Violenze, Parigi sotto choc

Violenze, Parigi sotto choc Una leader femminista: processo ai passanti che non sono intervenuti Violenze, Parigi sotto choc Il caso di Marie-Gaude, aggredita per la strada, divide la città - L'anno scorso 249 stupri PARIGI — Un treno di periferia, una stazione della metropoliana, il marciapiede di un viale. Tre casi di violenza sessuale in pubblico in quattro mesi e Parigi scopre dì essere malata di egoismo, di indifferenza. Scopre di avere paura di agire per difendere chi è aggredito. Dopo lo stupro subito da Mane-Claude. 19 anni, domenica alle nove di sera sul bouletsa'd Magenta in pieno centro la televisione e i giornali denunciano il silenzio complice dei testwioni. raccolgotti'opinioni Sutapre il dibattito siili in sicurezza, sul rischio che anche la metropoli euwpea sciwlt orinai verso Vi degrado dei rapporti umani rimproverato, finora, soltanto a Keu York Un modello che Parigi ha sempre tentato di evitare I fatti sembrano dar ragione ai pessimisti Al primo caso di violenta in pubblico, sul vagone del treno Juvl- sy-Parigi, nel maggio scorso, hanno assistito cinque passeggeri senza intervenire: inutili le grida di Fabienne, una ragazza di 17 anni. Nella stazione della metropolitana di Chàtelet, una delle piti grandi e affollate della città, in agosto, Isabelle (18 anni) è stata violentata di fronte a testimoni immobili e muti. Marie-Claude ha, invece, sentito le voci dei passanti, i' commenti («guarda che stanno facendo, è disgustoso.^, ma nessuno ha avuto il coraggio di fare qualcosa, anche, soltanto, avvertire la polizia. «Quella ragazza deve avere pensato che tutti erano contro di lei», ha detto ieri Giséle Halimi, uno dei leader del movimento femminista, ora ambasciatore della Francia presso l'Unesco. Ed ha lanciato una proposta: che la polizia ricerchi i testimoni, oltre agli aggressori, e che la giustizia li giudichi come «coautori» della violenza. «E' stato un crimine collettivo perché l'indifferenza diventa complicità». Ma le statisticlte dimostrano che Parigi non è una città violenta, almeno non più di Roma o di Londra. In partico¬ lare, i casi di stupro — quelli denunciati, naturalmente — sono stati 249 nell'84, contro 264 nell'83, 262 nell'82 e 267 dell'81. .E' una piaga grave — dicono alla direzione di polizia — ma non si sta allargando... Oggi, però, è sotto accusa la logica della paura e dell'egoismo clie a Parigi, come altrove, ha già radici profonde, «ha gente non ragiona più in termini di coraggio o di vigliaccheria», dice Henri Laborit, del Laboratorio di ricerche sull'aggressività. Per agire bisogna essere motivati. La solidarietà è un sentimento che ha ancora valore nelle comunità ristrette: .La gente si conosce, l'impunità è difficile». Ma Parigi, con la sua sterminata periferia, ha otto milioni di abitanti. «E ognuno si preoccupa del suo microcosmo, la famiglia, la casa, l'automobile. Per tutto il resto prevale l'indifferenza... e. s.

Persone citate: Halimi, Henri Laborit, Mane-claude, Marie-gaude