Non accontenta Magnago l'incontro Craxi-Sinowatz di Giuliano Marchesini
Non accontenta Magnago l'incontro Craxi-Sinowatz «Prima di tutto si rispettino i nostri diritti in Alto Adige» Non accontenta Magnago l'incontro Craxi-Sinowatz rolesl ci si aspettava qualcosa' di più dai colloqui romani del Cancelliere. Incontriamo Silvlus Magnago, leader della' Volkspartei, all'uscita dell'ufficio della presidenza della Provincia. Il capo del partito di raccolta della popolazione altoatesina di lingua tedesca non vorrebbe neanche commentare l'esito della «missione» di Sinowatz a Roma. -Tutto quello che so, a questo proposito, l'ho letto sul giornali', dice Magnago, con un tono che pare amaro. E' rimasto deluso? La risposta è diplomatica: «/o sono soddisfatto perché c'è stata una visita di Sinowatz in Italia: parlare di un problema è sempre meglio che non parlarne-. Il presidente della Volkspartei preferirebbe non pronunciarsi: -Adesso stiamo a l'edere come si mettono le cose, se questi colloqui sono serviti comunque a migliorare l'atmosfera per arrivare al più presto a soluzioni che noi attendiamo da troppo tempo'. Il presidente del Consiglio ha precisato che ci sono punti di vista «distanti» sulle questioni altoatesine che rimangono sul tappeto. 'Se così dice Craxl...*. Poi. l'accento polemico: 'Le posizioni — dice Magnago — saranno più distanti se il goi'erno si allontanerà dal concetto espresso all'unanimità dalla commissione per la Statuto di autonomia dell'Alto Adige. Se adesso si afferma che siamo ancora distanti, significa che ti governo rende peggiore la situazione, che insomma fa marcia indietro'. Uno degli scogli da superare è quello dell'uso della lingua tedesca nelle sedi giudiziarie: questione che rientra nelle ultime norme di attuazione del «pacchetto» per l'autonomia della Provincia di Bolzano. Magnago ribadisce: «Si, sarà questo il problema di maggiore consistenza. Per noi è fondamentale*. Al di là del'punti controver¬ si, però, il nostro presidente del Consiglio e il cancelliere austriaco hanno manifestato una comunanza di Intenti, perché la popolazione altoatesina di lingua tedesca faccia da «ponte dell'amicizia» tra 1 due Paesi. Si alimentano dunque propositi e speranze per un consolidamento, tramite l'Alto Adige, del buoni rapporti tra Italia e Austria, anche se la convivenza tra i gruppi etnici della provincia di Bolzano è tuttora tormentata, per via delle tendenze al separatismo. DI fronte all'appello di Craxl e Sinowatz, Silvius Magnago mostra ancora qualche riserva, ripete che manca qualcosa perché si possa parlare di «ponte dell'amicizia»: 'Questo ruolo noi lo potremo svolgere quando alla nostra minoranza sarà dato quel che le compete. Non ci sentiamo di farlo in una condizione di disagio, com'è quella in cui ci troviamo oggi. Qui si tratta prima di tutto di rispettare i patti*. Andrà a Vienna nei prossimi giorni? Avrà incontri con rappresentanti del governo austriaco? 'Non credo che andrò a Vienna — risponde Magnago —. Quel che si è detto a Roma lo posso sapere anche qui*. Giuliano Marchesini Silvius Magnago «Basterebbe stare ai patti» - «Solo allora saremo un ponte dell'amicizia italo-austriaca»
Persone citate: Craxi, Magnago, Silvius Magnago
Luoghi citati: Austria, Bolzano, Italia, Magnago, Roma, Vienna
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