Trattare con Gorbaciov, senza veti né rinunce

Trattare con Gorbaciov, senza veti né rinunce Analisi e obiettivi dello scudo spaziale: un articolo dell'ex segretario di Stato Henry Eissinger Trattare con Gorbaciov, senza veti né rinunce La difesa strategica rimane runica idea nuova che si discosti dall'eccessiva fiducia nelle armi nucleari - Oggi, un accordo che limiti gli ordigni offensivi ma proibisca quelli difensivi sarebbe un palliativo - Nessun trattato vieta il programma di «guerre stellari»; d'accordo con gli alleati, Reagan non può far altro che negoziarne scopi e natura Fra alcuni giorni i negoziatori americani e sovietici sul controllo degli armamenti si riuniranno a Ginevra per la loro ultima sessione di lavoro prima del vertice di novembre fra Reagan e Gorbaciov. A mano a mano che l'appuntamento si avvicina sembra crescere nelle democrazie occidentali una sorta di ansia di registrare progressi nei rapporti Est-Ovest. E Gorbaciov, a giudicare dalla sua recente intervista (al settimanale americano «Time», ndr), sta cercando palesemente di sfruttare questo stato d'animo affermando che il successo di Ginevra è legato all'abbandono dell'Iniziativa di difesa strategica (Sdi, ndr), il programma dell'amministrazione Reagan di un sistema di difesa contro i missili balistici. D modo in cui il governo americano gestirà la propria iniziativa in vista del summit è una delle questioni fondamentali di questo decennio. Il primo passo cruciale di tale questione è la messa a punto di una politica sulla difesa e sul controllo degli armamenu* in grado di rispecchiare i cambiamenti rivoluzionari registrati nel campo tecnologico, di ridurre la dipendenza degli ordigni nucleari e di rispondere all'aspirazione universale di scongiurare l'apocalisse nucleare. La politica che è stata alla base della difesa occidentale durante il periodo postbellico — stabilire cioè una diretta correlazione tra sicurezza e minaccia di una massiccia devastazione nucleare — sta chiaramente perdendo validità. Lo spettro di stermini apocalittici toglie credibilità alla minaccia. L'opinione pubblica democratica finirebbe per rifugiarsi prima o poi nel pacifismo e nel disarmo unilaterale. Eppure la strategia sovietica di stigmatizzare gli sforzi per escogitare alternative meno annientatrici ha già ottenuto notevoli successi. Essa deve essere respinta con fermezza e lo si può fare in due modi. Primo, facendo capire all'Occidente che, se la tempesta di in- fuccate proteste sovietiche nei confronti del progetto delle «guerre stellari» dovesse avere successo, qualsiasi politica concreta di difesa e di efficace controllo sugli armamenti sarebbe irrimediabilmente compromessa, n secondo modo è di condurre le trattative senza rinunciare agli obiettivi americani o almeno senza snaturarli per adeguarli alle condizioni dei sovietici. La difesa strategica rimane l'unica idea nuova che si discosti dall'eccessiva fiducia nelle armi nucleari, una fiducia che rischia di avere effetti paralizzanti e di rendere praticamente inutile il controllo degli armamenti. Allo stato attuale degli arsenali, un accordo che limiti le armi offensive ma proibisca quelle difensive sarebbe un palliativo per le seguenti ragioni: ' 1) Tutti gli sforzi di convincere i sovietici a ridurre o limitare le testate multiple, congelando gli assetti difensivi, si sono rivelati inutili. Risultato: il numero delle testate nucleari accumulato negli arsenali delle superpotenze è talmente alto, l'affidabilità e la precisione sono cosi notevoli e la quantità necessaria per ottenere distruzioni massicce tanto modesta che nessuna riduzione prevedibile (neppure il 50 per cento) e in grado di influire, senza un adeguato dispositivo di difesa, sulla strategia nucleare prevalente come sull'equazione psicologica che ne deriva. 2) Testate multiple creano una vasta sproporzione fra il numero dei dispositivi di lancio c la minaccia offensiva totale. Dato che ogni vettore missilistico può portate 15 o più testate, sferrare il primo colpo offre sempre un vantaggio allettante. Ridurre il nu- mero dei dispositivi di lancio mentre permangono le testate multiple non fa diminuire questo rischio, anzi paradossalmente, ad un certo livello di riduzione, lo potrebbe rendere ancora più pericoloso visto che il rapporto testate-vettori rimarrebbe costante. 3) Entro la fine del secolo diversi Paesi del Terzo Mondo possiederanno armi nucleari. Ne deriva che alcuni avranno acquisito una grande potenzialità di ricatto poiché potrebbero rendere più plausibile la minaccia di un suicidio collettivo che non le superpotenze. Chiaramente i sovietici hanno tutto l'interesse nel perpetuare lo status quo nucleare perché, anche se le anni nucleari non dovessero offrire loro vantaggi maggiori che alle democrazie occidentali, essi posseggono massicce forze convenzionali ed hanno una popolazione che in grande mi¬ sura é tenuta all'oscuro delle conseguenze della guerra nucleare. Tuttavia gli storici del futuro potrebbero chiedersi con stupore per quale motivo, in un'era caratterizzata da catastrofiche potenzialità distruttive e dalla proliferazione nucleare, tanti in Occidente si siano incaponiti nel considerare che la chiave della sicurezza fosse consistita nel perpetuare la più completa vulnerabilità. L'amministrazione Reagan ha risposto alla situazione elaborando una distinzione fra ricerca, da un lato, sperimentazione e installazione dall'altro. Persino le sue dichiarazioni più dure sono limitate a proseguire le ricerche. Essa afferma che la decisione dell'installazione (del sistema di difesa strategica, ndr) sarà presa dopo il completamento delle ricerche, forse da un altro Presidente. In qualsiasi caso, sostiene l'amministrazione Rea¬ gan, l'installazione non avverrà senza la consultazione con gli alleati e i negoziati con i sovietici. In conclusione il governo americano sembra essere spinto dalle dichiarazioni di Gorbaciov, dalle esitazioni degli alleati e dalla sua stessa ambivalenza, verso un compromesso, che consiste nella riduzione dei vettori del 25 per cento circa, nella continuazione dell'Iniziativa di difesa strategica, ma senza test né installazioni, e nella riaffermazione del trattato Abm (il trattato per la limitazione dei missili antimissile, ndr). Un simile compromesso potrebbe provocare in Occidente un forte sospiro di sollievo. L'eventuale accordo sovietico a proseguire le ricerche- sulla difesa, fatto balenare da Gorbaciov, verrebbe salutato come se si trattasse di una grossa concessione. In realtà non oc¬ corre il permesso sovietico per condurre le ricerche. Il trattato sui missili antibalistici lo prevede in modo specifico ed i sovietici ne hanno tratto il massimo vantaggio. Inoltre, il trattato Abm non vieta la sperimentazione di tecnologie terrestri: ciò che esso impedisce, almeno per induzione, é la sperimentazione nello spazio, là dove gli Stati Uniti sono attualmente in vantaggio. Per quanto riguarda le riduzioni proposte sugli armamenti, queste avrebbero, al massimo, un significato marginale. Più che ridurre, tenderebbero piuttosto a conservare'la capacità sovietica di provocare devastazioni civili o persino di scoccare il primo disarmante colpo. Per colmo d'ironia un risultato del genere finirebbe non solo per perpetuare la strategia nucleare dell'annientamento reciproco, ma lascerebbe le democrazie in condizioni di grande vulnerabilità nei confronti dei progressi sovietici sul terreno della difesa strategica. I sovietici criticano soltanto le difese basate nello spazio, in cui sono in ritardo sotto il profilo tecnologico, pur continuando ad eseguire impegnative ricerche e sperimentazioni su sistemi di difesa tradizionali, cioè terrestri. Ed hanno ignorato i divieti specificati dal trattato sui missili antibalistici quando faceva comodo ai loro obiettivi strategici: il nuovo radar a Krasnoyarsk ne è un'evidente violazione. Perciò il compromesso che viene proposto finisce per sommare tutti i possibili svantaggi. Esso rallenterà il ritmo dei programmi di ricerca americani incanalandoli in direzione di tecnologie meno promettenti, creerà una illusoria euforia senza eliminare la prospet¬ tiva che, improvvisamente, i sovietici possano realizzare qualche innovazione, persino forse nello spazio. L'amministrazione Reagan ha la possibilità di introdurre una modifica storica nelle relazioni strategiche e di ridurre enormemente la minaccia dell'apocalisse nucleare. Per sfruttare queste possibilità non deve limitarsi a respingere le proposte di Gorbaciov; deve proporre un'alternativa. Deve cioè dichiarare in modo esplicito il proprio rifiuto ad accettare qualsiasi veto sulla difesa missilistica, dichiarandosi però disposta a negoziare gli scopi e la natura della difesa strategica in rapporto a livelli concordati di forze offensive. Una proposta del genere potrebbe stabilire uno stretto rapporto tra una consistente riduzione delle capacità offensive ed un rafforzamento limitato delle forze difensive. In particolare: a) Le due parti potrebbero accordarsi per eliminare i missili a testate multiple entro un periodo concordato che potrebbe essere di dieci anni. Oppure, al minimo, limitarli ad un numero inferiore, per esempio cento o meno. b) Il numero dei dispositivi di lancio delle due parti potrebbe essere ridotto a meno di mille, compresi i bombardieri a lungo raggio. Combinati, i due accordi potrebbero comportare una riduzione delle testate nucleari vicina al 90 per cento. c) Le due parti potrebbero dichiararsi d'accordo che la difesa strategica potrebbe essere scaglionata nello stesso periodo di un decennio limitandola a due obiettivi: (1) proteggere le forze di rappresaglia (missili balistici intercontinentali e basi di bombardieri); (2) di¬ fendere la popolazione contro attacchi limitati e lanci accidentali da parte di una superpotenza, od attacchi di Paesi terzi in possesso di armi nucleari. Ciascuna parte potrebbe essere Ubera di scegliere il metodo dell'installazione —* sulla Terra, nello spazio, in entrambi — purché circoscritto nei limiti sopra indicati. d) Il trattato Abm verrebbe modificato secondo le procedure previste di revisione. Un tale accordo capovolgerebbe in modo decisivo l'accumulazione di testate nucleari. Il livello della difesa sarebbe ancorato, e quindi limitato, al livello <n netto decremento del potenziale offensivo. Si ridurrebbero le possibilità del ricatto nucleare. Se soltanto un attacco totale può penetrare attraverso i dispositivi di difesa, e se la difesa strategica non consente di sapere a priori quali armi passeranno, diminuiranno di conseguenza gli incentivi alla guerra nucleare. Certo che se i sovietici persisteranno nell'opporre il rifiuto, gli Stati Uniti non avranno altra scelta che costruire unilateralmente la difesa strategica basata sui due criteri che ho esposto. Questo approccio comporta mutamenti rivoluzionari nella politica di difesa prevalente. Nell'arco dei dieci anni in discussione, bisognerà assegnare importanza dominante alle forze convenzionali, una decisione che d'altronde ci verrà imposta dalla tecnologia. Qualcuno replicherà che i sovietici non accetteranno mai questo tipo di politica. Però, nel corso degli anni, i sovietici hanno rovesciato molte posizioni che in precedenza erano state definite immutabili. Le democrazie occidentali non possono farsi garanti di una condotta responsabile da parte dell'Urss. Hanno l'obbligo di tracciare con responsabilità una strada propria che sacrifichi la propaganda alla possibilità di una genuina riduzione della minaccia nucleare. Henry A. Kissinger Copyright «Los Aageks Times Syneacatea e per l'Italia «La Stampa» TESTATA Sensori n ruirtìi - ,, . . , • ESPLOSIVA ultrarossi •> Il salcllit,'i-disi mi tn dall iiupullo ANTIKATKl.l.n K J- THrsco|>! N , tf„, \)r¥>Hlx •/^•BaS^U ?i4»*V.' ~s~i ~-~!*l''\-Uri ^/hJS^K ' '*W< SaUU'ltr n,.,-..;n;;i,, CONFRONTO Giroscopio a Lasftr * Secondo stadio -f- 4.1 telescopi della testata puntano sul satellite, 1 sensori a raggi Infrarossi captano il suo calore e 156 razzi direzionali portano l'esplosivo sul bersaglio 3.81 accende il secondo stadio si accende il primo stadio 1. Guidato dal radar a terra, l'P-15 landa U missile In direzione del satellite e ritorna alla base

Persone citate: Gorbaciov, Henry A. Kissinger, Henry Eissinger, Reagan

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Stati Uniti, Urss