Gli assistenti sociali nel limbo dell'incerto

Gli assistenti sociali nel limbo dell'incerto Dopo il ritiro del decreto che regola il diploma Gli assistenti sociali nel limbo dell'incerto Coinvolte in un clima di confusione quattro scuole piemontesi Che fine ha fatto il decreto che inquadra e regolarizza il diploma di assistente sociale? A maggio sembrava cosa fatta (si dava per certa già anche la firma del Presidente della Repubblica), ma poi il ministro dell'istruzione lo ha ritirato. Di quel documento non si sa più nulla. Unica traccia è un fotomontaggio della Gazzetta Ufficiale con una vecchia bozza del decreto fatta circolare negli ambienti interessati: lo scherzo di un burlone che molti hanno accettato come auspicio di una rapida soluzione, che purtroppo non c'è stata. Per progettare eventuali proteste, l'associazione nazionale assistenti sociali ha Indetto un'assemblea per domani alle 16 (piazza S. Carlo 197). La questione è complessa e, se trascinata ancora a lungo, rischia di penalizzare soprattutto I giovani. Il decreto «scomparso» rappresenta l'anello applicativo della legge 162 dcll'82: stabilisce che gli unici diplomi riconosciuti sono quelli rilasciati dalle Scuole ai fini speciali delle Università. Per ora, soltanto sette: a Siena, Perugia, Pisa, Parma, Firenze, Roma La Sapienza e Istituto pareggiato SS. Annunziata di Roma. La facoltà di Scienze Politiche dell'Ateneo toi .tiesc aveva chiesto ncll'83 l'autorizzazione a creare una scuola di servizio sociale, ma non è mal giunta risposta, anche perchè prima doveva diventare operante 11 decreto. Nel frattempo, gli attuali assistenti sociali (30 mila In Italia, 900 in Piemonte) e gli allievi dei 70 Istituti (4 in Piemonte) vivono nel limbo dell'Incertezza. Si profila per I neodiplomatl e per tutti coloro che hanno già lavorano un secondo esame professionale: una sorta di tesi da discutere In quelle sette sedi uni- versltarle riconosciute. Restano esclusi quelli che sono impiegati nei servizi pubblici, perchè hanno già sostenuto un concorso selettivo. •£' un prezzo che siamo disposti a pagare — dicono all'associazione assistenti sociali — purché la nostra professione abbia un riconoscimento definitivo e serio. Se fosse necessario, saremmo disponibili tutti a sostenere l'esame, compresi i colleglli che lavorano nel settore pubblico. Soprattutto non vogliamo che siano penalizzate ancora quelle scuole rigorose che, a decreto approvato, potrebbero rientrare rapidamente nell'ambito universitario». E' il caso del quattro istituti piemontesi che rappresentano una lunga tradizione di serietà nel settore. VI si accede a numero chiuso, dopo II diploma di scuola superiore. Hanno 360 allievi, di cui 120 che si diplomeranno tra novembre e febbraio e sono, quindi, interessati .con urgenza» all'approvazione del decreto. I corsi durano 3 anni, con frequenza e tirocinio obbligatorio. A Torino sono la Scuola supcriore di servizio sociale del Comune e l'Unsas convenzionata con il Comune, altre due sono a Novara e Cuneo. Da questa confusione restano fuori i corsi per la Formazione degli Educatori specializzati che In un primo tempo ne sembravano essere coinvolti. 1 problemi sono diversi, la professione più giovane. Se ne riparlerà in futuro, ni, vai.