Insegnanti in surplus? «Utilizzarli è possibile»

Insegnanti in surplus? «Utilizzarli è possibile» Già nel 1982 un rapporto del Censis indicava nuove vie Insegnanti in surplus? «Utilizzarli è possibile» ROMA — Tra cinque anni, dicono le statistiche, gli alunni saranno diminuiti di un milione di unita, e decine di migliaia di Insegnanti (addirittura centomila, secondo una stima) saranno superflui. La questione — come utilizzare il surplus di docenti —, riproposta sulle colonne di questo giornale da Mario Deagllo, attende una soluzione convincente da almeno quattro anni, da quando cioè il decremento demografico cominciò a sfoltire le classi della scuola elementare. Da allora, anno scolastico 1980-81, gli alunni sono mezzo milione in meno e gli Insegnanti qualche migliaio in più, come si ricava dai bilanci consuntivi del ministero: nell'81 la spesa per il personale rappresentava' il 90,6% della spesa complessiva, un valore tra i più alti d'Europa: due anni dopo era stato superato il 93%. Va aggiunto che neppure la cosiddetta .dotazione di organico aggiuntivo» è riuscita a eliminare il precariato, fabbrica di legittime aspirazioni all'insegnamento. Si potrebbe concludere che la Pubblica Istruzione ha tenuto la condotta dissennata di un'azienda che, di fronte ad una restrizione della domanda, continui a reclutare nuovo personale. In realtà non è cosi, o non solo cosi. La scuola Infatti ha dilatato 1 suoi compiti, magari al solo scopo di occupare il personale eccedente, presentandosi con un'«offerta» più articolata: tempo pieno, Insegnanti di sostegno per gli handicappati. In compenso è diminuita m produttività e si è ridotta ulteriormente la dimensione media delle classi, scesa al di sotto di uno standard già illogico nel 78 (in Italia c'erano — secondo la media statistica — 16 alunni per classe, contro 1 24 e i 27 di Francia e Germania). Un basso rapporto alunni-Insegnante sotto certi valori non comporta alcun vantaggio, e anzi sembra generare meccanismi patologici di autoregolamentazione. Secondo Giorgio Attuili)' responsabile del • dipartimento educazione del Censis, 11 surplus di Insegnanti avrebbe permesso di Introdurre nella scuola nuove figure professionali, dinamizzando un sistema stagnante. Ma questo non è avvenuto, anche se la cosiddetta legge sul precariato prevedeva espressamente l'utilizzo di docenti per 'Ottivita didattico-educative e psico-pedagogiche*. In un voluminoso studio del 1982 II Censis individuò quattro profili professionali per coprire un fabbisogno già allora evidente: l'addetto all'orientamento (prepara stage In azienda, assiste l'alunno nel passaggio al mercato del lavoro); l'addetto alla programmazione didattica (prepara piani di studio, tarati anche sulle capacità singole); l'addetto al servizio di biblioteca; l'addetto all'Istruzione degli adulti (all'interno di un programma di educazione permamente). Le nuove figure professionali porterebbero razionalità nell'organizzazione del lavoro, ma non risolverebbero il problema del surplus di Insegnanti, né di conseguenza l'Incidenza del personale sul bilancio. Nel 1983 11 Censis presentò otto proposte per una scuola più efficiente a minor costo: raccolsero distratti consensi, e poi più nulla. 'Ma sono ancora attuali — dice Allulli —, a patto di avere coraggio e fantasia*. Doti queste che non sono peculiari della tradizione ministeriale. La «manovra- suggerita dal Censis prevedeva due tipi di misure. Alcune destinate a Innalzare la produttività: retribuire solo le ore di Insegnamento prestate (l'orarlo medio effettivo veniva stimato In 15 ore e mezza, contro le 18 pagate); istituire forme di controllo sulle assenze; contenere 11 ricorso al tempo pie¬ no nelle elementari, In base a parametri di effettiva necessità e serietà del progetto educativo. Altre proposte avevano l'obiettivo di ridurre personale, e costi. Era prevista l'Isti tu-' zlone del part-time, retribuito al 70% dello stipendio attuale; secondo un sondaggio, 11 15% degli Insegnanti delle' medie sarebbe Interessato a questa formula. Ancora: incentivi per congedi, non retribuiti, fino a 5 anni. E, infine, la possibilità di distaccare Insegnanti presso altre amministrazioni: ministeri o Comuni. Veniva citato l'esemplo degli insegnanti del licei artistici, uno ogni quattro alunni: perché non assegnarli al Beni culturali? E gli insegnanti «superflui» di educazione fisica e educazione tecnica, la materia fantasma, non sarebbero più utili agli enti locali, per attività di animazione? g. r.

Persone citate: Allulli, Giorgio Attuili, Mario Deagllo

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Italia, Roma