Cantore della Pravda di Frane Barbieri

Cantore della Pravda EVTUSHENKO: EDITORIALE IN VERSI Cantore della Pravda Eygcnij Evtuslicnko è stato spesso la rondine delle rare primavere russe. Rondine tardiva, a dire la verità, in quanto le sue poesie politiche, più clic precorrere le svolte, arrivavano ad adorarle, traduccndo in versi le risoluzioni del Comitato centrale. Così pure questa volta una sua poesia pubblicata dalla Pravda, organo del partito, accompagna l'avvento dell'era Gorbaciov. F.vtushenko indirizza la sua foga, da vari anni sopita, contro quelli che, temendo sempre che «paia succedere qualcosa», mettevano i bastoni fra le ruote del primo treno, brontolavano alla luce elettrica e agli aeroplani e oggi «rubano i compulers ai nostri figli fu/uri», quelli che hanno sostituito la bandiera rossa con ja matita rossa «cancellatrice». Una cannonata in versi contro gli ostacoli burocratici che, la riforma tecnico-scientifica di Gorbaciov sta incontrando. L'effetto letterario è ovviamente scarso. Tutto da vedere quale sarà quello politico. F.vtushenko nei pamphlet versificati non fa che l'epigono meno dotato di Majakovski il quale già nel primo periodo della costruzione dell'Utopia aveva intravisto nella butocrazia di partito il vero «nemico di classe». Rimangono classici i suoi La cimice c Lm doccia. Ancora più emblematiche però le trascrizioni di F.vtushenko perche indicano che a sessantanni di distanza la burocrazia rimane quella partorita dall'Ottobre, tanto coriacea da spingere Majakovski al suicidio e indurre F.vtushenko a lunghe, per quanto comode e ben retribuite, ibcr nazioni creative. Ad ogni modo il ritrovato coraggio della rondine F.vtushenko -indica che il tepore della spinta al nuovo disgelo di Gorbaciov si fa già sentire a Mosca. A indicarlo, più dei versi del giovane invecchiato della nuova letteratura russa, viene il fatto che sia stata la Pravità a; pubblicarli "a mb''dl , editoriale;,direttivo.,,£'„ja,sgrondi) volta nella sua.storia oitodossa e plumbea che l'organo del pcus si concede una li cenza poetica. La prima volta era toccato pute a Evtushenko appena in occasione della seconda vittoria di Nikita Krusciov sugli stalinisti. Quando, al ventiduesimo congresso del 1961, i riformisti avevano tro vato la forza per espellere la salma di Stalin dal mausoleo leniniano, l'annunciatore tardivo delle grandi svolte versificava dalla prima pagina della Pravda: Soldato di Rjazan, nel trasportare la bara, controlla che il coperchio sia inchiodato bene, perché quello spirito ì sempre là, pronto a uscire Non si era accorto che lo spirito di Stalin assistette, ranco roso e vendicativo, alla ceri monia funebre notturna. Infatti Krusciov è stato sloggiato dal Cremlino due anni dopo, la Pravda ha rinunciato alle escursioni poetiche e Evtushenko si è adeguato altcrnan do comodamente i silenzi ai poemi sulle idrocentrali siberiane. Il ritorno del poeta sulla Pravda e il ritorno della Pravda al poeta forse vengono a dimostrare che le ambizioni di Gorbaciov si riagganciano a quelle di Krusciov. Tutti e tre questa volta con qualche certezza in più. 1/: ali della poesia date alla riforma attraverso Evtushenko insegnano tuttavia che l'onda ta riformistica è ben lontana dallo smuovere la condizione letteraria e artistica. Anche qui le rondini sono apparse primavera già avviata: il Pie num della Federazione dcgl scrittori ha copiato nell'ordine del giorno, nel dibattito, scm prc inteso eufemisticamente, e nelle conclusioni il precedente Plenum del Comitato centrale del pcus. 1 letterati sono stati chiamati a rafforzare il «fronte degli operatori ideologici» dal momento in cui «lo sviluppo del progresso tecnico-scientifico comporta il potenziamento del ruolo e del peso della letteratura» (Mihalkov, presidente della Federazione e famoso satirico che questa volta non sembrava satireggiare). Per assurgere a 3ucsto ruolo la Federazione egli scrittori «dei* sentirsi come una federazione a pensiero unico» (Ccpurov, presidente degli scrittori di Leningrado). Il segretario della Federazione e membro del Comitato centrale, Georgi) Markov, ha tenuto anche a precisare il tema al quale le opere lcttera- rie dovrebbero essere consacrate in questo frangente del piano: «Perché nascondere il peccato: da noi è radicata la nozione del bene che ciascuno riceve dalla società e dallo Slato. Manca però l'altra nozione: il bene e il lavoro sono due facce della stessa medaglia. Il compito di noi scrittori è quello di riequilibrare le due nozioni». E' la richiesta efficicntistica di Gorbaciov espressa in termini nemmeno tanto letterari. Si è sentito riecheggiare vecchio aneddoto: «Perché spendete i soldi della Federazione viaggiando lontano nella Siberia o all'cslero, méttetevi in tasca due kopejki e andate nel metrò fino alle fabbriche della periferia» pontificava ai giovani un vecchio scrittore adornato di medaglie e meriti vari. Al che un giovane obiettava: «Guardi che il prezzo del metrò è già da anni aumentato a cinque kcpcjki». Lo scrittore moscovita Kuznczov ha posto ai colleghi un quesito provocatorio: «Perché noi svoltiamo così lentamente ora. quando il partito si aspella un aitilo diretto dalla letteratura?». Nessuno però ha osato la dornanda:vera: perché la letteratura'russa; l'arte- in generale, si muove o non si muove sempre sulle orme del partito e dèlie sue campagne, perché non riesce a precorrere i tempi e le svolte, invece di adattarsi stancamente agli ordini e contrordini dei capi del Cremlino? Nei tempi delle euforie krusciovianc F.vtushenko avrebbe risposto: «Perché l'Unione degli scrittori è una rissa continua attorno a medaglie d'oro e d'argento, attorno ai premi, agli appartamenti e ai privilegi». Una logica che spesso ha avuto la meglio anche sulla sua creatività e la sua ribellione. Dalla Federazione dipendono lo stipendio, la casa, i viaggi, la pubblicazione di un li¬ bro (sottoposto sempre al giudizio «cameratesco» di una commissione): è il marchingegno montato da Gorkij con il risultato di scoraggiare ogni velleità artistica di precedere con la prosa o con i versi, e perché no con i sacrifici, le svolte politiche. Ispirandole, imponendole, invece di osannarle su ordinazione. L'età gorbacioviana per dar prova di rilanciare quella di Krusciov dovrebbe far nascete almeno gli incidenti clamorosi nella stessa Federazione come etano i casi di Pastetnak, Solzenicyn o Tvardovski. I libri estratti dai cassetti nascosti per il momento non si intravedono. Rimane la consolazione nel fatto che la letteratura russa, malgtado tutto, tocca livelli superiori ai limiti di «mediocrità preferita» imposta dai regolamenti della «impresa artistica» fondata da Gorkij. Paradossalmente e tristemente il risultato va attribuito alla doppiezza, all'ipocrisia che fanno ormai parte esistenziale del comportamento intellettuale: assecondare pubblicamente le imposizioni dottrinarie del partito, offrendogli ap poggi sul genetico e generale, copiare i Plenum del Comitato centrale per conquistarsi un frangente di fiducia e di autonomia nell'espressione artistica individuale. Dietro alla facciata ideologico-propagandistica conservare la filosofia intima, addirittura camuffare la spiti matita dietro il materialismo: mimetizzatoti di se stessi fra i quali anche Evtushenko si trasformato editorialista Pravda. Frane Barbieri ' da flagellatore in cantante della Evgenij Evtushenko

Luoghi citati: Leningrado, Mosca, Siberia