I diplomatici occidentali intervenuti a sostegno di Mubarak sminuiscono pure loro il passo falso del Presidente, accusato di avere mentito, dicendo che egli non poteva fare altro. -Se avesse detto che i terroristi si trovavano aaicora.ilmEgltto avrebbe do? vuto accogliere la richiesta di estradizione. Ha agito come se i quattro fossero giù via, perché era sicuro che comunque poche ore più tardi essi sarebbero stati consegnati nelle mani dell'Olp». Tito Sansa