Abu Moussa, il rivale d'Arafat «Porterò la guerra in Galilea»

Abu Moussa, il rivale dArafat «Porterò la guerra in Galilea» «Siamo presenti nel Sud Libano, ma il futuro dipende da Amai» Abu Moussa, il rivale dArafat «Porterò la guerra in Galilea» I dissidenti Al Fatali vantano l'incondizionato appoggio libico - «Mosca ha capito che l'Olp vende la causa palestinese al nemico sionista» • Autocritica sulla strategia degli ultimi anni NOSTRO SERVIZIO TRIPOLI — Venuto per assistere al 16= anniversario della rivoluzione libica, assieme a numerosi capi delle organizzazioni palestinesi ostili a Vasser Arafat, Abu Moussa, capo dei dissidenti di Al Fatah, è stato ricevuto dal colonnello Oheddafi che gli ha rinnovato l'appoggio totale della Libia alla causa palestinese. Abu Moussa ci ha concesso questa intervista (alla vigilia della ripresa del combattimenti nei campi profughi palestinesi, ndr). Dopo la battaglia nei campi palestinesi di Beirut, come vede l'avvenire della presenza civile e militare in Libano? La guerra dei campi è cessata con l'accordo di Damasco che ridefinisce il ruolo della rivoluzione palestinese nel Libano e le relazioni tra le masse palestinesi e le forze nazionali libanesi, rappresentate da Amai e dal Fronte nazionale democratico. Quest'accordo riguarda il riconosciménto e la riaffermazlone del ruolo di tutte le forze libanesi nazionaliste e del diritto della rivoluzione palestinese di agire contro 11 nemico sionista nel Nord della Palestina a partire dal Sud Libano, e autorizza i palestinesi nel campi a possedere armi leggere. Pensa che Amai vi lascerà Installare nel Sud del Libano e se sì a quali condizioni? Prima dell'invasione del 1982, avevamo artiglieria e cannoni di lunga -gittata che utilizzavamo nel Sud in direzione del Nord della Palestina. Tutto ciò non ha dato i suol frutti e non ha aiutato la lotta armata perché la risposta sionista contro le regioni libanesi era più micidiale del nostri colpi. Questo è stato uno dei punti di contrasto con Arafat. Oggi la rivoluzio¬ ne palestinese deve agire militarmente all'interno del territori occupati e non limitarsi a bombardamenti che scatenano contro-bombardamenti. Non abbiamo alcuna intenzione di tornare al passato, slamo decisi a lanciare una vera e propria guerriglia, cioè a penetrare nei territori occupati e dare la priorità alle azioni in questi territori. Domenica scorsa a Baalbectc, Berrl (capo di Amai, ndr) ha annunciato che il Sud Libano resterà aperto ai combattenti, a tutti i combattenti che vogliono battersi per liberare la Palestina, perché questa liberazione è un dovere religioso sacro, che riguarda anche gli sciiti. Soltanto il futuro dirà quali siano le intenzioni e la vera posizione di Amai e se le dichiarazioni di Berri non erano che semplici parole. Com'è la vostra attuale presenza nel Libano meridionale? Non come nel passato. Non abbiamo basi e non ci facciamo vedere in pubblico. Siamo presenti nel campi e ci prepariamo ad agire nei territori occupati. Ci stiamo prepa- rando, in attesa che le nostre relazioni con Amai si chiariscano per evitare di aggravare le tensioni. Che cosa pensa dell'affermazione del colonnello Gheddafi di fare della Libia una base di partenza della resistenza palestinese, se gli altri Paesi arabi non vi consentiranno di muovervi partendo dai loro territori? Sarebbe un ricorso estremo. Non crediamo che si possa lottare efficacemente contro 11 nemico partendo da Paesi lontani. La proposta del colonnello Oheddafi riflette l'Impegno libico nei confronti della lotta nazionale araba, ma non vuole assolutamente dire che noi si debba abbandonare le nostre posizioni in Libano. Che cosa pensa della posizione di Mosca sul conflitto tra palestinesi? Mosca considera l'accordo di Amman (tra Arafat e re Hussein, ndr) un seguito di Camp David e forse più pericoloso perché vende la causa palestinese al nemico sionista. Per questa ragione, l'Urss vi si oppone. Finora non ha ricevuto Arafat né gli ha Inviato alcun invito. I sovietici stanno lavorando su gran parte delle forze che si oppongono ad Arafat per creare un vasto fronte contro l'accordo di Amman. Stanno cercando di «conquistare» gli uomini di Arafat, come per esemplo Abu Uyad, che hanno ricevuto a Mosca. Hanno parlato con George Habbash, vogliono invitare Nayf Hawatmeh e i rappresentanti del pc palestinese. L'Urss, da grande potenza qual è, vuole rluntflcare tutti, ma soprattutto vuole obbligare Arafat ad abrogare l'accordo di Amman. Francoise Chipaux Copyright ti* Monde» c per l'Italia ci.» Stampa»