I comunisti: Pinochet a casa o rischiamo la guerra civile

I comunisti: Pinochet a casa © rischiamo la guerra civile I comunisti: Pinochet a casa © rischiamo la guerra civile Il loro leader, che vìve nella clandestinità: «Sediamoci tutti e discutiamo, il patto per la democrazia è una proposta non un progetto» - «Speriamo che il popolo non debba ricorrere alle armi» dal nostro inviato SANTIAGO — Jaime Insunza è l'uomo più ricercato dalla polizia cilena, 11 nemico numero uno di Pinochet. Con Corvalan, che ormai vive In' esilio a Mosca, lui è il massimo dirigente del partito comunista all'interno del Paese. Ha 41 anni, insegnava storia, da venti mesi vive in clandestinità. E' piccolo, magro, nervoso, con i capelli ricci tenuti lunghi e un abito grigio che lo fanno sembrare un Intellettuale del '68. Puma una sigaretta dietro l'altra, ragiona piano, parla sommessamente ma a lungo. La clandestinità certo lo segna. La sua irrefrenabile voglia di discutere è come un recupero di libertà. Ci incontriamo per parlare della lettera del pc al cardinale Fresno, una mano tesa al dialogo tra tutte le forze dell'opposizione. L'intervista arriva con le cautele che impone la difficile clandestinità di chi rischia la pelle, ci sono i lunghi giri per Santiago, 1 cambi di macchina, 1 segni di riconoscimento, la diffidenza e il sospetto per ogni ombra. Parliamo quattro ore, questa è una sintesi delle sue dichiarazioni. La lettera a Fresno è il pentimento del pc per non aver firmato VAcuerdo tra 1 partiti moderati? -Nessun pentimento. Anche se siamo stati esclusi da quell'accordo, noi fin dui principio lo abbiamo considerato un fatto molto positivo. Ora con questa lettera diciamo che bisogna andare oltre, fare l'altro passo, quello dove possiamo star tutti-. Qual è questo passo? «£' quello di metterci lutti attorno a un tavolo a vedere come attuare le misure immediate che sono già nelVAcuerdo-, Il pc ha proposte precise? -Sono quattro: la fine di Pinochet, l'abrogazione della Costituzione dell'SÒ, una legge di aiuti immediati ai più poveri, lo scioglimento del¬ l'apparato repressivo del regime-. Sono le condizioni del pc? »No, non condizioni: esigerne. Queste sono le nostre esigenze, però intanto mettiamoci a discutere». Ma VAcuerdo Ignora del tutto questi punti, allora deve cambiare? 'VAcuerdo punta a dialogare con Pinochet. Noi diciamo che Pinochet bisogna inondarlo via, non parlargli». Ci sono dunque due strategie diverse, come farle concordare? «JVof diciamo che la volontà popolare dev'essere alla base di qualsiasi progetto politico per la democrazia. L'Acuerdo è solo una proposta, non ancora un progetto; crea uno degli interlocutori di un dialogo. Noi, per esempio, non ci opponiamo a che un altro degli interlocutori siano le forze armate, se assumono un attegiamento democratico. Ma Pinochet deve andarsene. E solo con l'unione di tutti si riuscirà a farlo; altrimenti lo scontro è destinato a radicalizzarsi'. Questo vuol dire che 11 pc passerebbe alla lotta armata? 'Noi diciamo no. Ma certo il popolo ha diritto di difendersi dalla violenza e dalla repressione-. Questa è una giustificazione degli attentati? Il tema della violenza trova contrari tutti 1 firmatari deWAcuerdo. 'Noi continuiamo a sperare che la situazione non debba costringere il popolo a trovare nella violenza la principale forma di lotta. Per questo vogliamo dialogare con tutti, anche con chi fino a ieri era con Pinochet e oggi firma VAcuerdo. Parliamo, concordiamo forme di lotta che buttino giù il dittatore: la strada principale resta quella della mobilitazione popolare, come ha dimostrato la giornata del 4 settembre-. Molta gente ha paura del disordini, il regime non potrebbe servirsene per legittimare una spirale di violenza? 'Noi diciamo mobilitazione anzitutto pacifica, cioè disobbedienza civile, nonviolenza attiva, forme di ingovernabilità. La violenza è il ricorso estremo, l'ultimo, e non slamo solo noi a dirlo, lo dice anche Zaldlvar, che è il presidente della de: o Pinochet lo mandiamo via con la mobilitazione pacifica, o In Cile si va alla guerra civile». Questa può apparire come una terribile minaccia. «Non c'è nessuna minaccia, né mia né del presidente della de. C'è solo uno sforzo permanente per trovare l'unità degli oppositori al regime; ma ormai la situazione è tanto deteriorata, la gente è tanto disperata, la miseria tanto estrema, che se non si trova l'unità dei partiti e non si manda via Pinochet, per forza la lotta si farà più dura: Più dura significa più decisa o più violenta? 'Entrambe, purtroppo non ci saranno altre scelte possibilU. Cosa bisogna fare allora? 'Unirsi tutti, raccogliere la volontà della gente di mandar via Pinochet, chiamare le forze armate a collaborare nella nascita di un governo provvisorio'. Questo appello alle forze armate parte dalla convinzione che la transizione sia già cominciata? 'No, le forze armate debbono rompere col dittatore ma la sua agonia pare ancora lunga. Questo non è stato un regime, delle forze armate, è stato un regime del grande capitale, dove le forze armate facevano solo il lavoro sporco. Oggi la crisi è profondissima, definitiva: bisogna però convincere, obbligare il grande capitale e il gotvrno nordamericano a cedere subito alle pressioni popolari'. Quali concessioni è disposto a fare il pc? 'Nessuna, e non per ideologia: VAcuerdo è soltanto un accordo, rispettabile, positivo, ma non ancora un progetto politico; per diventarlo deve avere un contenuto di lotta e dev'essere sostenuto dalla volontà popolare non dall'assenza di questa. Altrimenti resta soltanto un pezzo di carta, e con le belle parole non si è mai buttala giù una dittatura-, fgm Santiago. Retale c blocchi stradali della polizia durante l'ultima giornata di protesta

Persone citate: Pinochet, Santiago ? Jaime

Luoghi citati: Cile, Mosca, Santiago