Opec, ognuno per sé

Qpec, ognuno per sé Difficile dialogo al summit di Vienna Qpec, ognuno per sé Molti Paesi vorrebbero produrre di più e aggiudicarsi maggiori spazi individuali su un mercato che non ha posto per altro greggio VIENNA — Più di metà 13 Paesi dcll'Opec, dall'Iraq alla Libia, premono per po-1 ter produrre di più ma sul mercato non c'è I spazio per altro petrolio, per cui l'unica soluzione sarebbe che gli altri accettassero di pomparne di meno. A Vienna alla conferenza straordinaria del cartello gli occhi si sono puntati sull' Arabia Saudita che con 1 suol 3 milioni di > barili al giorno (Il dato è stato fornito dal ministro Yamani) detiene di gran lunga la quota maggiore. Ma Yamani ha dichiarato che 1 sauditi non hanno la minima Intenzione di rinunciare ad un solo barile. A questo punto la conferenza è giunta ad un'Impasse tanto che TEquador, che già produce centomila barili in più del dovuto, cioè 280 mila Invece di 180 mila, ed aveva chiesto una sanatoria, ha dichiarato che aveva poco senso continuare a discutere e non ha partecipato alla ripresa pomeridiana dei lavori. Il capo della delegazione equadorlana, Santos Alvlte, si è recato alla sua ambasciata per mettersi In contatto con 11 suo governo e decidere sul da farsi. Alvlte ha però smentito, definendola «non vera» ed 'esagerata* la notizia secondo la quale TEquador mediterebbe una rottura con l'Opec. Yamani da parte sua è parso irremovibile. D'altra parte, l'analisi degli esperti dell'Opre non lascia adito al dubbi: anche nei prossimi mesi con 11 maggior consumo determinato dall'Inverno non è prevedibile che 1 tredici Paesi riescano a vendere di più del 16 milioni di barili che costituiscono 11 tetto globale in vigore. Anzi, se si arriva a 16 milioni si tratta di un ottimo risultato rispetto agli ultimi mesi, luglio-settembre, quando in complesso l'Opec ha prodotto sul 14,5 milioni di barili al giorno. Dopo aver per anni accettato il ruolo del buon samaritano, rispettando 1 prezzi ufficiali e rlducendo la produzione anche a metà della sua quota per alutare l'Opec a «tenere-, l'Arabia Saudita ha colto l'occasione di questa 75' conferenza del cartello per rendere ufficiale la svolta già anticipata con una serie, di gesti e di dichiarazioni. Yamani ha confermato ad un giornalista la firma di contratti di forniture a prezzi ■netback-, collegati, cioè, a quelli di mercato. E' la prima volta che un esponente ufficiale di Rlad conferma chiaro e tondo questa «violazione» della scaletta del prezzi dell'Opec, già denunciata come piena di pericolose Incognite dallo stesso presidente dell'Opec, Subroto. Se c'è più spazio per vendere petrolio nel prossimi mesi, 1 sauditi vogliono evidentemente essere in buona posizione per riconquistare quote di mercato perse negli ultimi tempi a causa della tenacia coti cui avevano tenuto fermo sui prezzi. Ad agosto si erano ridotti a produrre poco più di due milioni di barili, il minimo in vent'anni, ma grazie al nuovi contratti a prezzi scontati a settembre sono risaliti a tre milioni circa, e vogliono avere le mani Ubere per arrivare se è il caso, fino a 4,3 milioni. Ma gli altri non intendono tirarsi indietro: come TEquador, anche l'Iraq ha chiesto ufficialmente uiv aumento di quota, annunciando di averlo già attuato di fatto, elevando da 1,2 a due milioni di barili la sua produzione, e facendo cosi la guerra all'Iran anche sul campo commerciale, attirando a sé 1 giapponesi, clienti tradizionali di Teheran, che trovano però più sicuro attraccare a Yanbu, sulla costa saudita del Mar Rosso, dove sbocca un nuovo oleodotto Iracheno. Ma anche Iran, e Oabon, Qatar e Emirati arabi uniti han chiesto di produrre di più, nonostante qualche recupero del prezzi sul mercato Ubero, reso possibile in questi giorni dai bombardamenti, iracheni su Kharg. r. s.

Persone citate: Santos Alvlte, Yamani