Nessun controllo in aereo peri «fattorini» che trasportavano narcodollari da New York

Nessun contrailo in aereo peri «fattorini» che trasportavano narcodollari do New York Terza udienza del processo sul traffico internazionale della Pizza Connection Nessun contrailo in aereo peri «fattorini» che trasportavano narcodollari do New York DAL NOSTRO INVIATO LUGANO — Di scena i «fattorini» dei narcodollari. Nella terza udienza del processo al ramo svizzero della «Pizza Connection» hanno parlato gli uomini incaricati di trasferire il denaro dagli Usa nei sicuri forzieri della Confederazione, dove veniva «pulito» e rimesso in circolazione. In questa vicenda s'inserisce anche l'industriale Oliviero Tognoll, 34 anni, titolare di un'acciaieria a Brescia e con casa di campagna alle porte di Lugano. Aveva incaricato una finanziaria locale di prelevare In America 6 milioni di dollari, guadagni di strozzinaggio, corse di cavalli, scommesse clandestine, assicurando che i soldi non avevano niente a che fare con la droga: -Sono pulito e voglio mantenermi tale-, Tognoli è scomparso nell'83 da un albergo di Palermo. Lo hanno prelevato alle S di un mattino e di lui non si sa più nulla. Si parla di «lupara bianca», ma anche che sia ri¬ parato negli Usa ospite di Cosa Nostra. Ieri ha risposto ai giudici Antonio Cavalieri, ticinese di 45 anni, titolare della Co-Fi nanz, un'organizzazione che manda avanti con l'aiuto del cugino Remo Donada detto «Remino», anche lui ascoltato come testimone. I due hanno iniziato l'attività nel '69 trasportando in Svizzera lire, franchi e pesetas. Dagli esportatori italiani pretendevano 11 2 per cento, dai francesi 11 4 e dagli spagnoli il 5 -perché il viaggio era più lungo e le difficoltà da superare maggiori-. Nell'agosto dell'80 Cavalieri è stato contattato dal direttore del Credito Svizzero di Bellinzona, che gli ha presentato Tognoli, il quale doveva fare entrare in Svizzera i 6 milioni di dollari -che sfumavano al nero-, ha commentato acido il procuratore pubblico Paolo Bernasconi. Nessuna difficoltà: il mezzo più sicuro per l'operazione è stato l'aereo; il contenitore era una valigia fitta di dollari. La finanziaria ha fatto otto viaggi oltreoceano e i suoi operatori non sono mai stati controllati. All'aeroporto Kennedy c'era Claudio Esposito, 46 anni, impiegato della Swlssair, che provvedeva a imbarcare le valigie sull'aero giusto e per questo suo -disturbo fu compensato con 15 mila franchi. Esposito riceveva i dollari da Philips Salomone, 44 anni, amico e compaesano di Vito Palazzolo, uno dei quattro imputati che a sua. volta li raccoglieva dalle mani di persone diverse che si facevano chiamare sempllcemnte Jo oppure Henry. Ma, guardacaso, anche da Philips Matassa, 31 anni, cugino della moglie di Oliviero Tognoll. La consegna del denaro avveniva sulle strade di New York, dove era lasciato in pacchi o in borse su auto in sosta. I rapporti tra l'industriale bresciano e Cavalieri si sono poi interrotti bruscamente per un sgarro del ticinese. Quest'ultimo aveva tenuto per sé la valigia con 300 mila dòllari e fatto credere a Tognoli che era rimasta bloccata alla dogana del «Kennedy». I dollari sono poi stati restituiti al proprietario 25 giorni dopo, ma nel frattempo è arrivato dagli Usa Joseph Ganci, 45 anni, detto «Bufalo», «Bufalino» o .Bufatone., a seconda dell'umore. Ha parlato poi Donada che però non ha aggiunto nulla di nuovo a quanto aveva già raccontato il suo parente. Ha fatto ridere il pubblico dell'aula ricordando un episodio accaduto tra la Co-Finanz e la Traex che avevano perso il conto del viaggi fatti oltreoceano e assieme cercavano di ricostruirlo attraverso i biglietti d'imbarco e le ricevute del depositi bancari. Sarebbe però stato interessante sentire anche Giorgio Scossa, un altro «corriere» di narcodollari. Ma soffre di cuore ed è ricoverato in una clinica all'estero. Stamane il processo sarà a porte chiuse.-. Aldo Popaiz