I fuochi sacri di Springer
I fuochi sacri di Springer L'editore amburghese aveva lasciato il suo impero poche settimane fa I fuochi sacri di Springer Apprezzato dagli occupanti inglesi nel '45 per il suo conservatorismo: da allora una marcia irresistibile DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Poche settimane fa, Axel Caesar Springer, il magnate della stampa tedesca, aveva lasciato 11 suo Impero: adesso, ha lasciato la vita. Ucciso da una polmonite, sovrappostasi a un indebolimento generale, è morto a 73 anni, in un ospedale di Berlino Ovest. Il presidente della Repubblica federale, Richard von Weizsàcker, gli ha reso omaggio con queste parole: 'Springer aveva uh senso profondo del dovere e della libertà. Come nessun altro in Germania, aveva servito la città di Berlino, l'alleanza con gli Stati Uniti, la riconciliazione con il popolo ebraico'. Non tutti, però, sono pronti a firmare tale epitaffio. Per altri, Springer aveva iniettato nella vita tedesca veleni pericolosi. Un altro Murdoch allora? Un altro «cittadino Rane»? Un altro Press Tycoon, con ambizioni senza frontiere? SI e no. Perché questo era Springer, un uomo con idee nobilissime e nobilissimi fini, ma, allo stesso tempo, un editore noncurante del corrosivo sensazionalismo di varie sue pubblicazioni, soprattutto della Blld Zeitung, 11 più venduto quotidiano d'Europa. Poteva essere, senza sforzo, un conservatore illuminato e un reazionarlo infuocato. Vedeva, con lucidità eccezionale, le torve responsabilità naziste, considerava l'amicizia per Israele un dovere morale, ma metteva in un unico fascio, e bruciava, tutto ciò che era rosa o rosso. Tutta la sua vita era stata una marcia trionfale. Nato il 5 maggio 1912, ad Altona, una propaggine di Amburgo, figlio di un editore locale, il giovane Springer conquista, nel '45, la simpatia e la fiducia del vincitori, gli inglesi. Grazie alla sua anglofilia, che non perderà mai, ottiene le licenze per tre giornali. Fu un decollo Immediato. Già negli Anni Cinquanta, la Bild Zeitung vendeva milioni di copie e salirà poi a quasi cinque milioni e mezzo. Gradualmente, la scuderia si amplierà fino ad abbracciare Die Welt, la Berlìner Morgenpost, l'Hamburger Abendblatt, Hóreu, la Bild der Frau e numerose altre testa-' te. Tutte redditizie, meno la Die Welt. Le cifre riflettevano la potenza di Springer. Undicimila dipendenti, fra 1 quali 1300 giornalisti; otto quotidiani; un giro d'affari che, nell'83, aveva superata gli 850 milioni di dollari. Il sovrano al vertice di questo impero era però stanco e non aveva un delfino. Sposatosi cinque volte, aveva avuto tre figli, ma 11 prediletto, il principe ereditario, Axel Junior, si era suicidato nell'80. E cosi, dopo aver ceduto nell'82 una fetta del suo impero a un'altra «dinastia della carta», la famiglia Burda, Springer decideva, tre mesi fa, di vendere al pubblico il 49 per cento delle azioni della sua società. Aveva tenuto per sè soltanto 11 26,1 per cento del pacchetto. Nasceva una nuova società, con una robusta presenza dell'industria, soprattutto automobilistica. Il re aveva abdicato, era uscito dalla storia. Ma troppo controversa era stata la sua figura per essere dimenticata. 11 mondo Intellettuale ancora non gli perdonava le isteriche campagne della Bild Zeitung negli Anni Sessanta contro ogni tendenza radicale o quelle contro tutti coloro che, negli Anni Settanta, avevano cercato di capire, pur senza assolverli, i terroristi. Heinrich B011 era forse il nemico più implacabile del magnate, il cui giornalismo gli aveva ispirato il romanzo 'L'onore perduto di Caterina Bluvu. Bòli è morto il 16 luglio. Adesso, è scomparso Sprln«er- Mario Cirlello
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