Sinowatz: con Craxi parleremo di Sud Tirolo, ma in amicizia di Sandro Doglio

Sinowatz: con Craxi parleremo di Sud Tirolo, ma in amicizia Intervista al Cancelliere, che ritiene Bolzano «ponte fra 2 Paesi» Sinowatz: con Craxi parleremo di Sud Tirolo, ma in amicizia Sarà a Roma giovedì per firmare accordi tecnici: è la prima visita ufficiale nel dopoguerra d'un premier austriaco - «Necessaria una politica realistica» DAL NOSTRO INVIATO VIENNA — 'Signor Cancelliere: che cosa rappresenta oggi per l'Austria l'Alto Adige?: Fred Sinowatz, capo del governo austriaco, non ha esitazioni: «Dobbiamo preoccuparci insieme, Austria e Italia, di fare in modo che il Sud Tirolo diventi un ponte tra i nostri due Paesi». Fra pochi giorni, giovedì prossimo, Sinowatz andrà a Roma in viaggio ufficiale: sarà il primo Cancelliere austriaco del dopoguerra a recarsi in Italia. Craxi e Sinowatz — entrambi socialisti — si incontreranno per la firma di una mezza dozzina di accordi e piccoli trattati per agevolare le comunicazioni ferroviarie e stradali fra i due Paesi. Si spera anche di fare qualche progresso per Trieste, che l'Austria vorrebbe più disponibile e più efficace per i suoi commerci marittimi. Ufficialmente nell'agenda dei colloqui non c'è la voce «Alto Adige»; ma è pura finzione diplomatica. I problemi di Bolzano e Merano saranno in realtà il piatto forte del menù dei due capi di governo. A leggere l giornali viennesi di questi giorni sembra anzi che non si debba parlare d'altro. «A Roma si parlerà anche del Sud Tirolo — ammette il Cancelliere austriaco—ma lo faremo da un punto di vista amichevole». Aggiunge: «E" chiaro che l'Austria, in base al trattato di Parigi, ha una funzione protettiva delle minoranze tedesche al di là del Brennero, funzione che vogliamo esercitare per risolvere le questioni ancora aperte. Ma ne parleremo con l'Italia in modo realistico». «Realistico» e «amichevole» sono parole che ritornano continuamente nell'Intervista con Sinowatz. Nel 1947, l'allora Presidente austrìaco Renner dichiarò pubblicamente a Innsbruck: ■Il recupero del Tirolo del Sud all'Austria, se non è questione di mesi sarà questione di anni». Che cosa ne pensa, quarant'anni dopo, il Cancelliere di Vienna? Risposta: •Non mi posso mettere nella posizione di Renner. E' necessario avere una politica realistica, sulla base degli accordi esistenti. Cerchiamo tutti assieme di dare un contributo affinché la vita, sia dei tedeschi che degli italiani del Sud Tirolo, sia piacevole, sia gradevole per entrambi». L'altro giorno Silvius Magnago, leader cattolico degli altoatesini di lingua tedesca, si è precipitato a Vienna ed è stato ricévuto dal Cancelliere in questo stesso ufficio. Magnano aveva ricordato polemicamente che «Craxi non ha trovato, o non ha voluto trovare il tempo per incontrar' mi. Noi vogliamo da mesi — ha aggiunto — precise norme per l'uso della lingua tedesca nei tribunali». L'Austria sard portavoce di Magnago in Italia? Risponde il Cancelliere: «Devo ricordare che il partito di Magnago ha dato il suo voto al governo Craxi. In ogni caso a Roma sarà accennato al problema dell'equiparazione delle due lingue. Mi auguro e desidero che siano compiuti progressi nell'applicazione del "pacchetto" di impegni assunti dall'Italia per l'Alto Adige». Domanda: non trova assurda questa esasperazione del problema linguistico? Risposta: «Non è. compito nostro èntrtuWTteì'dettagli, che sono matèria per gli esperti. I col loqui tratteranno tutti i punti, ma piti generalmente parleremo della realizzazione degli accordi». Anche in Austria ci sono o minoranze etniche e linguistiche: sloveni, croati, e piccoli gruppi di cèchi e di ungheresi. Come risolve Vienna i loro problemi? «Li stiamo ad ascoltare, e li accontentiamo», risponde candidamente il Cancelliere. Il sottinteso sembra trasparente: perché l'Italia non fa lo stesso, e non accontenta i sudtirolesi in tutto e per tutto? Sinowatz va a Roma anche per restituire la visita che Craxi ha fatto qui a Vienna nel febbraio 1984. Fu un viaggio che non tutti giudicano positivo per l'Italia: fu preceduto da una campagna feroce della stampa austriaca contro la «lentezza» e le «esitazioni» italiane nel rispettare e attuare gli accordi per l'Alto Adige. Dopo la visita di Craxi, poi, i rapporti tra i due Paesi hanno conosciuto momenti di drammatica tensione. In settembre, a Innsbruck, presenti lo stesso Cancelliere e molti ministri, una riunione di Schuetzen (una specie di milizia popolare armata) degenerò in una manifestazione anti italiana. Il Cancelliere parla della distensione Est-Ovest; è pieno di speranza per l'incontro Reagan-Gorbaciov («non ci si deve illudere che un solo incontro risolva tutti i problemi, ma può essere il primo passo per ricreare un clima di distensione»). Dice che l'Austria guarda sempre più all'Europa (ed è un cambiamento rispetto alla politica del suo predecessore Kreisky, che ha speso molte energie per tentare di rappacificare il Medio Oriente). Con l'Italia, Sinowatz dice che vuole amicizia, che cercherà sempre migliori rapporti per lo sviluppo dei molti possibili interessi comuni. Ma non si riesce a dissipare l'ombra lunga del drammatico rompicapo altoatesino. L'Austria non sembra in grado di temperare il suo ruolo di gendarme tedesco. D'altra parte l'Italia non può arrendersi a un crescere continuo di pretese. In mezzo c'è chi ne approfitta. I colloqui della prossima settimana potrebbero non essere facili. Sandro Doglio Cd