Al Premio Italia quel terribile giorno di Moro di Ugo Buzzolan

Al Premio Italia quel terribile giorno di Moro La rassegna tv a Cagliari Al Premio Italia quel terribile giorno di Moro Ogni anno, mentre ancora non si sono spenti gli echi delta Mostra cinematografica di Venezia, prende il via — ieri sera a Cagliari, e andrà avanti sino al 22 settembre — il Premio Italia di radiotelevisione. E ogni anno avviene un (atto apparentemente singolare: Venezia, anche se 11 cinema è sempre dichiarato in crisi, suscita un ribollire di passioni e curiosità, e coinvolge l'interesse di un pubblico vastissimo, anche di quello che frequenta moderatamente e saltuariamente le sale cinematografiche; al contrario il Premio Italia — che pure è ritenuto nel suo genere la manifestazione internazionale più importante e qualificata — scorre di regola tra l'indifferenza o la distratta attenzione del più, al punto che se ancora oggi, dopo trentasette anni di puntuali rassegne, chiedete in giro che cos'è il Premio Italia, avrete come risposta il silenzio o frasi vaghe e imbarazzate. Eppure la televisione non è in crisi, anzi dilaga e domina, e tutti la vedono ò sono «costretti» a vederla. Allora? E' una faccenda spiegabile. Al Lido calano folle di registi e maestri acclamati, di divi vecchi e nuovi, di celebrità, di somme autorità, e la giuria è gremita di nomi noti e prestigiosi; al Premio Italia ci sono in pratica solo le delegazioni dei quarantanove enti radiotelevisivi membri della manifestazione (quest'anno a Cagliari un esercito di ottocento persone), e le giurie chiamate a visionare l'imponente materiale, più di cento programmi, sono costituite da funzionari e dirigenti delle stesse tv. A parte che registi e attori di fama non circolano mai se non in casi eccezionali, si ha fatalmente ogni anno la net ta sensazione — nonostante 1 generosi sforzi dell'attiva organizzazione Italiana della,] Rai, tesa ad •aprire» — che là l.... rassegna resti tendenzialmente chiusa, cioè riservata ai soci di un supcrclub i quali .inviano opere di loro piacimento e criterio, e poi le sele zionano e le premiano, sempre tra loro; con il sospetto — certamente ingiusto, ma che può ingenerarsi — di pre mi assegnati anche per Etra teglche ragioni di diplomazia e di cortesia. Fra l'altro sia le opere in concorso (e nel mare di programmi troppo ufficiali e accademici ce ne sono sempre di eccellènti, d'effettiva qualità e originalità) sia le opere premiate hanno scarsa risonanza presso il pubblico perché — a differenza di un Mostra di Venezia o di Cannes i cui film in stragrande maggioranza arrivano ini inancabllmente nelle sale spariscono, e la strada dei nostri teleschermi non la imboccano mal, o quasi mai. Po¬ trei mettere giù un lungo elenco di cose egregie — qualcuna addirittura straordinaria — passate al 'Premio Italia e poi dileguate nel nulla. Colpa soltanto dell'elefantesca burocrazia tv internazionale? A questa trentasettesima edizione la Rai ha Inviato per il concorso televisivo la coreografia 'Leonardo o il potere dell'uomo» con la compagnia Danza prospettiva di Vittorio Biagl. e il documentario 'Quel 16 marzo- sulla strage di via Fani; come si vede, non ha mandato sceneggiati o film per la tv che sono invece presenti, fuori concorso, nelle serate d'avvio: ieri-sera è stato proiettato -Festa di laurea» di Pupi Avatl, film prodòtto dalla Rai e destinato alle sale, stasera la commedia -Confessino Mitei» di Schnltzler, regia1 dei fratelli Frazzi, e domani una trasmissione di balletti in cui figura Carla Frecci e l'atto unico -L'uscita» di Pirandello con la regia di Pressburger. Ma sarà con la settimana prossima — gara fra le opere selezionate in questi giorni per 1 premi, e convegno su un tema di punta come -L'immagine della politica nell'in formazione televisiva» — che la manifestazione dovrebbe raggiungere li suo culmine e offrire spunti per un discorso televisivo approfondito e a vasto respiro. Ugo Buzzolan

Persone citate: Carla Frecci, Frazzi, Mitei, Moro, Pirandello, Pressburger