Sinopoli in una grande «operazione Verdi»

Sinopoli in uno gronde «operazione Vérdi » Magnifica prova del direttore in apertura della stagione all'Auditorium Sinopoli in uno gronde «operazione Vérdi » «Stàbat Mater» e «Te Deum» uniti alla Sinfonia dei «Vespri Siciliani»: anche l'orchestra al massimo TORINO — Del Qur.V.ro ■pezzi sacri, ùltima ,'lr-tr.uiatd creativa del genio di Verdi, 1 due ultimi, e più imponenti perché per coro e orchestra, hanno surclassato, e praticamente espulso quelli «a cappella., cioè VAve Maria, su •una scala sgangherata», e le delicatissime Laudi alla Vergine. i E' uno dei tipici casi in cui la vita musicale — pubblico, esecutori, organizzatori — finisce giustamente per aver ragione delle elucubrazioni con cui noi musicologi ci arrabattiamo per difendere la causa di pezzi minori. Ecco Infatti che óra, per inaugurare degnamente la stagione sinfonica della Rai, còh l'eccezionale associazione dei due cori di Torino e di Milano, Slnopclt sceglie Slabat Mater e Te Deum e lasciando dà parte gli altri due pezzi tenerélll, vi unisce al contrarlo, con audace ossimoro, la Sinfonia dei Vespri Siciliani: 11 i Verdi più popolare, corrusco di agitazione drammatica, e 11 Verdi più nobile e sevóro, puntato verso un ideale di elevazione spirituale e stilistica. Non stupisce questa scelta di Sinopoll, considerato uno specialista del slnfonismo pre-espressionista e del tardo Ottocento. Infatti 1 due monumenti slnfonlco-corali del vecchio Verdi, specialmente il Te Deum, composto a ottantatre anni, s'Inseriscono incredibilmente, e ad insaputa sua e di tutti, nell'area delle esperienze musicali decisive di quell'epoca: 1 capolavori slnfonlco-corali di Brahms (di cui Verdi certamente non aveva notizia), certe schiarite di misticismo parsifàliano, e perfino certo robusto realismo che si vorrebbe chiamare mussorgsklano, sono le coordinate tra cui si colloca 11 genio dell'ottuagenario, alla testa del movimento musicale; Un mese fa, nella stessa sala, sono stati eseguiti i Canti di prigionia di Daliapiccola, Ohi li ha sentiti, sa dove andava a parare la stu¬ pefacente evoluzione del vecchio operista. Ci vuole tutta la cultura, musicale e non, d'un grande direttore come Sinopoll per esplicitare questi riferimenti storici e stilistici di cui soltanto ora a poco a poco ci si comincia a render conto, U raddoppio del coro, sotto la guida del due maestri' milanesi Vittorio Rosetta eMarco Balderl, non è stato un gigantismo inutile: nemmeno da vecchio, Verdi non era un miniaturista, e la ricchezza della massa corale le permette di cantar meglio, senza forzare. Dopo un capolavoro come il Te Deum, bisogna riconoscere che la Quinta di Oialcovski mostra la scarsa consistenza che sottostà alle sue voluttuarie e retoriche seduzioni. L'orchestra, che in Verdi Sinopoll era riuscito a trascinare a un'intensità insolita di vibrazione e di partecipazione, si è di nuovo un poco assisa nella stia impeccabile professionalità senatoriale, quasi che un meraviglioso sesto senso l'avvertisse che nella Quinto di Ciaicovskl non è 11 caso di pigliarsela tanto calda come nel Vespri Siciliani 0 nel Te Deum. Se è cosi, siamo d'accordo con lei, complimenti. Ma la professionalità bene intesa vuole che ci si scaldi sempre, ne valga o non ne valga la pena. in. ni.

Persone citate: Brahms, Laudi, Mater, Sinopoli, Verdi, Vittorio Rosetta

Luoghi citati: Milano, Torino