Fuori legge il 70 per cento degli impianti per iI calore di Gianni Bisio
fuori legge il 70 per cento degli impianti per II calore Difficoltà e costi elevati per l'adeguamento alle norme fuori legge il 70 per cento degli impianti per II calore Le preoccupazioni maggiori per gli edifici vecchi • Forti aumenti di tutti i materiali necessari Con temperature massime che raggiungono, e superano,' 1 30 gradi e minime notturne di 15-16 sembra assurdo par-' lare di riscaldamento, ma le nuove disposizioni sulla prevenzione incendi stanno già' riscaldando 11 clima delle assemblee condominiali. Quante centrali termiche o meglio, come recita la legge 816,. quanti rimpianti per la produzione di calore alimentati con combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 100 mila Kcalih» (una casa con 10 appartamenti medi) saranno In regola al 15 ottobre, giorno dal'quale sarà possibile accendere 1 termoslfonl? A Torino si può calcolare che almeno il 70-75 per cento delle centrali non siano a norma: moltissime sono state realizzate coni deroghe alla legge del '66, ora scadute. Anche per gli Impianti più piccoli, per 1 quali non è richiesto 11 Nop (Nulla osta prevenzione), essere in regola significa poter avere 11 risarcimento dall'assicurazione In caso di Incendio: altrimenti non sarà pagata una lira. l<e prescrizioni sono tante e alcune sono tali da mettere In difficoltà soprattutto chi abita In edifici vecchi, nel quali è spesso difficile (e in ogni caso molto costoso) reperire lo spazio e realizzare le condizioni di minima sicurezza richieste dalle norme. Impianto elettrico. E' uno del punti più critici: per anni si sono dimenticate le norme più elementari da parte di in¬ stallatori poco scrupolosi. E nessuno ha controllato. La messa a terra di una caldaia è difficile, quindi l'Interruttore di sicurezza differenziale, che deve essere, sempre all'esterno e piazzato In quel •quadro elettrico generale» che pochi hanno, diventa di difficile utilizzazione per le dispersioni di corrente. Accessi all'esterno. Qui i tecnici, per edifici di oltre 25 metri di altezza, vedono una discriminazione del gasolio rispetto al metano. Mentre per 11 primo è prescritto •sempre» un accesso dall'esterno .(elemento spesso Impossibile da realizzare), per gli impianti a metano basta un locale aritlcentrale. Risolvere il problema diventa cosi molto costoso, perché i vigili del fuoco hanno facoltà di autorizzare l'impianto a pat- to che esistano sistemi di sicurezza alternativa molto sofisticati (impianti automatici di spegnimento e allarmi elettronici). In taluni casi è ptù conveniente passare' dal gasolio al metano. Serbatoi. Devono resistere alla pressione di 1,5 atmosfere (quindi meglio se sono cilindrici, senza saldature a spigolo), essere separati dal locale centrale e non accessibili direttamente dalle cantine. Cioè, anche In questo caso occorre un locale antiserbatoio con porte omologate Rei (collaudate per tenuta alle fiamme, resistenza meccanica e isolamento termico). Il deposito di gasolio non deve essere superiore a 15 metri cubi, attorno deve avere un'intercapedine di 60 eni, essere sollevato di 50 cm dal pavimento e un metro al di sotto della volta. Intorno deve avere una vasca di contenimento capace del due terzi del volume del serbatolo per 1 casi di cedimento. Aerazione. Esistono precise disposizioni per dare aria al locali che ospitano caldaie e serbatoi, che devono avere finestre tra un ventesimo e un trentesimo dell'area coperta, con minimi stabiliti. L'aerazione artificiale (con aspirazione ed immissione forzata di aria), che ad esemplo, a Milano è tollerata, a Torino non viene accettata. Costi. Punto molto dolente: solo le pratiche per 11 Nulla osta prevenzione costano almeno un milione - un milione e mezzo» Gianni Bisio
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