Da Matt Biondi a Paklin un bilancio di successo di Gianni Romeo

Da Matt Biondi a Paklin un bilancio di successo UNIVERSIADE Tra Kobe e lo sport felice unione Da Matt Biondi a Paklin un bilancio di successo DAL NOSTRO INVIATO , . KOBE — LVniversiaàe st è integrata benissimo con questo angolo di Giappone; ora 'lo lascia senza commozioni speciali ma anche senza stonature, con una stretta di mano amichevole. In passato molte manifestazioni sportive hanno creato turbative nel luoghi che hanno avvicinato, o viceversa le sedi di Olimpiadi o altri eventi hanno contagiato lo sport con i loro problemi. Qui a Kobe non è successo nulla di tutto ciò: l'uno deve all'altro della gratitudine. Sicuramente la popolazione universitaria, calata qui in una decina di migliala di persone tra atleti, dirigenti e tecnici ha avuto l'occasione di scoprire un Giappone un po' diverso, che riconcilia con questa terra troppo spesso giudicata un po' crudelmente dopo l'impatto frenetico con quella megalopoli che è Tokyo. Successo di serenità e di pubblico: ha fatto la parte del leone l'atletica leggera con circa 160 mila presenze, senea considerare quel cordone magnifico di folla che ha seguito la maratona, valutato in oltre 400 mila persone; segue il caldo con 121 mila presenze, la pallavolo con 65 mila, il basket con 34 mila, nuoto 22 mila, tennis 21 mila e via dicendo. I paganti per gli 11 giorni di gare sono stati circa 520 mila, oltre al 60 mila della cerimonia di apertura e al 30 mila che alla chiusura si sono aggiunti a chi aveva assistito in precedenza all'atletica. Successo di pubblico anche, e dunque di cassetta; t giapponesi hanno potuto collaudare gli stupendi impianti di cui hanno dotato la città approfittando dell'appuntamento universitario, senza rimetterci troppo di tasca. Successo anche sportivo e tecnico, malgrado qualche cedimento causato a nostro giudizio dal fatto che è un errore diluire una manifestazione come l'Vniversiade in 12 giorni, cerimonia compresa, quando una decina sarebbero più che sufficienti e darebbero un ritmo più serrato al tutto. Matt Biondi, il nuotatore, ■statunitense, e Igor Paklin, il saltatore in alto sovietico, sono stati i due personaggi di maggiore spicco dell'Universiade; da soli l'hanno fatta decollare a livelli olimpici, l'uno in apertura con le sue prodezze a ripetizione in piscina e l'altro in chiusura con il primato a 2,41. Dicono che Neblolo è un uomo fortunato: certamente quel primato all'ultimo istante della manifestazione ha dato lustro maggiore all'evento, ma sarebbe bastato Biondi a non rendere inutile tecnicamente l'appuntamento di Kobe. Con il nuotatore californiano ci troviamo di fronte a un fuoriclasse di portata assoluta e il battesimo giapponese verrà ricordato da chi lia visto con i suol occhi in azione una poderosa macchina da nuoto appena parzialmente espressa. L'Italia: meno bene che a Edmonton, in Canada, due anni fa, se si fa il computo, delle medaglie, quando gli azzurri conquistarono 9 successi contro gli attuali 4 (fioretto femminile, poi l'atletica con Pieeolato, Mei, Baffi), più 6 medaglie d'argento e 5 di bronzo. Nella classifica delle medaglie, che qut vale quel che vale, gli azzurri sono settimi. Tutto sommato più che sufficiente, con una lode all'atletica leggera e alla pallavolo, i due sport che hanno dimostrato di prendere più seriamente la manifestazione, seguiti dalla scherma che' aveva grosse attenuanti di stanchezza generale. Gianni Romeo

Persone citate: Baffi, Biondi, Igor Paklin, Matt Biondi, Mei

Luoghi citati: Canada, Giappone, Italia, Tokyo