Ancora superstiti del terremoto di Ennio Caretto

Ancora superstiti del terremoto Ancora superstiti del terremoto (Segue dalla 1' pagina) sola capitale, sebbene le autorità si ostinino a pubblicare statistiche meno terrorizzanti. Ufficialmente i cadaveri riportati alla luce oscillano dal duemila al quattromila, a seconda del ministero che dà le notizie: ma i feriti sono saliti a quasi 12 mila, di cui moltissimi gravi, e i dispersi a 28 mila. Di questi ultimi, la maggioranza vaga probabilmente nelle tendopoli alla ricerca dei familiari; ma migliala giacciono di certo sotto le rovine. Abbiamo parlato a Jeff Craft dell'Ufficio miniere del governo americano, uno dei capi del contingente dei tecnici stranieri. Ci ha riferito che i cani guidano i soccorritori — italiani, francesi, tedeschi, svizzeri, svedesi, statunilensi — dove sono sepolle dalle macerie le vittime del cataclisma. Speciali apparecchi determinano se sono vive o morte. «Se sono vive. Il si scava — ci ha spiegato —. Altrimenti si chiamano le ruspe e le squadre di demolizione». Il capogruppo italiano, 11 colonnello De Bartolomei del noslro ministero della Difesa, ci ha dichiarato che le sue unità cinofilo. 15 cani, 31 tecnici. 4 furgoncini della Croce Rossa. 2 jeep, lavorano all'albergo Principal e all'ospedale Benito Juarez. De Bartolomei è rimasto scosso dalle dimensioni della sciagu¬ ra: «Anche le tecnologie più moderne sono Impotenti di fronte a situazioni come questa». Nel centro storico devastato nessuno osa parlare di ricostruzione. Il dottor Jaimc Ayala della Sanità paragona la capitale dopo il terremoto alle città europee dopo 1 bombardamenti della Seconda guerra mondiale: «Ha lasciato sulla sua scia la stessa distruzione, gli stessi problemi, dagli orfa'nt alla borsa nera». L'angoscia attanaglia anche gli stranieri, perché lutti hanno qualche morto solto le rovine. All'ambasciata d'Italia, coadiuvato da funzionari instancabili, l'ambasciatore Ferretti cerca di rintracciare tulli i cinquemila membri della nostra comunità e le centinaia di turisti che erano in Messico quel terribile giovedì. Talvolta è un compito Impossibile, sia perché le autorità non riescono a risalire a ogni visitatore, sia perché quanti si trovavano in provincia non possono ancora mettersi in comunicazione con la capitale. Venerdì scorso, proclamando tre giorni di lutto nazionale, senza alcol né divertimenti, il presidente De la Madrid aveva preannunciato il ritorno alla normalità per ieri. Ma ieri le scuole sono rimaste chiuse, e le prime riapriranno solo domani. In molte fabbriche e uffici non si lavora per mancanza di elettricità o di acqua, o per 11 pericolo di al¬ tri crolli — qualche edificio cade ancora —, o per scarsità di personale. E la gente ha paura: nelle ultime 24 ore ha avvertito scosse di assestamento (da giovedì la terra ha tremato 75 volte), e rifiuta di tornare al chiuso. C'è come una spaccatura profonda tra la stragrande maggioranza della capitale, rimasta Intatta e coinvolta solo marginalmente in questo dramma, c il centro storico, con i suol tre quartieri sgomberati e le sue ferite insanabili. Ma il duplice terremoto ha bloccato alcune parti vitali di Città del Messico. L'attenzione del 18 milioni di abitanti si concentra .sulle cremazioni e sulle sepolture — nelle fosse comuni e negli stadi — dei morti di giovedì e di sabato. Le prime esequie hanno avuto luogo a San Lo- renzo Teronco, uno del più grandi cimiteri cittadini. E' stato cominovente;-' la folla premeva ai cancelli facendosi il segno della croce, un gruppo di ragazzi suonava con le chitarre una canzone religiosa triste, e dietro al feretri procedevano le colonne del parenti. Le scene più strazianti si svolgono nello stadio sportivo del Scguro Social, dove si raccolgono le bare delle vittime già identificate, e nel 16 obitori, uno per Comune, dove avvengono i riconoscimenti. E' sorprendente come in una città tanto povera, nonostante le ricchezze che sfoggia nel quartieri alti, e cosi duramente colpita dalla sorte, non siano ancora scoppiati tumulti, né epidemie. La Croce Rossa ha segnalato l'inizio di focolai di tifo c di varicella, e numerosi casi di te.tano. Sono stati arrestati trecento sciacalli,, responsabili di aggressioni e di saccheggi. Le . autorità cercano di sdrammatizzare la nuova crisi, puntando sugli aiuti, stra nierl per contenerla, in que sto clima, è ieri arrivata la moglie del presidente Rea gan da Washington: le radiotelevisioni l'hanno. criticata, perché sembra che fosse accompagnata da un. secondo aereo con la sua auto perso naie. La visita è durata poche ore. Ennio Caretto

Persone citate: De Bartolomei, De La Madrid, Ferretti, Jaimc Ayala, Jeff Craft, Principal

Luoghi citati: Città Del Messico, Italia, Messico, Washington