La Corte di giustizia della Cee conferma i tagli alla produzione del latte italiano

La Corte di giustizia della Cee conferma i tagli alla produzione del latte italiano Le aziende fortemente penalizzate, uno studio-denuncia del Federagrario La Corte di giustizia della Cee conferma i tagli alla produzione del latte italiano TORINO — Al profano la situazione può apparire assurda e incomprensibi-. le; l'Italia produce meno latte di quanto non ne consumi mentre i Paesi Cee, nel complesso, sono eccedentari; sicché la Comunità si è vista costretta a imporre dei tagli; a tutti, anche all'Italia, che deve quindi chiudere stalle e uccidere vacche e di conseguenza aumentare le sue importazioni, che già ora sono di 7 milioni di tonnellate l'anno e costano circa 200 miliardi di lire. Per mettere a fuoco questa situazione l'Istituto federale di credito agrario del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta ha' promosso uno studio, condotto dal prof. Giuseppe Porro, dell'Università di Torino, e dal dottor Secondo Rollo del Ccrls-Cnr. e pubblicato nella serie del •Quaderni agricoli». Il volume, «Il settore lattiero-caseario e la comunità economica europea» è stato presentato gio¬ vedì al Federagrario nel corso di un incontro al quale hanno partecipato, tra gli altri, i rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori e degli allevatori, quelli delle cooperative, funzionari della Regione Piemonte e gli assessori provinciali all'agricoltura di Torino, Bonansea, e di Asti, Fassino. «Tra il 1960 e il 1983 — ha detto il direttore del Federagrario, Giacomo Pareto sintetizzando lo studio di Porro e Rolfo — nella Comunità la produzione di latte è cresciuta del 48,8%». A questo hanno contribuito in particolare Germania, Francia, Gran Bretagna, Olanda e Italia "ina — ha aggiunto Pareto — tra questi Paesi i termini di crescita sono stati molto differenziati; in Italia .l'aumento è stato piuttosto contenuto, il 10,3%». Questo non è stato sufficiente a far ottenere all'Italia un trattamento diffe¬ renziato al momento dell'imposizione delle quote sicché il nostro Paese, già costretto a sacrifici in altri settori eccedentari, deve rinunciare, ha sottolineato Pareto, -a spazi produttivi pur praticabili e ad accetare il consolidamento di una dipendenza per gli approiwlgina-t menti dal partners europei». Situazione senza via d'uscita? Sembra di si. Il prof. Porro, nel corso del dibattito seguito alla relazione di Pareto, ha reso nota una recentissima sentenza della Corte di glustlza delle Comunità europee che, investita della questione in seguito ad un ricorso di un allevatore di Cremona, ha stabilito che «non l'i sono possibilità che per l'Italia possano essere applicate norme diverse». La questione, dunque, bloccata sul piano giuridico, potrà essere risolta solo su quello politico, attraverso un nuovo negoziato, v. rav.

Persone citate: Bonansea, Fassino, Giacomo Pareto, Giuseppe Porro, Pareto, Porro, Rolfo