Wilbur Smith inventa un eroe play-boy contro il terrorismo di Renato Ghiotto

Romanzo: «Un'aquila nel cielo» Romanzo: «Un'aquila nel cielo» Wilbur Smith inventa un eroe play-boy contro il terrorismo stato tradito, mi sono allontanato da lui con le la-crime agli occhi. A Cari riusciva sempre di traspor-. re ciò che era alto e importante su un piano basso e triviale, e la vita che poco prima era emozionante, ^perdeva d'interesse e si tingeva di grigio..... Lagercrantz, insomma, a un certo punto del suo studio di Conrad, si convinse che 11 grande scrittore anglopolacco avrebbe potuto fargli da Virgilio nel viaggio attraverso la' sua vita. Aveva settantanni, decise di esaminare la sua vita ormai avviata verso la conclusione lasciandosi guidare dall'amato Joseph Conrad. Ma il piano gli si rivelò alla lunga troppo grandioso per le forze che si ritrovava, e Lagercrantz fini per sollevare Conrad da qualsiasi responsabilità. Il primo cerchio contiene invece una parte del materiale raccolto da Lagercrantz sulla sua giovinezza. Del progetto originarlo resta qualche bagliore. Ma è una cosa In più e neppure richiesta dal lettore, affascinato da questa prima' parte di autobiografia dedicata alla terribile giovinezza di Lagercrantz, al suo formarsi di scrittore quasi per eredità inevitabile di una vicenda familiare, alla descrizione e narrazione della sua fami- glia in angustie, specialmente delle donne di questa famiglia, da Agnes, la madre folle, alla sorella Lottle, ossessionata da rane, rospi e lucertole finalmente suicida, l'altra metà del mondo contrapposta a quella del padre ostinato fautore del capitalismo scandinavo. Un libro potente e vivificante. Oreste del Buono Olof Lagercrantz, .11 mio primo cerchio», Marietti, 133 pagg., 18.000 lire. di pus, divenendo lustra e umida, calva e di un rosso acceso, del colore di un cocktail alla ciliegia, à mano a mano che 11 tessuto si formava. Al posto delle orecchie c'erano due linguette contorte e bitorzolute. La doppia fila di denti appariva straordinariamente bianca e perfetta, là dove le labbra erano state divorate dal fuoco. Una lunga lama bianca di osso esposto indicava la mascella. Il naso era un moncherino in cui le narici sembravano i due buchi delle canne di un fucile. Solamente gli occhi erano ancora belli: indaco scuro e bianco immacolato tra palpebre di un impressionante rosso acceso a punti neri messi con precisione». Non tutte le disgrazie vengono però per nuocere, perché ridotto in questo stato, ed espulso dall'aviazione israeliana, David può almeno convincere finalmente Debra (che è sempre cieca) a sposarlo. Insieme si ritirano in un'immensa fattoria africana, decisi a farne un santuario per la conservazione della fauna selvaggia. Se e come ci riusciranno, quali nuove violenze turberanno ancora la loro esistenza, e di quali frutti positivi esse ancora una volta pur dolorosamente saranno foriere, Wilbur Smith racconta in un'altra centoclnquantina di pagine che per rispetto di chi non ha ancora letto il libro faremo a meno di raccontare. Masolino d'Amico Wilbur Smith, «Un'aquila nel cielo», trad. Giacomo Erba, Longanesi, 399 pagine, 20.000 lire. UNO dei bestseller della corrente estate è un libro del fortunatissimo romanziere sudafricano Wilbur Smith, che lo aveva pubblicato nel 1974. Un'aquila nel cielo arriva ovviamente sulla cresta dell'onda di altri trionfi, sette dei quali editi in italiano da Longanesi. Oltre alla garanzia evidentemente ormal offerta dal solo nome dell'autore, che evoca fantasia, copia di particolari raccapriccianti, e perizia nella descrizione di ambienti e mestieri poco consueti, alla base del successo di questo volume c'è una formula collaudata da qualche millennio, che si può sintetizzare cosi: «Serie di mirabolanti avventure e di raccapriccianti disgrazie capitate a un eroe, fallibile perché umano, comunque di grande cuore e di altissimo lignaggio». Quest'ultimo attributo non è secondario, i protagonisti della tragedia non sono gente come noi: Edipo, Agamennone, Macbeth, Lear, sono re. David Morgan è l'erede di un impero finanziario, nel Sudafrica. E' anche giovane e bellissimo: «Era una cosa quasi indecente che del capelli si arricciassero a quel modo, con slmili riflessi scuri, che una pelle fosse tanto serica e cosi delicatamente sfumata, che due occhi possedessero una profondità e un fuoco slmili». Ma a questo semidio la finanza va stretta, egli è infatti nato per volare; è •uno del rarissimi individui... il cui elemento naturale [è] l'azzurro». Dotato di portentosi riflessi, mentre studia diventa pilota di Ferrari e di jet, e poi invece di occupare il posto destinatogli dallo zio nell'azienda di famiglia, avendo lussuo■ samen te scorrazzato per l'Europa a bordo di fuoriserie, incontra il suo destino con i piedi negli stivaletti neri di una flessuosa ragazza israeliana. Il suo sangue ebraico da parte di madre non è acqua. David la segue a Gerusalemme, assume quella cittadinanza ed entra in quella aviazione militare. E cominciano l guai. A una festa di nozze dei terroristi arabi prima di essere falciati a loro volta (a uno schizza fuori il cervello, che è .color senape.) massacrano la sposa e accecano Debra, la ragazza di David. Per orgoglio lei quindi lo lascia libero, e dal suo isolamento scrive un libro che lentamente diventerà famoso, Instante David, assetato dì vmdeita; àfàr&? fitta di ogni occasioneper colpire gli ara- ' bi dal suo Mirage; fino a cacciarsi, vioi landò le consegne, in un'operazione rischiosissima, dove dopo una serie di duelli aerei (spiegati con plausibile linguaggio tecnico, per il quale l'autore ringrazia «il maggiore Dick Lord e 11 tenente Peter Cooke», e il traduttore, Silvio Lora-Lamia, che gli ha segnalato affascinanti termini angloitaliani come .elettabtle.) finisce col jet distrutto e con le fattezze malconce. «La testa fu ripulita dai suol rivoletti Su questo sfondo la storia d'amore tra Francesco e Bea, la bellissima ed ermetica moglie di Max, va letta in filigrana, come un tappj5tfl.,chj6 sveJ^U^sua,, preziosità nella tessitura del rovescio; Scontato màirealistico 11 finale: il ruolo di amante clandestino sta stretto al protagonista e la donna non sa rinunciare al suo mondo dorato di ricchezza e prestigio sociale. Massimo Romano Renato Ghiotto, «Rondò», Rusconi, 167 pagine, 15.000 lire.

Luoghi citati: Europa, Gerusalemme, Sudafrica