Vitez, questo Trionfo era il mio gronde sogno

Vitez, questo Trionfo era il mio gronde sogno Vitez, questo Trionfo era il mio gronde sogno MILANO — Dicembre I9SS, place du Trocadero a Parigi, Palais de Chaillot, sede del Théàtre National Populatre, crealo e diretto da Jean Vilar. Va in scena Le trlomphe de l'amour di Marlvaux, una commedia scritta nel 1732 per un'italiana, la grande attrice Balletti, in arte Silvia, che al suo esordio «non piacque affatto», secondo l'indubbia testimonianza dell'autore. Con Vilar e i suoi (ma che interpreti; Maria Casares, Vilar stesso, Daniel Soriano, Georges Wilson) è un trionfo. Il duro giudizio di d'Alembert è sovvertito («Le commedie di Marivaux s'attagliano poco alle masse»): Robert Kemp, despota allora della critica parigina, scrive: «Per la prima volta, con sorpresa e commozione, abbiamo visto i personaggi di Marivaux prendere il volo... /Incoine Vitez. l'attuale direttore del Théàtre National de Chaillot prova, come si dice, -seduto», da quattro giorni appena. Il trionfo dell'amore con gli attori del Piccolo. Lo spettacolo, come si legge qui a fianco, apre la stagione -in proprio» del teatro di via Rovello. Ancora un po' assonnato, sul piede di recarsi a teatro dal residence del centro clic lo ospita, Vites acconsente a spiegarci la genesi del progetto: «Allestire // trionfo era un mio vecchio sogno: ma non avrei mai osato a Parigi, perché Chaillot è stata la casa di Vilar: c come avrei potuto, a distanza, competere con lui? E' stato Giorgio Strehler, due anni fa. a commissionarmi questa regia per il suo teatro. In Italia — mi sono detto — posso provare: se sbaglierò, la colpa sarà solo mia, non certo degli attori italiani. Cosi, per un anno circa, sono venuto in Italia a più riprese, due giorni a Milano, uno a Roma, uno o due in altre città, e a puntate ho visto lavorare un gran numero di attori: non avrei mai accettato infatti di lavorare con un cast preconfezionato». «Per me, infatti. // trionfo c la commedia cugina del Principe travestito, che ho allestito a Chaillot nel 1983 e che ho presentato anche in Italia, e tra l'altro, con ottimo successo, a Torino. Come // Principe, anche questa è una com¬ media a metà tra le avventure di cappa e spada e l'iniziazione filosofica, sul modello ideale delle Mille e una notte». «Pensi a un'improbabile Grecia, metafora del sapere filosofico, in cui una principessa di Sparta ricerca un principe, alla cui iamiglia i suoi avi hanno usurpalo il regno, e lo ritrova in casa di un filosofo e di sua sorella: l'uno s'innamora di lei come donna perché sa che è tale, l'altra se ne innamora credendola maschio, nel suo travestimento. Ma la principessa trionla nei suoi propositi, impalmando il suo principe. C'è quanto basta per intessere una commedia alla Racine, cioè con un fondo rigorosamente tragico, nei cui ben ordinati giardini irrompe, come un cane turbolento, un Arlecchino preso pari pari dalla ilalianissima Commedia dell'Arte». Purtroppo il tempo per il regista francese stringe: «Gli attori che ho scelto sono iormidabili per concentrazione e rigore. La principessa Leonide è Maddalena Crippa, che so avete premiato come miglior attrice della passata stagione. La sua dama di compagnia Corine è un'attrice figlia d'arie, Martina Carpi (n.d.r. la figlia di Fabio, il musicista di scena, da sempre, di Strehler). il filosofo Hermocrate è un magniiico, sin d'ora, Giancarlo Dettori, sua sorella Leontine c Anna -Saia, -il- principe ricercato e ritrovato Agis è. Claudio Scarpati, il giardiniere-criminale Dimas è Mario Porfito. giovane attore di scuola napoletana: e, dulcis in fundo. Arlecchino è Arlecchino, cioè Ferruccio Soleri, che con la sua eccezionale conoscenza, anche storica, del ruolo, a metà Settecento a Parigi, recherà di certo un contributo fondamentale allo spettacolo». Guido Davico Bonino Antoine Vitez e Maddalena Crippa, il regista e la protagonista della novità del Piccolo «Il trionfo dell'amore», di Marivaux