Ashkenazy goloso di Beethoven
Ashkenazy goloso di Beethoven Il grande pianista direttore al Regio per «Settembre musica» Ashkenazy goloso di Beethoven Con la buona Royal Philharmonic di Londra: ma l'attrattiva somma era lui, con una comunicativa euforica e contagiosa TORINO — Un'altra grande orchestra di scena al Regio per Settembre Musica: la Royal Phllarmonic di Londra, fondata nel 1945 da sir Thomas Beecham. da non confondere con la Phllarmonic Orchestra, senza Royal, fondata anch'essa dall'inesauribile sir Thomas, ma nel 1932. (Non è niente facile orientarsi nel panorama mondiale delle grandi orchestre, con l'abuso che fanno del termine Filarmonico variamente declinato al singolare o al plurale). Questa è parsa una buona compagine, molto equilibrata in tutti i suoi reparti, docilissima ai cenni che Ashkenazy le lancia al di là del pianoforte, approfittando dei lunghi -tutti» che Beethoven usa nel Terzo Concerto, in do minore, quasi per darle la carica; poi, quando lui suona, l'orchestra va avanti benissimo da sola. Ma naturalmente l'attrattiva somma del concerto è lui Ashkenazy, questo omino che genera una comunicativa euforica e contagiosa. Nessuna posa-da grande virtuoso, e soprattutto nessuna vocazione trionfalistica. Certamente, suppongo, avrà nel suo repertorio anche il Quinto Concerto di Beethoven, quello detto .l'Imperatore-, Ma com'è giusto che abbia suonato il Terzo, bellissimo, che lia la freschezza della giovinezza e il fascino dello stile in statu nascendo dove non c'è una battuta che non sia tutta purezza di canto e sincerità d'espressione, senza prosopopee retoriche, senza sfoggi di virtuosismo pretensiosi! Ashkenazy se l'è sgranocchiato con golosità, questo Concerto, con una sillabazione ben scandita, croccante, che esplicita tutto, come uno che ami parlar chiaro e non lasciare neanche l'ombra di un dubbio: proprio lo stile che richiede il Beetltoven di quest'epoca, che il cuore ce l'ha già nell'Ottocento romantico, ma i piedi e la testa .li tiene ben saldi nella chiarezza cartesiana del Settecento. Purtroppo l'attesa di un bis del pianista è andata delusa, mentre invece più generoso è stato il direttore, che dopo una solare esecuzione della Seconda di Brahms, ha corrisposto agli applausi con la travolgente esecuzione d'una Danza ungherese in formato orcliestrale gigante. Vladimir Ashkena/y al pianoforte l'altra sera al Regio mentre dirige la Royal Pliilharmonic: un trionfo
Persone citate: Ashkenazy, Beethoven, Brahms, Thomas Beecham, Vladimir Ashkena
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