Arrestato per falso e truffa l'industriale della fuga rosa di Remo Lugli

Arrestato per false e truffa l'industriale della fuga resa Cremona, in carcere insieme con due professionisti di Ravenna Arrestato per false e truffa l'industriale della fuga resa Il giudice gli contesta anche l'associazione a delinquere e l'appropriazione indebita - Ricercata un'altra persona - Le aziende vanno verso il fallimento DAL NOSTRO INVIATO CREMONA — L'avventura dell'industriale Mario Alquatl, 39 anni, titolare della • Porcellino rosa», fuggito il 7 agosto scorso con l'amante e la figlioletta di due mesi, sl è conclusa mercoledì sera con il "suo ingresso nelle locali carceri. Il mandato di cattura firmato dal giudice istruttore Piero Savani è per associazione a delinquere; altri reati sarebbero: appropriazione indebita, falsità in scritture private, truffa continuata ad istituti di credito, fatturazioni per operazioni inesistenti, ricorso abusivo al credito. Con lui sono finiti' in carcere l'avv. Franco Jori e Aurelio Valtangoll di Ravenna. Il magistrato ha firmato anche un mandato contro una quarta persona, Gianni Meninno di Bologna, tuttora latitante. «Porcellino rosa» è il marchio con cui venivano commercializzati i salumi della «Ciuffo», ditta di macellazione, 160 dipendenti, e della «Tomi». L'Alquati, fondatore di entrambe le aziende e loro amministratore delegato,' sul piano industriale sl era espanso olire le proprie possibilità trascinando le ditte in gravi difficoltà. Negli ultimi tempi evidentemente egli aveva pensato di uscirne non solo sottraendosi alle proprie responsabilità, ma anche cercando di appropriarsi di tutto il denaro che gli era possibile racimolare. Con le operazioni irregolari, sulle quali la. magistrato ra r.ta indagando, aveva intascato forse una decina di miliardi, aiutato anche, a quanto sembra, dall'avv. Jori e dal suo collaboratore--Valtangoli. Già da qualche mese separato dalla moglie, Rosetta Perlzzì, che è proprietaria del 15% delle azioni aziendali, l'Alquati era scomparso con la ventenne Michela Ferrari con la '■ duale ' conviveva da tempo e che gli aveva dato. In luglio, Una bambina. Beatrice. Le aziende, che lo stesso Alquatì aveva chiuso per ferie al momento della sua scomparsa, non si erano più riaperte. Dopo la denuncia dei dipendenti, era stato nominato un commissario giudiziale, il dott. Alessandro Riberzani, il quale nelle scorse settimane ha gettato le basi perché le fabbriche possano riaprirsi. Il lavoro dovrebbe riprendere lunedi prossimo con la gestione di alcune cooperative, la Pro Sus, costituita da una ventina di creditori, la Con f cooperati ve e la Lega delle cooperative. Il gruppo ha avuto gli impianti in affitto per un anno. Inizialmente potranno occuparsi soltanto una ottantina di dipendenti, gli altri andranno in cassa integrazione. Mario Alquatì, Michela Ferrari e la bambina erano rientrati a Cremona nella notte fra giovedì e venerdì della scorsa settimana. Lunedi mattina egli si era presentato al giudice istruttore che lo aveva interrogato per, quasi cinque ore, dopo di che era scomparso, lasciando però al magistrato l'indirizzo. Si era rifugiato, pare con la donna e la bimba, in un appartamentino di un condominio di Desenzano sul Garda. Là Io hanno raggiunto l'altra sera gli agenti della questura con il mandato di cattura. Il magistrato avrebbe emesso i mandati dopo avere ricevuto importanti informazioni dai carabinieri di Ravenna e di Bologna, evidentemente sui traffici che erano avvenuti per la distrazione del denaro. Nel corso delle indagini svolte durante le settimane scorse dallo stesso giudice Savani e dal sostituto procuratore Antonella Nuovo era stato possibile recuperare, mediante sequestro, in banche della Romagna e di San Marino, circa otto miliardi di lire. Non si sa se nell'incontro che ha avuto lunedi scorso con il magistrato l'Alquati abbia raccontato che cosa ha fatto durante i 30 giorni della fuga. Sembra comunque che a bordo della sua Saab sia andato, con l'amante e la figlia, in Austria, a Salisburgo. Là sl sarebbe incontrato con una persona che era arrivata con un piccolo aereo privato da Bologna. Con questo stesso velivolo l'Alquati, la Ferrari e la bimba sarebbero andati a Casablanca. Dal Marocco altro trasferimento aereo, con un volo di linea, in Portogallo e di qui il ritorno in Italia a bordo di un'auto di noleggio attraverso la Spagna e la Francia. Un viaggio sicuramente non turistico, sui cui scopi il magistrato cercherà di indagare. Ieri mattina l'Alquati è stato trasferito dal carcere al palazzo di giustizia dove si doveva svolgere una seduta del tribunale fallimentare sulle sorti della «Ciuffo, e della «Tomi». L'industriale, assistito dai legali avvocati Giuseppe Guarneri e Sandro Bocchi, ha chiesto al giudice Lucilio Gnocchi di poter essere ammesso al concordalo fallimentare in quanto, a suo avviso, i beni aziendali possono coprire oltre il 507t> del passivo. . Ma l'amministratore giudiziale Riberzani ha manifestato parere contrario perché a suo avviso le aziende sono in stato di dissesto ed esistono i presupposti per il fallimento. Il tribunale prenderà una decisione entro domani. Qualunque sia la risposta, l'attività delle aziende, per i prossimi dodici mesi, seguirà il corso già stabilito con l'affittanza al gruppo di cooperative. Remo Lugli a o i Cremona. Mario Alquatì (in abito scuro) fotografato nei giorni scorsi dinanzi all'ufficio del giudice istruttore (Tclcfoto)