Fedayn, caleidoscopio di fazioni di Igor Man

Fedqyn# caleidoscopio di fazioni Fedqyn# caleidoscopio di fazioni Il Fronte di liberazione della Palestina (Flp) si era scisso nel '77: un'ala era rimasta fedele a Arafat, l'altra, quella più dura, legata alla Siria, avrebbe organizzato la cattura della nave italiana - Ahnied Jibril, Abu Mussa, Habbash, Nayef Hawatmeh e Abu Nidal sono gli altri leader della guerriglia Sono palestinesi tutti (o quasi tutti?) i terroristi che hanno dirottato la nave italiana. Anche stavolta, come spesso prima di oggi, l'Olp, Arafat hanno smentito ogni legame con i terroristi. Ma come, si chiederà a questo punto l'uomo della strada: è 0 non è Arafat 11 capo di tutti 1 palestinesi? Diremo subito che Arafat forse non Io è mai stato. E' lui che ha fondato Al Fatali, la più grossa organizzazione palestinese, già nel 1959, è lui che dopo l'intrallazzatore Shukeiri è diventato presidente dell'Olp, nel '69, ma la sua leadership, consacrata all'Orni 11 23 novembre del 1974, è stata perennemente insidiata dal servizi segreti degli Stati arabi radicali. E ciò perché Arafat, ancorché piccolo e brutto, è un personaggio di statura internazionale, non privo di carisma. Perché Arafat è sostenuto dai Paesi arabi moderati. Quando ancora II movimento promosso da Arafat era clandestino, negli Anni Sessanta, Ahmed Jibril, attualmente capo del Fronte popolare-comando generale, si uni al fedayn come agente del servizio segreto siriano, con l'incarico di uccidere Arafat. Nel 1966 fu l'uomo di punta del primo tentativo della Siria di controllare Al Fatah. E nel 1983, servendosi degli armati di Abu Mussa (leader dell'ala filo-siriana di Al Fatah), Ahmed Jibril, su ordine di Damasco e di Tripoli, coordinò la ribellione contro Arafat. La ribellione, concretizzatasi dopo l'assedio di Tripoli del Libano dal quale Arafat usci vivo grazie agli sforzi combinati dell'Egitto e dell'Arabia Saudita, ha partorito il cosiddetto «Fronte nazionale della salvezza palestinese». Più che un «Fronte» è la centrale palestinese filo-siriana. Di essa fan parte la frazione di Abu Mussa; il Fronte popolare di George Habbash; 11 Fronte democratico popolare di Nayef Hawatmeh; la Salka, di stretta obbedienza siriana, comandata da Issa Alkadl; il Fronte popolare-comando generale di Ahmed Jibril; il Fronte po- polare di liberazione della Palestina di Samir Ghocheh. Damasco ha accreditato presso le autorità libanesi 11 Fronte che, insieme con i guerriglieri di Amai, ha più volte tentato di massacrare le ultime formazioni di fedayn rimaste fedeli ad Arafat. C'è infine il «Consiglio rivoluzionarlo» di Abu Nidal, capo di una anonima assassina senza anonimato. Dopo la strage di Fiumicino, Arafat lo condannò a morte in contumacia. Abu Nidal fa impunemente la spola tra Damasco e Tripoli. Ma se tutti o quasi I raggruppamenti palestinesi sono contro Arafat, al servizio della Siria o di Gheddafi, cos'è rimasto a «Mister Palestina»? E' rimasto, oltre al grosso di Al Fatah, qualche gruppuscolo come appunto il Flp di Abu Al Abbas, che nel 1977 si è scisso; una parte con Arafat, l'altra, guidata da Talaat Yacoub e da Abdel Fattah Ghancm al servizio della Sirla. I dirottatori della «Lauro» sarebbero uomini della «corrente» filo-siriana. Ma se Arafat è praticamente solo con pochi fedeli, perché Damasco e Tel Aviv, ognuno per motivi diversi, si accaniscono contro di lui. Perché si tenta di ucciderlo bombardando il quartier generale dell'Olp in Tunisia, o di screditarlo con gli attentati «preparatori» di Roma e ora con quest'ultima, clamorosa operazione? La risposta è sem¬ plice: perché Arafat, benché dimezzato, è l'unico leader palestinese che può parlare a nome dei palestinesi del territori occupati. Su esplicito loro mandato. E cosa vogliono 1 palestinesi della Clsglordanla e di Gaza? La pace con Israele in cambio di una homeland confederata con la Giordania. Su codesta formula: la pace, vale a dire 11 riconoscimento di Israele, in cambio dei territori, si articola In pratica 11 plano concordato da re Hussein con Arafat; plano che sembrava aver fatto breccia perfino nella diffidenza del presidente Reagan. Per concludere": visto che Arafat «non c'entra», chi potrà aiutare l'Italia a salvare la nave dirottata? Verosimilmente la Siria. Sembra, infatti, profilarsi la replica del copione del dirottamento del Jumbo della Twa. Fu opera di «fanatici musulmani», però non certo lontani dalla Siria, tanto è vero che la «mediazione» di Damasco funzionò. Anche stavolta è possibile che alla fine Assad sbrogli la matassa, guadagnandosi cosi la gratitudine e la considerazione non soltanto del nostro Paese. Passeremo giorni tormentosi, questo è sicuro, finché 11 dirottamento non verrà archiviato. Ma non ci sarà pace per nessuno fin quando nel Medio Oriente circoleranno certi apprendisti stregoni. Igor Man