Agroppi affranta i suoi ricordi

Agrappi affranta i suoi ricordi FIORENTINA L'allenatore della squadra viola domani al Comunale nella più difficile trasferta della stagione Agrappi affranta i suoi ricordi Ha giocato otto anni in maglia granata, 212 partite: «Il Toro è la mia storia» - «La squadra della mia epoca avrebbe vinto un campionato come questo. La formazione attuale è valida ma non ha più il cuore di un tempo. Uno come Claudio Sala non esiste più» FIRENZE — Aldo Agroppi era appena arrivato a Firenze clic piazzò un colpo, doppio, da maestro. A mezza voce, con l'aria intimamente commossa, disse: «// Torino è il mio cuore, la tuia storia, i miei ricordi più belìi, granata è il mio colore, per tutta la vita». Un concetto ampiamente giustificato in seguito, analizzato, spiegato. La Torino proletaria, in perenne battaglia con «I padroni" della Juventus, la Torino sfortunata colpita al cuore nei momenti più impensati. Un amore senza mezze misure. Firenze da tempo considera con simpatia il Torino cosi ripresentato da Aldo Agroppi. In pieno centro storico, ad un passo da piazza Signoria, c'è un bar che sì presenta riccamente paludato con i colori granata, foto di Junior e antichi ricordi di Meroni. Mai uno screzio, anzi, visite simpaticissime da parte dei tifosi viola. La situazione ha il suo risvolto nell'antipatia fiorentina per la Juve: come sempre chi vince molto provoca reazioni in chi non è suo tifoso. La Juventus la si subisce, a Firenze, c'è chi si entusiasma quando perde. Ma questa volta Agroppi non potrà accon¬ tentarsi di amare il suo Torino, dovrà fargli «male.., dovrà, guardarlo ed affrontarlo da avversario, in una gara importantissima per entrambi. «Sarò emozionatissimo — anticipa il neo-allenatore viola — rivedrò la mia gente, mi aspetto il saluto caldo del pubblico, specialmente di quella curva, quella dove andal'ano i "fedelissimi". A proposito, ci sarà ancora quel club che mi dedicarono? Io conservo la mia tessera onoraria'. Davvero, per Aldo il Torino è stato parte della sua vita: •Mi aspetto, anche, che i ricordi mi turbino. Rivivrò momenti importanti, si affacceranno alla mente i volti degli uomini die mi ìianno fatto calciatore. Giocatori quali Ferrini, un vero punto fermo, una colonna, un esempio. Graziani, Palici e la loro fame, soddisfatta, di gol. In particolare Claudio Sala. Un genio, un uomo che divertiva e giocava funzionalmente al risultato. Nessuno è più in grado di presentare certe sue intensioni. Ma anche ricordi tristi, la scomparsa di Meroni, proprio il giorno del mio debutto. Infine Pianelli. Un grande uomo che sapeva infondere tranquillità*. — E di Fabbri come tecnico? «Anche lui ebbe del problemi, la Corea, quel maledetto mondiale. Eppure reagì alla grande, da uomo vero. A lui devo il mio debutto. Mi ha insegnato molte cose. E poi, proseguendo nel ricordi, non dimenticate quante partite ho giocato con quella maglia, 212, otto anni, una vita. Con il Toro ho raggiunto la Nazionale». ■ — Ma non ci saranno solo ricordi belli. «Sembrava che dovessi approdare alla panchina della mia vecchia squadra lo scorso anno. Invece niente, all'ultimo saltò tutto. Non è stata una cosa che ricordo con piacere, è una cosa di uomini fra uomini, non c'entra il cuore, il passato. E poi io amo ancora i colori granata, i dirigenti non contano». — In Coppa Italia ha battuto la Juve, in campionato la Sampdoria. Grande gioia, ma potrà battere questo Torino? «Non lo so. Posso solo dire che il Torino della mia epoca avrebbe vinto questo campionato o ci sarebbe andato molto vicino. Questa squadra di Radice è buona, compatta, ma non vale la mia. Radice è forte, grintoso, determinato, ha proprio tutte le qualità della squa¬ dra che dirige, sembrano fatti l'uno per l'altro, non esiste un altro tecnico che si sposa cosi bene con questa società. Ma non credo die questi giocatori abbiano lo stesso "patìios" die avevamo noi. certi trasferimenti, vedi Serena, allora non erano proprio possibili. Certo è rimasto Zaccarelli. Lui è della vecchia taglia, si è riconvertito da libero in modo più die sufficiente. Sarò emozionato, sarò teso, ma devo convincermi che non giocherò con quel Torino ma con qualche cosa di leggermente diverso, contro qualche cosa che posso anche battere». Quale Fiorentina seguirà il tecnico nel suo viaggio cosi ricco di ricordi? Non ci sarà Aldo Maldera che oggi si sottoporrà ad artoscopia in una clinica privata (Villa Donatello) e per il quale non si esclude anche un piccolo intervento operatorio; non ci sarà Claudio Gentile ufficialmente bloccato da una tallonite da giorni in rotta con la società viola (ma la valutazione di un miliardo rende problematico il suo mercato), ci sarà, in panchina, il giovane Davide Pellegrini, piccola novità per l'occasione. Alessandro Rialti Aldo Agroppi indica la strada alla Fiorentina (F. Richiardi)

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