La donna gigante vola e le tigri ballano nel circo della Carter

Un romanzo fiabesco della scrittrice inglese Un romanzo fiabesco della scrittrice inglese La donna gigante vola e le tigri ballano nel circo della Carter SOPHIE Fevvers (pronuncia cockney di «feathers», piume), nata da un uovo, fu trovata in un paniere e allevata in un bordello, dove la sua Interessante anomalia — la presenza di un palo di ali saldamente incollate alle spalle — fu sfruttata In quadri plastici: figurò in particolare come 11 fanciullo Eros, finché non le furono spuntati anche due seni opulenti. In seguito, raggiunto il metro e ottantacinque di statura e gli ottantotto chili di peso, Fevvers sarebbe diventata l'attrazione principale di un circo famoso in tutto il mondo. Nella prima delle tre parti in cui si articola l'ottavo romanzo della estrosa scrittrice inglese Angela Carter — Notti al circo — la star Sophie assistita da Llzzie (la striminzita,' appassita, religiosissimaex prostituta che la tirò su e che ora le fa da compagna e da inserviente) racconta diffusamente la storia della sua vita a un intraprendente giornalista americano; l'anno in corso è il 1899. A spizzichi, fra bevute omeriche e colossali spuntini, la glgantessa volante e la sua famula evocano Inoltre una sterminata galleria di freaks ospiti della casa per pervertiti di Madame Schreck, dove Fevvers ap-' prodò dopo la chiusura del postribolo: la Bella Addormentata (una fanciulla afflitta da malattia del son¬ no, esibita a pagamento), la Ragazza Ragnatela, la, Meraviglia del Wlltshire (una donna di dieci centimetri), e via dicendo. Nella seconda parte del libro 11 circo con Fevvers si trova a San Pietroburgo: pur d! seguire l'appetitoso' soggetto dei suoi servizi il giornalista si è arruolato nella compagnia come clown. Ora le disavventure capitano soprattutto a lui, che in particolare per poco non viene divorato da una tigre affrontata per salvare una derelitta (anche di costei ci viene raccontata la pietosa storia precedente: orfana in circostanze drammatiche, fu sottoposta a ogni genere di violenze e di atrocità prima di approdare al circo diventandovi la schiava dell'Uomo-sclmmla). co; più tardi ancora, Henry James e James Joyce avrebbero tentato di riprodurre fedelmente il funzionamento della mente umana, e con loro quanto avviene all'interno dell'uomo sarebbe diventato più Importante del fatti esterni, ma non meno tangibile. Oggi un filone sempre più consistente della narrativa sembra invece guardare indietro, al lontani progenitori del romanzo borghese, ossia al romances medioevali e alessandrini: racconti sgangherati e fantastici, pieni di episodi mirabolanti, con ampio intervento del soprannaturale e scarso approfondimento psicologico del personaggi. Notti al circo appartiene senz'altro a questa categoria fiabesca, nella quale inserisce come componente moderna una ironia tendente al grottesco, con largo uso di scatologia, violenza ed erotismo un po' macabro. Il risultato sembra gradito agli appassionati del genere, categoria alla quale, tanto vale gettare la maschera, il vostro recensore non appartiene affatto. Non per questo egli vorrà tuttavia disconoscere all'autrice il pieno dominio del mezzo espressivo che si è scelta. Masolino d'Amico Angela Carter, «Notti al circo», trad. Maria Giulia Castagnone, Feltrinelli, 341 pagine, 19.500 lire. di sbarazzarsi dell'Ingombrante Fevvers con un atto di sabotaggio. Ulteriori mirabolanti avventure capiteranno a1 questa colorita troupe nel-' la terza parte, che contiene Il viaggio di trasferì-: mento del circo in Siberia, con tanto di assalto al treno da parte di certi briganti Idealisti. Seguono incontri con del boscimani, con uno Sclamano, e via dicendo, fino al trionfo finale dell'amore. Sopra abbiamo definito Notti al circo «romanzo», adoperando il termine che figura nel frontespizio, e' che tradurrà l'inglese «nove!». A rigore tuttavia il lavoro «romanzo» non è: nel senso che non si tratta, si sarà visto dal breve riassunto, di un racconto fondato sulla verosimiglianza del fatti e delle reazioni di coloro che visorio coinvolti. Il romanzo classico («novel») nasce nel XVIII secolo a benefi-. ciò di una classe sociale, assetata di realismo e di reportages; i primissimi romanzi sono addirittura' del finti diari, delle finte testimonianze di vita vissuta, Il cui vero autore si nascondeva (Defoe non figurava sulla copertina di Robinson Crusoe, 11 pubblico non doveva mangiare la foglia). Un secolo dopo, Walter Scott avrebbe applicato al passato il minuto realismo con cui 1 suol predecessori avevano raccontato 11 presente, Inventando 11 romanzo stori¬ «Il canto dell'orco

Luoghi citati: San Pietroburgo, Siberia