«E' stato terribile, un inferno: sembrava la fine del mondo» Il drammatico racconto di due sposini pavesi in viaggio di nozze di Amedeo Lugaro

«E9 stato tenibile, un inferno: sembrava la fine del mondo» Il drammatico racconto di due sposini pavesi in viaggio di nozze «E9 stato tenibile, un inferno: sembrava la fine del mondo» Il drammatico racconto di due sposini pavesi in viaggio di nozze Dovevano tornare a casate non erano crollate - PAVIA — .E' stato terribile, non ci sembra vero di essere usciti da quell'inferno, sembrava la fine del mondo: facciate di palassi che crollavano, incendi, grida, pianti, inocchine impazzite, marciapiedi sollevati, polvere, vento, sirene di ambularne, polizia, vigili del fuoco. Siamo vivi per miracolo-. Parole angosciate, commosse, Interrotte a tratti da brevi silenzi. A pronunciarle con un nodo alla gola sono Annalisa Ranzini, 26 anni, e Luigi Canipari, 32 anni, una coppia di sposi pavesi, scampati dall'inferno di Città del Messico. La coppia, che risiede alla frazione Barona di Al- «Staiupa Sera» di oggi 23 settembre 1985 è uscita in 528.530 esemplari btCmsgicslsrud STAMPA SERA Michela Torre direttore responsabile Cario Bramardo vicedirettore Editrice LA STAMPA SpA Prendente Giovanni Agnelli Vicepresidente Vittorio Caissotti di Chiusane Amministratori: Luca Corderò di Montezemolo Umberto Cuttica Giorgio Fattori Giovanni Giovannini Carlo Masseroni Francesco Paolo Mattioli Sindaci Alfonso Ferrerò (presici ) Luigi Demartini Giovanni Peradotto Direttore Generale Paolo Paloschi Stabilimento tipografico La Stampa Vìa Marenco 32 Torino Stampa in fac-simile. GE.C SpA via Ti burli n a 1099. Roma Stampa in faC'Simile S T s SpA Quinta strada 35. Catania © 1885 Edit. LA STAMPA SpA Registrazione Tribunale di Torino n 613'1926 CERTIFICATO N. 735 DEL 6-12-1984 sa proprio quel giovedì - La La ricerca di un taxi, la buzzano (un paesino alle porte di Pavia), si trovava a Città del Messico in luna di miele. Vi erano arrivati 1*11 settembre scorso e proprio giovedì, alle 15.30, dovevano imbarcarsi per far ritorno a casa. La terribile scossa li ha sorpresi pochi secondi dopo le 7,15, nella loro camera, al settimo plano dell'Hotel Florencla, una costruzione di undici piani nella «zona rosadi Mexico City. -Mia moglie era ancora a letto — dice Luigi Camparl, caposala alla clinica traumatologica del San Matteo di Pavia — mentre io ero nel bagno, mi facevo la barba. Improvvisamente mi è sembrato di avere un capogiro, non riuscivo più a stare dritto, mi sono aggrappato al rubinetto per non cadere. Ho sentito uno scricchiolio cupo, mi sembrava die la parete di fronte mi venisse contro, piegandosi verso di me. Solo allora ho capito del terremoto-. Annalisa Ranzini, che sino a quel momento aveva ascoltato in silenzio il racconto del marito, prendendogli una mano aggiunge: -Mi sono svegliata subito anche perché tremava tutto. In pigiama sono corsa in bagno. Mio marito mi ha guardato e abbracciandoci ci siamo buttati sul pavimento. In quel momento ho cominciato a pregare pensando che non saremmo più tornati a casa, che saremmo morti sotto le macerie dell'hotel che continuava a scricchiolare come se dovesse crollare da un momento all'altro». Quel viaggio a Città del Messico, i coniugi Campar! lo avevano desiderato da sempre. Avevano risparmiato per anni, pensandoci. Era il loro sogno nel cassetto. Il loro a loro camera era al settimo disperata corsa verso l'aerviaggio di nozze dovevano viverlo nella città che fu la capitale dell'impero azteco, la cui storia appassionava entrambi. Si erano sposati l'8 settembre e il 10 erano partiti. Per la coppia erano stati giorni felici. Proprio quel tragico giovedì dovevano lasciare la capitale messicana: la mattina, il terremoto li ha sorpresi. -E' durato vochi minuti, un'eternità per elli si trova tra la vita e la morte — sottolinea Luigi Camparl —. Appena la terra ha smesso di tremare, slamo corsi lungo le scale, così come ci trovavamo. Era tutto buio. La scala era rotta in più punti, ina le tra¬ Contatto diret o piano: sono riusciti a fuggieroporto - Dovunque, scene e . a ¬ versine di ferro tenevano. Non c'era ressa. Tutti, vestiti sommariamente, scendevamo con ordine. Appena fuori ci siamo guardati intorno: non c'era molta devastazione, alcuni palazzi avevano le facciate inclinate in avanti, ma tenevano ancora: solo qualcuno era crollato in parte. Non immaginavamo una tragedia così grande-.- -Per fortuna avevamo preparato le valìgie la sera prima — precisa la moglie — dovevamo solo ritornare su a prenderle. Luigi non ha avuto esitazioni: è risalito, ha preso la nostra roba e così ci siamo vestiti in strada e abbiamo bloccato un taxi. L'autista to fra ministero d gire al buio, scendendo le sc di devastazione - Il volo non voleva saperne. Alla fine 10 abbiaìno convitto e così ci siamo fatti portare all'aeroporto: è stato uri viaggio da incubo-. -Solo uscendo falla "zona rosa" ci siamo resocónto delle proporzioni del terremoto — dice il marito -4' srJno stati circa quaranta V chilometri d'inferno. Interi palazzi accartocciati, stradrìcon larghe e profonde crepe, marciapiedi affossati di circa \due metri, oppure ondulati, funio e polvere avevano qua\l oscurato 11 cielo. Ovunque incrociavamo ambulanze, camion utilitari, squadre di soccorso civile. Il tassista ha pianto e imprecato per tutto il viaggio: egli Esteri e la no scale, che fortunatamen per l'Italia, la salvezza e i a a e — i ri e i i, o era sconvolto. Siamo stati i primi ad arrivare all'aeroporto. Appena scesi — precisa Luigi Camparl abbracciando la moglie commossa — ci slamo sentiti veramente salvi-. All'aeroporto hanno subito cercato di telefonare alle famiglie, ma non funzionava più niente. Si sono messi In un angolo in attesa di parti re. Alle 16 (mezz'ora di ritardo dovuto al controllo della pista) il loro aereo è decolla to: il primo aereo che lascia va Città del Messico subito dopo la catastrofe. Solo allora gli sposi, guardando la terra devastata, hanno cominciato a piangere. Amedeo Lugaro stra ambasciata