Dal Jukebox al Festivalbar trionfa l'estate dei Righeira di Marinella Venegoni

Dal Jukebox al Festivalbar trionfa l'estate dei Righeira A Verona ultima tappa della rassegna che sarà venerdì a Canale 5 Dal Jukebox al Festivalbar trionfa l'estate dei Righeira DAL NOSTRO INVIATO VERONA — Terrorismo internazionale e playback sono un binomio almeno curioso, ma la società dello spettacolo non si stupisce di niente, e assiste quieta all'esemplare grande rentrée di Denis Roussos uscito per sua fortuna indenne dallo spettacolare dirottamento dell'aereo Twa proprio mentre stava venendo da Atene in Italia per partecipare alla tappa di Siena del Festivalbar. Allora, il cantante greco non potè esserci, ma adesso finalmente è qui a Verona a presentare il suo nuovo disco «Any time an ali» e a raccontare che quei signori libanesi, in fatto di "showbiz" la sapevano lunga almeno quanto Solvetti: «Mi hanno fatto uscire per ultimo dall'aereo, quando mi hanno liberato, proprio come si fa con le star». Solvetti, patron della manifestazione, ascolta ed assente serio. Lui, che da ventidue anni tiene e manda avanti la gigantesca macchina di questo festival delle preferenze estive nei juke box, i meccanismi dello "showbiz" li conosce alla perfezione. In due giorni ha buttato in palcoscenico, per beneficenza e per gara, centotrenta persone a finger di cantare. Quando ieri, a notte fatta, sono arrivati per ultimi sulla scena dell'Arena i due Righeira, vincitori della manifestazione con 915 mila preferenze per la canzone «L'estate sta finendo», tuta hanno tirato un sospiro, la fine di una maratona che da fuori e magari anche da dentro era ormai diventata un incubo. Ma intomo, per tutta la giornata di ieri, piazza Bra ribolliva di ragazzi in caccia di autografi, quieti per ore sotto il sole ad aspettare l'inizio della kermesse. Salvetti non ama ricamare con le parole, va audacemente dritto al dunque: «Io non sono un operatore culturale ma commerciale. Vendo musica in un Paese dove la cultura sono "Superflash" e Gianni Mina, e non sono diseducativo, tiro fuori il meglio. I centotrenta cantanti di questi due giorni rappresentanto soltanto il 10 per cento della produzione discografica estiva però — ammette — centotrenta sono veramente tanti, quest'anno non ne posso più, dall'anno prossimo si cambia». Si cambia anche il metodo del playback, dopo tutte le polemiche che ci sono state? «Non scherziamo, il massimo che si può fare, in una passerella televisiva, sono due artisti dal vivo, come ho fatto io in queste sere; i ragazzi non si scandalizzano del playback, basta dirglielo e si adeguano allo show. Ieri sera, per esempio, con 16.500 lire d'ingresso hanno avuto un concerto completo di Bennato, e hanno speso per ogni cantante presente più o meno quanto spendono in un juke box». Il Festivalbar è un enorme juke box, con i cantanti in carne e ossa. Non solo, promuove ancora Salvetti, Festivalbar è annhe il nuovo mercato della musica italiana per l'estero: «I tedeschi, mica vanno più a Sanremo, ora vengono qui, a comprare "la Rimini dance", e sono tutti soldini che entrano a rinsanguare la nostra industria». La manifestazione ha ormai un giro di qualche decina di miliardi. Nessuna nostalgia della Rai, nessuna invidia per Sanremo, dunque? «Certo che ho nostalgia della Rai, ma quelli non si muovono mai. Per avere cinque minuti in più di trasmissione, mi toccava certe anticamere, parlare con gli onorevoli.. A Canale 5 problemi non ce n'è, con le canzoni riempiamo una serata intera. Quanto al Festival, è un Festival di Stato, fatto da un organizzatore di Stato, Ravera in questi panni è perfetto». Fra i «divi da esportazione», che ascolteremo nella messa in onda della serata di ieri sera su Canale 5 venerdì prossimo 13 settembre, c'è veramente di tutto. Festivalbar ha riservato il maggiore spazio alla «dance», musica ripetitiva da ballare senza altre pretese, ma la seconda classificata è Fiorella Mannaia, migliore voce attuale del nostro panorama musicale femminile e terzi gli importati •TJCT.m. Stanno nell'ammucchiata della gara persone serie come Enrico Ruggeri (quarto classificato), ex contestatori come Andrea Mingardi, ex ragazze «off» come Jo Squillo. Ci scappa pure la rivelazione, in questo caso il buffissimo Baltimora, vincitore del Discoverde, un irlandese il cui vero nome è Jlmmy Me Shane, una delle mille gare collaterali della manifestazione. Ha la faccia da cartellone pubblicitario e una canzone-giocattolo come «Tarzan Boy», in testa ai 'Top 10» dei 45 giri in Europa, e già prenotato per l'America. Marinella Venegoni I Righi-ira, top dell'estate '85: secondo Salvetti il play-back non potrà essere completamente eliminato