Il difensore cerca spazio

Il difensore cerca spazio Cominciati a Salerno i lavori del 18° congresso dell'ordine forense Il difensore cerca spazio Si sente stretto tra «pentitismo» e «megaprocessi» - Il presidente Casalinuovo: «Troppi sospetti e comunicazioni giudiziarie» - Il ministro Martinazzoli (avvocato): «Perché il processo resti tale, il ruolo della difesa non può essere né affievolito né malamente tollerato» - «Più collaborazione con giudici, governo e Parlamento» DAL NOSTRO INVIATO i SALERNO — fuor di dubbio che in un processo che voglia rimanere tale l'esercizio della difesa non può essere né affievolito né malamente tollerato-. Mino Martinazzoli, avvocato del foro di Brescia, parla da ministro di Grazia e Giustizia ai mille colleghi delegati riuniti al cinema Capitol. Colleghi, gli avvocati, sempre più preoccupati, stanchi, sfiduciati. A Salerno e Maiori — 18' congresso nazionale giuridico forense — da ieri discutono problemi e timori: un processo penale che concede troppo spazio al -pentitismo' rischia di emarginare la funzione dell'avvocato. Maxi-processi e pentitismo, ruolo del ditensore e rapporto con la magistratura. Da Martinazzoli gli avvocati aspettavano un segnale positivo. Gli applausi che lo hanno più volle interrotto dicono che il segnale è giunto ed è gradito. -Conta violto — ha affermato il ministro — il recupero, o meglio la rifondazione, di una appropriata cultura processuale. Se si continuano ad affidare al precesso compiti che l'anno ben al di là di quelli che gli appartengono, diventa sempre più difficile inventare regole, o comunque rispettarle e farle rispettare-. L'intervento di Martinaz-' zoli era stato preceduto da quello di Aldo Casalinuovo, presidente del Consiglio nazionale forense. •// difensore — ha accusato — lamenta i sospetti generalizzati che spesso si appuntano sulla sua persona e sulla sua funzione: il facile ricorso alla comunicagione giudiziaria, l'accusa di favoreggiamento, le intercettazioni telefoniche mal interpretate. Insomma, i tentativi di restringere gli spazi del difensore. Ma da nessuno, e tantomeno dal magistrato — ha concluso —. la posizione del difensore può essere sacrificata o considerata inutile'. 'Malessere-, si sente ripetere dagli avvocati. «E c'è questo malessere-, riconosce il ministro. Attenzione, però, avverte: 'Sarà lecito, nel bicentenario manzoniano, ricordarsi di una arguzia secondo la quale, tra i tanti espedienti che gli uomini hanno trovato per ingannarsi a vicenda, è particolarmente degno di nota quello di avere, per ogni problema, due opinioni assolutamente diverse ed ugualmente ritenute come infallibili-. Quindi, tra avvo- cati, magistratura, Parlamento e governo, >il consenso va trovato non sui problemi, ma sulle soluzioni-. Per il ministro -la violenza diffusa, la minaccia criminale così tracotante, sembra, attraverso le sue vittime, scendere direttamente in guerra contro lo Stato. C'è una insicurezza, c'è un disordine, una ossidazione istituzionale, un affievolirsi dell'imparzialità nel rapporto tra Stato e cittadino. Organizzare una risposta vincente è un dovere. Dello Stato e di tutti-. Risposta che deve venire anche dal processo, perché 'Compito peculiare del processo penale è garantire la legalità della risposta e verificare la fondatezza dell'accusa». Gli avvocati rimproverano governo e Parlamento per -colpevoli ritardi- e 'inconcludenza legislativa-. Il riferimento è alle riforme promesse e non attuate. E Martinazzoli replica, pacato e ironico: 'Si coglie, da un lato, l'opportunità di nuove proposte legislative, ma viene il sospetto, dall'altro, tanto più di fronte agli inciampi delleproduttività parlamentare, che si riesca soltanto ad incrementare gli archivi. E a consegnarsi, dunque, alla critica dei topi: che è spesso giudiziosa, ma sempre corrosiva». Il difficile momento, nel rapporti tra difensore e giudice, è stato affrontato da Alessandro Crisaiolo, presidente dell'Associazione nazionale magistrati. E' vero, ammette Crisaiolo, 'pentitismo- e maxi-processi -possono corrodere e ridurre spazi e. ruolo del diritto costituzionale alla difesa. Sarebbe stolto non cogliere tutto lo spessore di tale timore, come sarebbe assurdo non avvertire il rischio insito in certe dichiarazioni accusatorie provenienti da fonti screditate, non riscontrate e non riscontrabili-. Su molti aspetti gli avvocati hanno ragione, insiste. Però, su uri aspetto in particolare, giudici e avvocati d'accordo non vanno. «Tra noi dobbiamo esser chiari — ammonisce' Criscuolo —; hanno torto; gli avvocati, quando sembrano considerare pentlttsinp e maxi-processi come malevole creazioni del giudici e non, quali di fatto sono, fenomeni reali con i quali, tutti gli operatori della giustizia devono confrontarsi. Hanno torto quegli avvocati che mostrano di non cogliere il profondo travaglio che c'è dietro certe decisioni-. E cosi, si ritorna al véro- tema del congresso: pentitismo e processi. Da oggi relazioni e dibattito. Giovanni Ccrruti

Persone citate: Aldo Casalinuovo, Alessandro Crisaiolo, Casalinuovo, Criscuolo, Giovanni Ccrruti, Martinazzoli, Mino Martinazzoli

Luoghi citati: Brescia, Maiori, Salerno