Beck,omaggio al profeta del teatro

Beck, omaggio al profeta del teatro La Biennale ha ricordato l'inventore del Living scomparso a settembre Beck, omaggio al profeta del teatro Una non-stop di video sui grandi spettacoli degli Anni 60-70 - «King Stag» di Andrei Serban DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA -r Julian Beck.il fondatore e l'infaticabile animatore, insieme a Judith Malina, del Living Theatre, avrebbe dovuto redtare alla •Biennale Teatro, alcuni minidrammi recenti di Beckett. «Era un modo di rendergli omaggio — spiega il direttore Quadri — sapevamo che era malato di un male inguaribile». Quel male se l'è portato via una domenica dello scorso settembre. Nel foyer del teatro Ridotto scorrono ininterrotti, dal pomeriggio a notte varit video di suoi spettacoli. I giovani non entrano: per loro il Living non è un nome-mito, forse non dice nulla. Molti l quaranta-cinquantenni: s'accucclano sulle sedioline di tela, rivedono attenti The brig (La gabbia, 1963), ammirati dal rigore geometrico di quelle spettacolo sulla violenza del militarismo; o i più recenti Sette meditazioni e La torre del denaro, offerti al pubblico di piazza San Marco e della chiesa di San Lorenzo ad una Biennale di dieci anni fa, vasti, complessi, a volte ermetici affreschi corali su quella che Beck, nel suo biblico moralismo, chiamava «l'eredità di Caino». aottobaclieca ci sono le ultime foto di lui, con Judith, dal Festival di Locamo, agosto 1985: diafano, scavato dal male, Julian pare davvero un Abacuc o un Osea, insomma il profeta superstite di una nuova Bibbia. Intanto è approdato in Laguna un altro protagonista di una Biennale 1975, il romenoamericano Andrei Serban, che in quell'anno, anche lui nella chiesa di San Lorenzo, ci aveva proposto una trilogia greca — Troiane. Medea, Elettra — di un essenziale, quasi barbarico fascino: Da sei anni Serban è uno dei tre registi, con Lee Breuer e col direttore artistico Robert Brustein, dell'«American Repertori/ Theatre-, una compagnia stabile che lavora in stretta collaborazione con l'Università di Harvard, tenendovi tra l'altro venti corsi contemporaneamente di teoria e pratica teatrale. Serban- Breuer-Brustein allestiscono classici in modo innovativo, recuperano opere poco note in America, propongono nuovi copioni statunitensi (ad Asti Teatro, tre anni fa, portarono delle spassose farse molieriane ed una Lulu da studio cinematografico). Serban stavolta propone King Stag. cioè Re Cervo del nostro aristocratico-reazionario veneziano Carlo Gozzi. Ma a lui non interessa la visione politica sottesa al testo: «Gozzi voleva dirci che la verità del teatro esiste solo dentro il teatro; che lo scopo del teatro non è di copiare alcun tipo di realtà; che il naturalismo è una perversione dell'arte». Spiega che il suo Gozzi, è \tjuàlo..deglL.operlsti, da Puccini a Prokofiev (ha messo infatti in scena Turandot a Los Angeles e L'amore delle tre melarance a Ginevra), i quali «praticano un'arte di convenzione e di immaginazione». Insiste sulla necessità di «prendere sul serio l'immaginario»; dice che il suo punto di riferimento artistico è Magritte, perché «la grande gioia del Surrealismo è quella di persuaderti ad uno stile molto ingenuo, quasi infantile». La scena del suo Re Cervo è in forma di pista circolare, sovrastata da una galleria in cui spettatori fittizi osservano i personaggi della favola: cosi, spiega, «una presenza disturbante viene sovrapposta alla parodia». / personaggi a loro volta indossano maschere baìinesl e costumi ispirati all'estremo Oriente: e ci sono anche molti alti pupazzi di Julie Taymor. La favola di Damerio, re di Serendippo. in cerca di una moglie che lo ami sinceramente (ne ha esaminate invano 274S, smascherate dalla sua statua-detective, che ride ad ogni menzogna), il quale viene tramutato in cervo dal traditore primo ministro Tartaglia e salvato dal mago Durandarte sotto le penne di un pappagallo «diventa cosi — è sempre Serban che parla — un irrazionale mulinello, che mescola il comico e lo sgradevole, l'assurdo e l'irritante». Guido Davico Bonino

Luoghi citati: America, Asti, Ginevra, Los Angeles, Venezia