La crociera dei ribelli sul Santa Maria di Luciano Curino

La crociera dei ribelli sul Santa Maria La pirateria marittima ha numerosi precedenti anche in tempi a noi vicini ed è tuttora diffusa nel Sudest asiatico e nei Caraibi La crociera dei ribelli sul Santa Maria Nel 1961 la nave fu preda dì Henrìque Malta Galvao, oppositore del regime di Salazar • I casi del «Vori» e del «Mayaguez» Terroristi si impossessano di una nave, tengono prigionieri equipaggio e passeggeri. Padroni, dopo Dio, dcH'Achllle Lauro: secondo il linguaggio marinaro. Subito definiti pirati, e la parola evoca una ciurma sanguinaria di bevitori di rum, con il petto nudo e villoso, gambe di legno, uncini al posto delle mani. Invece è gente che non è piombata a bordo con i rampini dell'arrembaggio e la bandiera nera con teschio e tibie incrociate, ma è salita per la passerella d'imbarco e senea insospettire. Almeno, è quanto risulta finora. Uomini insospettabili come lo sono i .pirati dell'aria». Ma se c'è una certa assuefazione alle notizie di dirottamenti aerei, non infrequenti, quella del sequestro dell'Achille Lauro suscita enorme emozione. Per vari motivi, tra questi perché si ritiene sia il primo caso nella storia della marina moderna. C'è invece un precedente clamoroso. E' accaduto quasi 25 anni fa nei Caraibi. Un pugno di uomini si impadronì di un transatlantico portoghese e lo tenne per una decina di giorni. Non pirati né terroristi, ma rivoltosi o corsari della libertà. RI- cordiamo quell'episodio, die molti hanno dimenticato, altri non conoscono. Protagonista dell'impresa è Henrique Malta Galvao, ex deputato ed ex capitano dell'esercito portoghese, rifugiato in Argentina perché oppositore del regime del dittatore Salazar, e riconosce come capo legittimo del Portogallo il leader dell'opposizione, generale Humberto Delgado. A Curacao, il 20 gennaio 1961, Galvao e una ventina di uomini salgono sul transatlantico Santa Maria, nave ammiraglia della flotta mercantile portoghese. Si imbarcano come turisti diretti in Florida. Galvao steeso, per non dare nell'occhio, arriva su una carrozzella da paralitico e devono aiutarlo a salire la scaletta. I suoi uomini hanno nascosti tre fucili e undici pistole, ma il controllo del doganieri è molto approssimativo. Sul transatlantico vi sono 588 passeggeri e 370 uomini di equipaggio. La notte del 21, il colpo di mano. Rapido ed. efficiente, ma non incruento: uno degli ufficiali ucciso, altri sette uomini, tra cui il medico di bordo, feriti e uno di questi muore qualche giorno dopo. Il marconista trasmette: «SOS. Insurrezione a bordo. Passeggeri armati sparano. Aiutateci. Non so...». Poi più nulla. Quasi lutti dormono nelle cabine e non si accorgono di niente. Poi, dal transaltlantico un messaggio raccolto dai guardacoste americani: «Quando la dittatura è un fatto, la rivoluzione diventa un diritto. I patrioti hanno assunto il controllo del Santa Maria. Affonderanno la nave se qualche unità da guerra tenterà di avvicinarsi». L'indomani la stupefacente impresa è sulle prime pagine. Alcuni definiscono Galvao e i suol uomini ammutinati o pi¬ rati (c'è chi ricorda che secondo la legge internazionale i colpevoli di pirateria potranno essere «Impiccati al più alto pennone»;; la maggioranza Il definisce ribelli o insorti. Tutti si chiedono che ne è del quasi mille ostaggi. Dal transatlantico le .forze di occupazione» fanno sapere che •la tranquillità e la sicurezza a bordo sono complete. Tutto è normale come In una crociera ordinarla. La maggior parte del passeggeri hanno accettato l'Iniziativa del capitano Galvao entusiasticamente». Tutto il mondo segue ora per ora l'avventura del Santa Maria, che sbarca i feriti in un'isola delle Antille poi parte per destinazione ignota. L'inseguimento di unità statunitensi, inglesi e olandesi si fa via via più svogliato, fino a cessare del tutto. Soltanto la più veloce fregata della marina portoghese è alla caccia del .vascello pirata». Tre giorni dopo il transatlantico è segnalato nell'Atlantico, quasi a metà strada tra Sudamerica e Africa, sembra puntare sull'Angola. Altre unità portoghesi salpano da Lisbona per intercettarlo. Dal Santa Maria viene ripetuta la minaccia: «Non avvicinatevi o ci autoaffondlamo».. // 27 gennaio la nave inverte la rotta. Un contatto radio con la base statunitense nel Portorico. Galvao assicura che tutti a bordo stanno bene, ma ormai hanno acqua e cibo razionati. L'ammiraglio americano propone di sbarcare i passeggeri in un porto brasiliano. Galvao è d'accordo e accetta una scorta di navi da guerra Usa. Quattro caccia e due petroliere americani si dirigono verso la Santa Maria. Che II 30 gennaio incrocia al largo della costa brasiliana, di fronte al porto di Recife. Due giorni di trattative con il governo del Brasile, e i rivoluzionari ottengono assicurazione di asilo politico e «tutte le agevolazioni permesse dal trattati». Poi lo sbarco del passeggeri e prima di abbandonare la nave i .pirati» la ribattezzano Santa Ltbertade. Un'avventura, quella del capitano Henrique Malta Galvao, che fa pensare più a Garibaldi che a Morgan, a Drake o all'Olonese. Altri dirottamenti .per ragioni politiche» sono invece di marca decisamente terroristica. Nel marzo 1974 tre pakistani, affermando di appartenere ai .guerriglieri musulmani internazionali» sequestrano il primo ufficiale del mercantile greco Vori, nel porto di Karachi. Minacciano di far saltare la nave se la Grecia non consegna due palestinesi condannati per un attacco all'aeroporto: con artni e bombe avevano fatto cinque morti e 55 feriti. Si arrendono agli ambasciatori siriano, egiziano e libico, un aereo li porta salvi a Tripoli. Il 12 maggio 1975 khmer rossi assaltano il mercantile statunitense Mayaguez al largo delle coste della Cambogia. ■ Duecento marines americani sbarcano in un'isola cambogiana, dove incontrano forte resistenza, tuttavia riescono a recuperare la Mayaguez ormai deserta. Il 15 maggio il governo khmer rilascia l'equipaggio, che è raccolto da un incrociatore americano. Ma prima che Washington sappia della liberazione, bombardieri Usa colpiscono un aeroporto khmer e una raffineria di petrolio. Nell'episodio della Nayaguez gli americani hanno quindici morti, tre dispersi e una cinquantina di feriti. I pirati nel senso classico, cioè predoni, sopravvivono e sono attivi soprattutto nel Sudest asiatico e nei Caraibi, ma si hanno arrembaggi anche nel Mediterraneo e un po' ovunque. Navi da carico e da diporto assaltate all'antica maniera della filibusta, depredate, e sovente i pirati si lasciano dietro morti e feriti. Tanto grave è il fenomeno che quattro anni fa si è costituito a Ginevra il Comitato internazionale contro la pirateria (Cicp). Secondo questo comunicato, circa 450 mila profughi vietnamiti sono stati depredati, assassinati o lasciati annegare da bande di pirati, che «sterminano le vittime con raffiche di fucile mitragliatore, sistemando poi nelle case di tolleranza thailandesi le donne sopravvissute alla violenza carnale. Quanto al bambini, sono venduti come domestici o come manodopera Sebbene non così feroce, la pirateria è una plaga anche di diversi porti dell'Africa occidentale e del Mar delle Antille, al largo della Florida, nel Mediterraneo. Si ritiene che molti casi siano legati al mercato della droga e alla necessità per i trafficanti di procurarsi imbarcazioni per i loro trasporti. Luciano Curino