Arrestati undici agenti per la morte di Marino Uno è la talpa mafiosa?

Arrestati anditi agenti per la morte di Marina Une è la talpa mafiosa? Palermo, clamorosa svolta dopo la perizia Arrestati anditi agenti per la morte di Marina Une è la talpa mafiosa? Scagionati l'ex capo della Mobile e il capitano dei carabinieri - Come fu torturato il testimone del caso Montana DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — Adesso in carcere ci sono undici poliziotti della squadra mobile palermitana e l'accusa lascia senza fiato: hanno «torturato», sino alla morte, Salvatore Marino, 25 anni, pescatore di ricci allo Sperone. Tre fun-1 zlonarl della polizia di Stato ed otto fra sottufficiali ed agenti. L'hanno ucciso a botte. E l'orrore, a Palermo, non si ferma: tra gli undici poliziotti arrestati, c'è anche .l'autista del dottor Ninni Cassarà, il vicecapo della 'Squadra mobile ucciso in un agguato il 6 agosto a Palermo. E' l'agente Natale Mondo. Per lui, nel sospetto lacerante d'essere l'uomo delle cosche In questura, l'accusa prende 1 contorni In queste ore. Oli Imputano, con l'omicidio preterintenzionale di Salvatore Marino, anche 11 reato di associazione mafiosa ,ed 11 traffico degli stupefacenti. Nel pomeriggio del 6 agosto era al volante dell'automobile che portava a casa il vlcequestore Cassarà. Lui soltanto si salvò nella strage. Con Cassarà cadde l'agente Antiochia. Nell'auto blindata, neppure una scalfittura per Natale Mondo. ' La città vive nella tensione della tragedia. Il palazzo di giustizia è assediato. Il procuratore capo Pajno riceve t giornalisti ed è senza parole. SI limita a far stilare un comunicato. Dice sottovoce: •Non abbiamo guardato in faccia a nessuno: si applica la legge con rigore nella città di Palermo*. Ma nell'edificio della squadra mobile c'è 11 clima della rivolta. Nel palazzo che guarda l'antica reggia dei normanni, sale il sospetto. Nasce per gli undici in carcere un •comitato d'assistenza-. Raccolgono quattrini contro «il grande imbroglio- degli undici arresti, vogliono assicurare •difesa ai colleghi imputati e soccorso alle famiglie-. Il clima è lo stesso delle ore drammatiche della morte di Cassarà e del funerali nella cattedrale con il ministro del l'Interno aggredito da un gruppo d'agenti in borghese. Oli agenti difendono l'autista Natale Mondo. «Era, tra noi, il piit coraggioso: mal avrebbe potuto essere in contatto con la mafia, mai e poi mai-. Per gli undici poliziotti arrestati 11 rischio è altissimo: l'omicidio preterintenzionale' prevede sino a 18 anni di carcere. E la detenzione aumen ta di un terzo, con le aggravanti che già sono ipotizzate: l'abuso di potere, la violazione di dovere, l'essere stati, infine, in più di cinque a far morire Marino nella tortura. Nel palazzo di marmo che è sede degli uffici giudiziari, il procuratore Pajno s'è difeso dall'assedio del cronisti. «Non posso dare alcun nome, non posso dare undici bersagli-, Ma in città, nel primo pomeriggio; i nomi degli undici poliziotti sono pubblici. Escono, per primi, quelli dei funzionari. Sono in carcere, con il commissario capo Giuseppe Sardo, responsabile delle «volanti», il commissario Giuseppe Russo, dirigente del settore «antlraplna» dellaMobile, e il dottor Alfredo Anzalone, della sezione investigativa. In serata, al nome di Natale Mondo si aggiungono quelli di Oiuseppe Lercara e di Francesco Brancazlo. Lercara era della scorta di Cassarà e la sera del 6 agosto un proiettile lo raggiunse nell'agguato che abbatté il vicequestore di polizia. Escono di scena perché «assolutamente estranei al fatti- l'ex capo della squadra mobile Francesco Pellegrino e il capitano dei carabinieri Gennaro Scala. S'è indagato sul ruolo dello stesso vicequestore Cassarà per il delitto Marino. -La sua figura non è stata Intaccato eia questa indagine-, dichiara, in fretta, il sostituto procuratore Gianfranco Garofalo. E il suo collega, Guido Lo Forte, che ha firmato gli ordini di cattura, è categorico: •Nessun'ombra su Cassarà che si è prodigato, che era sconvolto dall'orrore di questo cadavere abbandonato in un pronto soccorso, poco dopo le 4 del mattino, senza nome, senza nessuno-. Era l'alba del 4 agosto. A Nord della città, una volante della polizia lasciava il corpo di uno sconosciuta Era seminudo e bagnato fradicio. Si pensò ad un annegamento. Dissero: «Forse è un tunisino affogato-. Era 11 pescatore dello Sperone che s'era presentato alla squadra mobile la sera prima. Aveva saputo che volevano interrogarlo per l'inchiesta sull'uccisione del commissario Montana, assassinato a Portlcello il 28 luglio. Salvatore Marino aveva un'automobile slmile a quella che s'era allontanata dopo i primi colpi di pistola. In casa sua, allo Sperone, saltarono fuori 34 milioni: si suppose che la somma fosse il compenso per 11 delitto. E l'interrogatorio, per lui, assunse la durezza di una notte interminabile. Prima gli schiaffi, poi 1 pugni. Poi i colpi di bastone. Infine, quel tubo di plastica che Invece di arrivare nell'esofago finisce nella trachea. I periti Stassl, Procaccianti e La Franca imputano all'acqua la causa primaria della morte «in un danno polmonare diffuso, con un'insufficienza cardiodrcola-, toria secondaria-, scrivono e aggiungono -del grave danno ad un rene-. E ciò che più sconvolge è questa squadra mobile di Palermo che ancora ieri notte metteva insieme un comitato d'assistenza per gli undici arrestati. Li hanno fermati in diverse città italiane. Erano già stati allontanati Francesco Santini (Altri servizi a pagina 8)

Luoghi citati: Montana, Palermo