«Le sofisticazioni e l'alcolismo tra i peggiori nemici del vino»

«Le sofisticazioni e l'alcolismo tra i peggiori nemici del vino» Parla Mario Fregoni, nuovo presidente delPOiv «Le sofisticazioni e l'alcolismo tra i peggiori nemici del vino» PIACENZA — L'C//ice International de la vigne et du vln (Oiv) ha un nuovo presidente, Mario Fregoni, titolare della cattedra di Viticoltura dell' Università cattolica Sacro Cuore di Piacenza. Il professor Fregoni negli ultimi 15 anni ha ricoperto molte importanti cariche nell'Olv, che con la sua struttura intergovernativa raggruppa 33 Paesi produttori (dall'Europa alle Americhe, all'Australia, all'Africa) e costituisce una sorta di «ONU del vino». Gli abbiamo chiesto di tracciare un quadro della situazione vitivinicola Internazionale e dei suol più gravi problemi. «La viticoltura mondiale si basa su circa 50 Paesi produttori e interessa una superficie di circa 10 milioni di ettari, recentemente in leggera flessione. Ci sono però movimenti da continente a continente con una diminuzione in Europa e un aumento nelle Americhe, da vecchi a nuovi Paesi consumatori quindi. C'è anche uno spostamento da Nord a Sud e dalla collina alla pianura. I primi problemi sono quelli di occupazione legati alla sovrapproduzione che nel mondo si assesta, a seconda degli anni, da 50 a 70 milioni di ettolitri di vino, senza contare le uve da ta¬ vola. L'aumento della produzione ad ettaro è parallelo a quello della produzione mondiale, passata nel giro di 10-15 anni da 250 a 350 milioni di ettolitri.. E che cosa succede sul fronte del consumi? •Qui la tendenza è alla diminuzione, soprattutto nei Paesi europei dove le bevande "industriali" fanno una dura concorrenza al vino; c'è per contro una crescita di consumi nel luoghi dove il vino rappresenta un fatto nuovo, ma quest'incremento non bilancia i cali. Le prospettive internazionali a livello commerciale non sono rosee. Questo fatto è naturalmente preoccupante. 'Molto preoccupante, bisogna impegnarsi per un impiego corretto del surplus vitivinicoli che attualmente vengono smaltttt con la distillazione, il rimedio più triste che si possa immaginare-, Qual è la politica dell'Oiv in questo contesto? 'Innanzitutto quella della qualità, bisogna spingere su prodotti die abbiano un mercato e quindi un futuro. Un altro punto è quello della "definizione'" del vino che l'Otv ha già dato da tempo e non intende cambiare: il vino deve essere unicamente il prodotto della fermenta¬ zione dell'uva e nicnt'altro, quindi non si parli di zucdiero o "cooler". Altre linee del nostri programmi sono quelle riguardanti l'uniformità nell'etichettatura del vini e un' uniforme legislazione in proposito; senza contare ■ due grandi temi quali la lotta alla sofisticazione e all'alcolismo, di cui il vino, contrariamente a quanto si dice, in molti Paesi è considerato una terapia-. E quali sono i vostri programmi operativi? - 'Stiamo preparando servizi computerizzati per le stattstldie, le legislazioni vinicole, la bibliografia scientifica, i metodi di analisi e di coordinamento repressione frodi, nonché un servizio a largo respiro per le Informazioni tecniche-. Com'è la situazione italiana? 'L'Italia è il più grande produttore di vino e i problemi quindi risultano acuiti; si sente il peso della scarsa organizzazione del servizi e dell'assistenza tecnica die non sono proporzionate alllmportanza economica e sociale del settore, manca inoltre una cultura vitivinicola e una sensibilità politica, il che significa trascurare gli interessi di un milione 600 mila famiglie-. Vanni Cornerò

Persone citate: Fregoni, Mario Fregoni, Vanni Cornerò

Luoghi citati: Africa, Australia, Europa, Italia, Piacenza