«O chiudo o mi trasformo»

c<0 chiudo o mi trastermo» Breve inchiesta tra i negozi cittadini che cambiano faccia c<0 chiudo o mi trastermo» Sono 304 gli esercizi commerciali che hanno cessato l'attività nei primi sette mesi di quest'anno - Ma non è un dato preoccupante, perché nello stesso periodo 232 nuovi punti vendita hanno aperto i battenti - Il settore alimentare è il più penalizzato - Mini e supermercati prendono il sopravvento e fagocitano le vecchie drogherie e mercerie Nei primi 7 mesi dell'85 hanno cessato l'attività 304 esercizi commerciali. L'apertura di un negozio, tuttavia, sembra essere ancora un buon affare se si considera che, nello stesso arco di tempo, hanno aperto i battenti 232 nuovi punti vendita. La differenza (-72) è però superiore a quella registrata Io scorso anno, quando nei 12 mesi hanno dichiarato for fa it 296 commercianti, a fronte di' 268 inaugurazioni (-28). Il più penalizzato è il settore alimentare, che continua a perdere colpi soprattutto a causa della grande distribuzione, passata in 10 anni dall'8 al 28 per cento, e dell'abusivismo. Minimercati, supermercati e grandi magazzini sono ormai 79 su un totale di 17.126 licenze commerciali. Il risultato è che nell'84 gli alimentaristi sono scesl da. 6280 a 6155, a fine luglio '85 si sono ridotti a 6045 ma, rileva il vicepresidente dell'Associazione Commercianti Giovanni Perfumo, «è aumentata la superficie complessiva di vendita: •Nei prossimi mesi — spiega il direttore Ascom Giovanni Salerno — la situazione potrebbe ancora deteriorarsi, se venissero aperti i numerosi supermercati in Torino e cintura per i quali sono già state accordate le licenze*. Prosegue: 'Non ci opponiamo alla grande distribuzione, se programmata. Ma non possiamo accettare aperture a gatto selvaggio di pseudocooperative come a Carmagnola o a Luserna San Giovanni: E' invece quasi stabile l'abbigliamento, con 42 cessazioni d'attività e 20 inizi su un totale di 3173 punti vendita. Situazione analoga per mobili, apparecchi e materiali per la casa (35 chiusure, 22 aperture su 2385 negozi). Tendenza inversa in tutto il restante ambito, quello dei prodotti vari, che dalle 5293 unità dell'83 è passato alle 5376 dell'anno seguente e alle 5444 asrmdttlrmsc attuali. Ci sono attività ormai desuete? Quali sono le preferenze del pubblico? Come si modifica il settore? D'accordo, molte aziende vogliono tenere articoli per il .fai da te», alcune società chiedono la licenza per aprire un ristorante galleggiante sul Po, domani s'inaugura (alla Rinascente) un centro commerciale, ma questi casi non sono sufficienti per capire che cosa sta accadendo. Il neoassessore al Commercio Carla Spagnuolo si stringe nelle spalle: .Non è possibile saperlo se prima non riusciamo a tratteggiare la figura del negoziante. Inoltre dobbiamo tentare di comprendere le esigenze degli addetti e contemperarle Me necessità dei consumatori, siano essi residenti o turisti. Final¬ mente potremo realizzare i piani commerciali, tenendo ben presente il progetto di sviluppo della città-. Scompaiono piccole botteghe a conduzione familiare, non più adeguate ai tempi. Perché affaticarsi a cercare un articolo dalla merciaia o dal colorista, quando nel grande magazzino è tutto 11 in bella mostra? Eppure, Torino risèrva ancora qualche sorpresa. Si sono moltiplicate pizzerie, paninoteche, birrerie, fast food e self service per assecondare le richieste di un pubblico soprattutto giovane, con scarsi quattrini e poco tempo a disposizione, ma non è morta la città aristocratica di un tempo. Ricompaiono i locali eleganti, dal Lerl (caro a Cesare Pavese) in corso Vittorio, con tessuti di Missoni e vetrate a cattedrale, al Nuovo Talmone di piazza Carlo Felice, la cui storia s'inizia nel lontano 1823 Il salone di rappresentanza Fiat in via Roma ospiterà, si dice, un negozio di abbigliamento; alla Marus succederà, salvo ripensamenti dell'ultima ora, un istituto di credito; i locali della ditta di scarpe Aldrovandl sono stati ceduti a Duso, altra azienda del settore. Il ristorante Ferrerò è diventato proprietà della catena Starhotel che intende ampliare l'albergo Majestic. Dice il direttore Pier Giorgio Favretto: .Torino è una città meravigliosa, anche se non vitale come Milano. Noi crediamo nel suo sviluppo-. Carlo Novara 11 salone della Fiat, in via Roma, è stato chiuso. Al suo posto un nego/io di abbigliamento?

Persone citate: Carla Spagnuolo, Carlo Novara, Cesare Pavese, Duso, Final, Giovanni Perfumo, Giovanni Salerno, Missoni, Pier Giorgio Favretto

Luoghi citati: Carmagnola, Luserna San Giovanni, Milano, Torino