Gli ultimi fantasmi di Salò

Gli ultimi fantasmi di Salò BRESCIA: MOSTCItÀ E CONVEGNO SUI MITI DEL FASCISMO ALLA FINE Gli ultimi fantasmi di Salò BRESCIA — Fra ti 1943 e il '45 ■ una curiosa creatura politica si affaccia sulla ribalta dell'Europa lacerata dalla guerra. E' una Repubblica che definisce se stéssa sociale; oltre che aontinuatrlce e rlnnpvatricè del fascismo. Ha una nuova bandiera: scomparsa la croce sabauda dal bianco del tricolore, quello spoeto è occupato da un fascio littorio, a sua volta ghermito da un'aquila che ben poco ha di repubblicano. La Repubblica Sociale Italiana ha un confine mobile e Insanguinato: ilffonti'èi. guerra che si avanza inesorà-, bile dal Sud. ;'. A Bellaglo, sulle, rive di quel lago dt Como che presto vedrà IHngloriósa fine del fascismo, lo Stato di Salò ha il suo quartiere diplomatico. Lo ricorda Frederick Deaktn: a Bellaglo c'è l'ambasciatore, giapponese Hidaka, impegnato a premere su Mussali* \ ini perché si unisca agli'sforzi-: di Tokyo per una pace sepa-t\ rata con i russi, e f. rappresentanti di Ungheria, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Manchukuo. La stessa Spagna franchista ha rifiutato il riconoscimento, mentre la Svizzera, per ragioni squisitamente economiche, ha concesso le credenziali a un rappresentante di Salò. Qui a Brescia, che fu una delle capitali provvisorie della Repubblica mussollntana, in attesa dell'immancabile riconquista di Roma preconizzata dalla propaganda, la Fondazione Luigi MicheletU ha organizzato una mostra è un convegno, aperto dalla prolusione di Deaktn e affollato di studiosi come De Felice, Tranfaglta, Quazza, ■ Collotti. Appunto alla propaganda è\ dedicata la mostra: con t manifesti, le riviste, i libri protesi alla ricerca del consenso. C'è II soldato che ti fissa, dal manifesto di Boc■ cosile, su unosfpMQidifexTO, ed\ fuoco? ««fi juolamenltiypi .sona l 1.1- .'iti' * )f«—*iti .. —.—~. „.—..~ -~ -. 'te dt mano ' itato^teaesche', espressioni di quella fraternità d'anni che è uno del valori celebrati dallo, sforzo propagandistico. Come osserva Mario Isnenghi, curatore della mostra, la propaganda punta plii sul proprio negativo che sul positivo. Il negativo, cioè l nemici, che sono molti, soddisfacendo così alla condizione mussollntana del «molto onore», e comprendono, nemici esterni e nemici Interni. Le potenze alleate che martellano il Paese con t loro bombardieri, e gli uomini della resistenza partigiana, i «banditi» della propaganda. E gli ilmboscatU,,sordi al richiamo delle armi. Contro costoro si addita il modello dell'eroe fascista, che continua a battersi per ti suo duce un po' malandato, al fianco del «camerata germanico». Ci si propone, dlce.Isnenghi, sia il recupero del vecchio squadrismo originarlo, sacrificato negli anni del compromesso con la monarchia, sia ti coinvolgimento di un nuovo squadrismo giovanile. Si tratta di far leva sulle generazioni nate sotto il fascismo, è dal fascismo condizionate. Ma quella leva funziona soltanto tn parte. Ecco la foto simbolo di un. orgoglioso rifiuto dt massa: t due ragazzi romagnoli che pendow da una forca, dove It hanno appesi quelli delle brigale nere. Tuttavia, lo. ammette un protagonista come Giancarlo Pajetta, c'erano giovani in buona fede nelle file di Salò: cosi come «del disperati, degli scervellati, del poveracci». Noi, dice Pajetta, dovevamo sparare anclte a chi ci combatteva in buona fede: anzi, a maggior ragione, perché quelli erano i nemici ptu pericolosi. Gli scherani ■ Pajetta annuncia che ancora oggi t suol ricordi di resistenza, nella fattispecie certe parti del suo libro Ragazzo Rosso, sono oggetto di attenzioni giudiziarie. Poi nega che in quegli anni si combattesse in Italia una guerra civile: se cosi fosse, spiega, non avrebbe risparmiato le zone liberate del Paese. Fu guerra di libera.ztone, guerra dt popolo contro le truppe tedesche dt'occupazione e gli alleati interni..Oli scherani, come si diceva allora. I quali celebravano t lóro miti: l'onore, che consiste nel «non voltare gabbana», il valore militare: «I nostri gradi, proclamano l marò della Decima Mas, non 11 conquistiamo a tavolino, ma In combattimento». S'inneggia al mito della virilità, cosi sospettocome tutte le fisiologie mitizzute, ma l canti Ut guerra indicano la donna Ideale da corteggiare nella Morte: .-Diamole un bacio sotto la mitragliai».1. I miti, e.i valori strapazzati, come quella, risorgimentale. Garibaldi, jter.Sesempio,' che ha il destino davverocurloso dt essere inalberato sia dai partigiani, cavie" sfmbolo delle formazioni calviniste, sta dal fascisti ^fte di lui uomo d'azione^ejfntwtonarchteo, pretendoifòtfygiiorare ìulrla con la cambia nera, Perfino,di Mazskii^.nuovq. fascio repubitficanq^ropfto cps perché repubblicano, tenta dt appropriarsi. A un contenuto propagandistico si limita, in fondo, anche il discorso della socializzazione. Il convegno si è avvalso nel contributi In materia dt Renzo De Felice e Massimo Legnani:. quest'ultimo sottolinea come tn quella economia disastrata, afflitta dalle Incursioni aeree e dalle requisizioni tedesche, restasse ben poco spazio, anche volendo, per esperimenti di riforma sociale. Propaganda ti ricorso alle figure sacrali: dal duce pronto all'appuntamento con la storia nel suo ritiro lacustre, a Rodolfo ià^nàfe^ 9f%rff oglio», a Giovanni Gen¬ tile, il filosofo che regala al regime un'aureola dt alto prestigio intellettuale, e che cade ucciso tn circostanze misteriose. Tocca a Luciano Canfora, autore dt un saggio recente, La Sentenza, sulla morte di Gentile, portare al convegno il ricordo dt quella figura tormentata, e del duellt mortali che lo contrapposero a Concetto Marchesi nelle file antifasciste, a Ezio Maria Gray fra gli uomini di Salò. Un dato emerge costante, dalle relazioni e dalla mostra, a caratterizzare il teina. E' il rapporto fra la Repubblica e le forze armale dt Hitler che la contrpllanp.lnjatti prima ' ancora : che '"« còda velenosa, del fàfeclsmo»,. la Bri è uno'.Stalo' jantasrna ostaggio della Wehrmacht. Non è mal esistita, a Salò, una vera sovranità. Con alcune conseguenze dt enorme gravità storica. Per esempio in materia di persecuzione degli ebrei: che diventa sistematica, superando le antiche riluttanze dell'Italia fascista, proprio per la pressione delle forze tedesche. Silurato Non tutti gli uomini di Salò considerano tollerabile questo vassallaggio. Per esemplo Renato Ricci, il «fascista Integrale» dt cui parla ti biografo Sandro Setta. Comandante della Guardia na'Ztonàlé repubbltca'nafchè è' nàta dalla confluenza nella milizia del carabinieri e' Mici'. 'polizia coloniale, Ricci si scontra presto con la pretesa tedesca dt determinare organici, ruoli, destinazioni. Cosi 'va da Mussolini a protestare: .ma ti duce lo ascolta con Infastidita insofferenza, poi esonera Ricci, assume personalmente ti comando della Quardta, e si mette così nella condizione paradossale di. subordinato rispetto al maresciallo Graziani. Tutto questo perché? Perché non sono ammesse, nella Repubblica vassallo, alzate di testa, contro i «camerati germanici». Non tocca forse a loro, e alle nuove armi che stanno mettendo a punto, il compito di recuperare % quest'altro mito, là'vittoria', che l disfattisti considerano infranto? \ .7 -AlfredoVenturi \ : \ Brescia. Alcuni manifesti della propaganda repubblichina esposti alla mostra organizzala, con un convegno storico, dalla Fondazione Luigi Micheletti