«Il mio slalom da sindaco»

«Il mìo slalom da sindaco» Piero Gros a Sauze d'Oulx ora è numero uno anche in politica «Il mìo slalom da sindaco» E' e rimarrà un monumen- j to nella storia dello sci alpi-j no. Piero Gros ha vissuto da protagonista l'epoca magica della «valanga azzurra»,; quella stagione fatata e probabilmente irripetibile in cui un secondo o un' terzo posto . di Thoeni, Gros, Radici, Bieler, Strlcker, Schmalzl e tanti altri facevano già arricciare il naso, tanto eravamo felicemente onusti di vittorie. Gros ha vinto molto (basti ricordare le sue «perle» più luminose come la Coppa del Mondo e la medaglia d'oro in slalom alle Olimpiadi di Innsbruck del 1976) e ha dato molto allo sci azzurro. Ma ne ha ricevuto in eguale misura? »A Quattordici anni, dopo la terza media — dice Piero — ho dovuto sospendere gli studi: scuola e sci per me erano incompatibili. Certo che il poter girare il mondo, il dover ■ badare molto a se stessi, l'essere sempre sul /ilo del rasoio per fare il risultato sono esperienze formative che ti fanno diventare uomo molto prima del previsto.' In questo senso lo sci mi ha dato molto perché mi ha concesso un'apertura mentale che valica i confini di una cultura fatta sui bandii di scuola. Il solo rammarico è forjse quello di essere stato ai vertici dello sci mondiale in Un'epoca in cui il denaro proprio non correva a fiumi Ma allora tanti campioni venuti alla ribalta dieci, o vent'anni prima di te come facevano a vivere? Salta subito agli occhi il caso di Zeno Colò. «E' naturale cìie un confronto è improponibile — continua Piero — negli Anni Cinquanta una vittoria olimpica o ai ■ Campionati del Mondo non muoveva il giro di miliardi che sposta ora. Se pensi comunque che io ho ricevuto per la mia prima vittoria-bomba a Val d'Isère un milione e 800 mila lire (anche se di allora ovviamente) capisci come, restando su questo trend, i miliardi non li abbiamo fatti né io né Gustavo che ha vinto piti di me. Per carità, facendo un altromesticre, ma tuttavia meno rischioso e stressante, non avremmo guadagnato cosi, ma in confronto a Stenmark o Oirardelli sembriamo miserabili». Piero Oros ora ha 31 anni, vive sempre nella sua Sauze d'Oulx, ha sempre un fisico in piena forma ed è padre felice di un bimbo di quattro anni che naturalmente scia già benino. Ha il rimpianto di essere un po' ai margini del móndo dello sci (cura le relazioni pubbliche per una Casa di rivoluzionari attacchi e per un'industria di abbigliamento sportivo che ha visto 1 natali proprio a Sauze) mentre avrebbe preferito continuare con un lavoro, tipo allenatore, in seno alla federazione. . Da qualche mese forse però non avrebbe più il tempo. Sauze d'Oulx infatti, e credo sia un caso quasi unico in Europa, ha come sindaco un vincitore di Olimpiade. -Il mondo dello sport vissuto per anni ad alto livello — dice Gros — probabilmente mi aiuterà a muovermi con agilità nel lavoro di amministratore. Certo die i problemi qui a Sauge sono innumerevoli già soltanto per l'ordinaria amministrazione e diventano miriadi se vogliamo riportare a galla il nostro paese che come centro sciistico stava rischiando di cadere nell'oblio. Primo, grande impegno, l'acquedotto, perché non si ripeta piti il tragico Natale scorso dove i turisti (e naturalmente anclie noi) potevano scegliere ogni tipo di bevande ma non avevano un bicchiere d'acqua per lavarsi i denti. Stiamo lavorando per il potenziamento con una spesa di 900 milioni e se il tempo, mantenendosi al bello, ci consentirà di ultimare i lavori, dovremmo essere sicuri al 90 per cento di non avere inconvenienti. Il prossimo anno una seconda trancile di opere polenzlerà di molto gli impianti permettendo di garantire anche la portata indispensabile per i cannoni dell'innevamento*. Insieme con l'acquedotto fervono i lavori per 1 depuratori, poi si passerà al recupero del centro storico (Sauze è uno dehojjochi Comuni di montagna -con un vecchio nucleo abitativo che dovrebbe essere valorizzato), poi bisognerà pensare ai parcheggi, sempre cosi carenti, poi agli alberghi perché il piano regolatore individua due zone per questo tipo di edilizia, poi, poi... «Non. mi aspetto certo un compito facile — dice Piero — ma posiiamo farcela. Ami credo che dovremmo riuscire a ogni costo perché se fra cinque anni l'autostrada del ■Fréjus sar$, ultimata e noi non saremo pronti ad accogliere un tfrìnbvato flusso turistico, è òbolo che sia i privati che le agenzie si dirigeranno altrove. Già in questi primi anni •dobbiamo, verificare la nostra disponibilità a pensare alla prima fase di crescita. Avere un partner come Sestriere, proprietario degli impianti di risalita, così disponibile, a nVQVi investimenti e non potere,'essere sulta stessa lungliezzà'd'onda è indisponente. Ma ho fiducia che presto saremoyitl gran forma e che il nome di Stime riacquisterà il peso cheineriia*

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