Italiano sequestrato a Beirut mentre passa la «linea verde»

Italiano sequestrato a Beirut mentre passa la «linea verde» *$& un* uomo^d'aff ari, voleva raggiungerejigU^fl spedale Italiano sequestrato a Beirut mentre passa la «linea verde» BEIRUT — Alberto Molinari, 68 anni, un uomo d'affari italiano del quale non si hanno più notizie da tre giorni, è stato probabilmente rapito. L'hanno visto per l'ultima volta martedì nel settore cristiano della capitale, prima dì attraversare la «linea verde» ed entrare nella zona musulmana, dove abita. Voleva essere vicino alla figlia Tullia — sposata a un diplomatico accreditato in Italia — in ospedale. La moglie Susan, di origine araba, interpellata dall'Ansa nella clinica dove Tullia ha dato alla luce giovedì una bambina, ha dichiarato ieri di «non avere idea» di chi lo abbia rapito, aggiungendo solo: 'Spero che lo liberino al più presto». 'Era solo un grande lavoratore», ha detto un suo conoscente. Del rilascio si sta interessando anche l'ambasciata d'Italia. L'uomo d'affari, nato in Siria nel '19, lavora in Libano dal '43, dove si occupa di una compagnia d'assicurazio¬ ni elvetlco-libanese e di import-export. E' anche stato vicepresidente della Camera di commercio italo-libanese. A quanto si è appreso, Molinari era rimasto bloccato per quattro giorni nel settore Est della capitale, a causa della chiusura dei principali passaggi sulla «linea verde». Volendo tornare a casa per stare vicino alla figlia nella imminenza della maternità, si era fatto accompagnare da un ufficiale dell'esercito al passaggio dell'ippodromo, considerato secondario e da molti anche rischioso. Un suo conoscente lo aspettava alcune centinaia di metri più in là per accompagnarlo a casa. Scontri armati hanno avuto luogo ieri mattina sulla «linea verde» e a Tripoli, nel nord del Paese. In quest'ultima città, l'altra sera, le partì in'conflitto — gli estremisti sunniti del «tawhid» e i cristiani della vicina località di Zghorta — si sono scambiati quattordici sequestrati. I cristiani hanno trattenuto sette ostaggi, esigendo che la controparte Uberi altri cristiani rapiti in precedenza. Nella capitale è tornata la calma all'interno dei gruppi maroniti che giovedì, dopo molto tempo, si erano scontrati. Tutto sarebbe nato da »un alterco» che ha portato a estesi scontri fra la milizia «forze libanesi, e i falangisti, con un bilancio, secondo quanto riferito dalla stampa locale, di sei morti. Altre due vittime si sarebbero avute all' Ovest, ove sono avvenuti conflitti a fuoco tra forze di Amai e dei drusl. Ieri mattina era stato anche annunciato che quattro persone, fra cui uno dei direttori della linea di bandiera libanese Mea, erano state rapite mentre stavano raggiungendo l'aeroporto. Sono state liberate prima di mezzogiorno. La situazione della capitale ha indotto l'ambasciata della Danimarca a chiudere i battenti e a trasferirsi in Sirla proprio nel giorno in cui 11 segretaio generale del ministero degli Esteri libanese, Fuad Turk, ha incontrato gli ambasciatori dei 5 Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu, allo scopo di prolungare di altri sei mesi il mandato delle truppe Unifil. I 5600 soldati, di stanza nella zona dal 1978, dovrebbero partire il 19 ottobre. (Altro servizio in Cronaca)

Persone citate: Alberto Molinari, Fuad Turk, Molinari

Luoghi citati: Beirut, Danimarca, Italia, Libano, Siria, Tripoli