Libro bianco degli avvocati «I giudici diffidano di noi» di Guido Guidi

Libre bianco degli avvocati «I giudici diffidano di noi» Profondi motivi di insoddisfazione e di allarme fra i legali Libre bianco degli avvocati «I giudici diffidano di noi» DAL NOSTRO INVIATO MAIORI — Gli avvocati riuniti a congresso presentano il loro «libro bianco... Trenta pagine, le ultime, hanno il titolo «Episodi accaduti in vari distretti di Corte di Appello... 34 questi episodi: avvocati difensori arrestati, o inquisiti, o perquisiti. Da Brescia e Bergamo a Bologna, da Cagliari a Firenze, da Roma a Torino, da Trento a Trieste. Tutti esempi — dicono — -di quelle forme particolarmente allarmanti di straripamento di potere da parte dei magistrati, che mettono in pericolo la garanzia àeV'diHltl fondamentah del cittadino Giuliano'Vassalli, avvocato e senatore socialista, presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, condivide l'allarme e rilancia la sua proposta: nel caso di indagini a carico di avvocati difensori nell'esercizio delle loro funzioni, affidare l'azione penale non più al magistrato inquirente, ma alla Procura generale della Corte d'Appello. L'avvocato difensore, dunque, come l'agente di polizia giudiziaria. Una maggiore prudenza nel procedere, una maggiore tutela per il difensore: ad evitare decisioni magari affrettate, o del tutto avventate. La diagnosi del «malessere.., anche nella seconda giornata del congresso, continua. Il male maggiore sembra venire dalle emergenze di terrorismo e criminalità organizzata. -L'avvocato attraversa un momento drammati co di emarginazione e persecuzione — afferma Vassalli —, ma non bisogna dimenticare che sono state queste emergenze, con il seguito di leggi speciali, a trasformare il tono e le movenze del nostro processo penale e ad indurre molti-magistrati a credere che i sistemi creati eccezionalmente contro quei fenomeni potessero essere generalizza ti-. Il primo allarme degli avvocati è dell'inizio '84. -L'esercizio del ministero difensivo — avevano denunciato i presidenti degli Ordini regionali — è spesso svolto in una situazione di grave difficoltà per la diffidenza ed il sospetto dal quale è investito il ruolo stesso del difensore, considerato da vari magistrati come causa d'intralci e di ritardi, e come tale insto non soltanto con disfavore e fastidio, ma anche come ostacolo da rimuovere-. Molti gli interventi sul ruolo, oggi, del difensore. Sulla crisi del rapporto con il magistrato. Sulle difficoltà imposte dai, maxi-processi'e> dal-, l'avvento 'dalla, figura "Hh\ «pentito». -Spetta all'avvocato — Interviene Gian Vittorio Gabri. presidente del Consiglio dell'ordine di Torino — studiare e meditare per coloro che gli si affidano, affrontare l'eventuale impopolarità e, talora, il manifesto fastidio di certi giudici inclini più alla superficialità che all'approfondimento e spesso delusi nella aspettativa di sottomessa remissione ai propri comportamenti». Sotto accusa, per Renato Orefice, presidente dell'Ordine di Napoli, - la logica distorta del legislatore-. -La compressione dei diritti della difesa — afferma — è particolarmente allarmante nel giudizio direttissimo e nell'incombente logica del pentitismo. Soprattutto quando il processo viene inquinato dal "verbo" del pentito,'a cui tutto il resto delle risultanze farà ossequio pieno, riappare all'orizzonte una sbiadita figura di difensore, in un ruolo che si vuole puramente formale, come bersaglio di frustrazioni e insoddisfazioni-. Una proposta viene dall'avvocato milanese Claudio Po letti. Esiste, premette, una situazione di illegalità diffusa, esasperata anche -dall'emanazione di norme oscure e contradditorie e da un'inter¬ pretazione giurisprudenziale di giudici che sono più iocrani che indipendenti-. Il congresso, per Poletti. potrebbe dar vita, a un Comitato permaneftte'Vcon funzioni di collegamento' politico e culturale con le istituzioni e di coordinamento, sul piano nazionale, delle iniziative definite dagli Ordini circondariali». Poche, finora, le proposte: e molte le diagnosi dei mali. Da Guido Guidi, presidente dell'Ordine dei giornalisti, un Invito agli avvocati: -Bisognerebbe ricercare sempre più ampie forme di rapporto e di collaborazione con le categorie iociall. come quella dei cronisti giudiziari, efie "ICSffiaJWQ-uqfjìél-* lavoro, dj'ojSi giorno». Giovanni Cerniti

Persone citate: Claudio Po, Interviene Gian Vittorio Gabri, Poletti, Renato Orefice, Vassalli