Pugni, querele e miliardi nella «Dynasty» dei Gucci

l% • ■ _ _ ■• Pugni, querele e miliardi nella «Pynqsty» dei Gucci l% • ■ _ _ ■• Pugni, querele e miliardi nella «Pynqsty» dei Gucci Nonostante le liti, il fatturato dell'azienda-capogruppo è in crescita; 200 miliardi ROMA — Era destino dei grandi imperi soccombere per faide fratricide tra gli eredi aspiranti al trono. Ora accade sovente agli imperi economici. Ma i Oucci hanno fatto eccezione; almeno fino ad ora: da alcuni anni in famiglia volano querele e perfino qualche pugno senza che l'azienda risenta di contraccolpi fatali. Anzi ingigantisce: l'ultimo fatturato della capogruppo è di 200 miliardi, il trend di crescita supera l'inflazione, e il sole non tramonta mai sulla doppia O del marchio, che luccica da Singapore a Ryad. Fiorentini d'origine come indica il nome rinascimentale del capostipite, Oucclo, sembrano aver fatto proprio il motto del concittadino Machiavelli, secondo cui con 11 nemico o si viene a patti «o lo si spegne». Finora hanno sempre scelto la prima soluzione. L'ultimo scontro però è aspro, chissà se ricucitile. Rischia di cadere la testa di Maurizio, il 50 per cento della spa, accusato da zio e cugini (l'altro 50%) di aver falsificato firma e volontà testamentarie del padre Rodolfo, appena dopo la morte, per accaparrarsi la metà dell'azienda. Poiché il giudice ha dato ragione al querelanti e il presunto Karamazov del Oucci adesso non può far valere 11 suo pacchetto, è probabile che gli altri cercheranno di estrometterlo. Il giovane Maurizio è presidente della Oucci, chairman of the board della Gucci americana. E, dire che ancora in agosto corrispondenze da Milano, dove Maurizio ha studiato e tiene il quartier generale, assicuravano che i Gucci litigavano, si, ma «con classe ed eleganza». Con classe ed eleganza, qualche anno prima, se l'era' ; no anche date in famiglia, stando alla denuncia di un altro Gucci, Paolo. Sarebbe successo nel luglio '82, a Firenze, durante una riunione del consiglio di amministrazione. Paolo, all'epoca vicepresidente, «cercò di mettere in discussione il comportamento da congiurati e nemi¬ ci» del padre Aldo, del fratelli Giorgio e Roberto, del cugino Maurizio e dello zio Rodolfo. Per risposta avrebbe avuto un sacco di botte: 'Istigati da Aldo e Rodolfo Gucci — cioè padre e zio, si legge nella denuncia — Giorgio Roberto e Maurizia si sono scagliati contro il querelante, percuo- tendalo in varie parti del cor-] po con le mani, i pugni e alcuni oggetti». Colpito nel corpo e nell'anima (•una lacerazione al volto, contusioni, ferite psichiche e trauma», i danni dichiarati) Paolo ricorse alla corte di Manhattan per ottenere dal congiunti e dalla ditta 13 milioni e 300.000 dollari quale indennizzo. Malgrado queste asprezze tra Paolo e il padre si arrivò a una pace, a una buona pace stando alle dichiarazioni ufficiali e agli agiografi della dinastia. Ma per una guerra che si chiudeva se ne apriva un'altra, tra Maurizio e 11 cuglnato. Come la famiglia, si sono divisi in schiere contrapposte anche i collaboratori più stretti. Secondo i «MaurlzlanU lo scontro è tra culture, tra scuole di pensiero. Maurizio, col suoi 37 anni 11 più giovane, sarebbe l'unico che sappia interpretare la dimensione internazionale e finanziarla raggiunta dall'azienda. I suol rivali, in età più avanzata, cresciuti nelle ville di campagne di Toscana e d'Inghilterra, sarebbero ancorati ad una visione tradizionalista, inattuale, dell'azienda. Dal fronte opposto si cita l'esempio di Aldo, l'ultimo patriarca dei Gucci, sobrietà e successo, laurea honoris causa della City university di New York, il vero artefice del boom aziendale. Detiene il 40% della Gucci spa, un altro 10% è diviso tra i suol tre figli. Riuscirà il patriarca a riconquistare l'impero e' a mantenerne intatti 1 confini, o questo si smembrerà indebolendosi? E il marchio resterà unico e Indiviso, come erano un tempo i Gucci nella loro forzata unità? La parabola dinastica è a un punto critico. %' r< ' — ■

Luoghi citati: Firenze, Inghilterra, Manhattan, Milano, New York, Roma, Ryad, Singapore, Toscana