La Cambridge del mare dove si diventa ufficiali

La Cambridge del mare dove si diventa ufficiali Nell'Accademia di Livorno efficienza e rigore La Cambridge del mare dove si diventa ufficiali Pochi ragazzi attraversano 11 vasto piazzale interno, dove il brigantino interrato Alfredo Cappellini sembra fronteggiare il mare: corrono, perché la tradizione impone cosi e, assicurano, qui all'Accademia Navale di Livorno la tradizione è sacra. Questa è l'università del mare dove brillanti studenti di liceo o di istituto tecnico vengono trasformati In ufficiali di Marina. E' un'università che molti chiamano 'Cambridge- per 11 rigore negli studi e l'impegno assoluto richiesto agli allievi. Quattro anni fa l'istituto ha compiuto 11 secolo, di vita ed è stato un secolo vissuto in grande armonia con la città. Fu, quel centesimo compleanno, l'occasione per una festa sfarzosa, arrivarono molti famosi velieri per far da cornice all'Amerigo Vespucci, la nostra nave scuola, e il sindaco Ali Nannipieri, comunista, sottolineò «gli accresciuti legami tra l'Accademia Navale e Livorno-. La stagione del Risorgimento non era ancora trascorsa e già si avvertiva la necessità di fondere le troppe marine disseminate per la penisola: Marina sarda, napoletana «Dittatoriale», siciliana e toscana. Due scuole di marineria, allora, formavano i quadri: Genova e Napoli. Una volta uniti, i «sardi», dicono le cronache, avrebbero trattato 1 colleghi con Intollerabile sufficienza, rapporti e lamentele in pochi mesi avevano finito per ingombrare la scrivania del ministro. Cosi un giorno scrisse: -E' mia intensione di fondere le due scuole di Napoli e Genot>a-, Cavour capi che lasciare un istituto e cancellare l'altro non sarebbe stato possibile, occorreva una soluzione nuova. ^Preparatemi — ordinò — dei contatti riservati con il sindaco di Livorno. Voglio istituire laggiù una scuola di studi navali preparatori. Poi, questi giovani vadano pure una parte a Genova e una parte a Napoli ma che, almeno nella prima fase, abbiano un- linguaggio comune, italiano-. Da Livorno gli risposero di essere entusiasti: «Più presto sarà, tanto meglio! Contribuiremo anche in denaro-. Era il 1861, l'Accademia sorse sul lungomare, presso il Lazzaretto di San Jacopo, vent'anni più tardi l'inaugurazione. Il primo articolo della legge promulgativa, diceva: -E' istituita una Accademia Navale per l'educazione e istrusione dei giovani destinati a divenire ufficiali della Regia Marina- ; il secondo articolo autorizzava la spesa di 600 mila lire per la ristrutturazione del lazzaretto; nel terzo si sottolineava come la spesa sarebbe stata divisa in due rate; l'ultimo dava facoltà al governo di vendere gli edifici delle scuole di Genova e Napoli per versare il ricavato all'erario. Si erano dovuti superare scogli non indifferenti, a Genova protestarono energicamente e La Gazzetta di Genova scrisse che portare l'Accademia a Livorno significava 'intoscanizzare la marina- e ciò avrebbe provocato -la rovina d'Italia-, Oggi il campus è, forse, l'istituto superiore più efficiente del paese. Sorge in un'area di 215 mila metri quadrati, 130 mila sono occupati dalla zona logistica e dalle strutture didattiche, 60 mila dalle attrezzature sportive, 25 mila dai servizi logistici per ufficiali e sottufficiali. Accanto alle moderne attrezzature scientifiche e al calcolatore, strumento indispensabile nella moderna marineria, funziona una biblioteca dov'è possibile scegliere fra 85 mila volumi. Il rapporto fra studenti e insegnanti è definito -ottimale- : un docente ogni 30 cadetti. I «quadri,., oggi, sono composti da 52 ufficiali, 150 sottufficiali e 250 marinai. Ma il meccanismo dell'Accademia è complesso, per farlo funzionare vi lavorano anche 34 Insegnanti militari, 90 civili, per lo più provenienti dall'università di Pisa, 42 impiegati e 460 operai. -Costruire- un ufficiale, in quattro anni, non è cosa semplice. I corsi che un cadetto deve seguire sono severi ed è stato calcolato che soltanto l'otto per cento di coloro che presentano ogni anno domanda per entrare in Accademia raggiunge 11 grado. Per 11 cadetto l'Impegno quotidiano è duro: sveglia alle 6,25 spostata alle 7 nei giorni di festa, mezz'ora per le -pratiche mattinali-, prima colazione, un'ora di studio e, dalle 8,40 alle 13 lezione in aula; poi, fra studio e sport, si arriva a notte: alle 22,15 le note del Silenzio chiudono la giornata. A giorni si chiuderà 11 concorso per il 1985-86, nello scorso anno i cadetti son stati 598, e 60 erano stranieri provenienti dall'Algeria, dal Bangla Desìi, dalla Libia, dall'Iraq, dal Venezuela e dalla Somalia. La «fabbrica degli ammiragli- funziona a ritmo serrato: fino a oggi sono usciti da San Jacopo circa 7 mila ufficiali di ruolo, oltre ai 17.500 di complemento che, in Accademia, seguono corsi trimestrali. In passato, fra questi ufficiali, 145 son stati decorati con la medaglia d'oro, 97 -alla memoria-.

Persone citate: Alfredo Cappellini, Ali Nannipieri, Amerigo Vespucci, Cavour