Saltato il «muro» tutto è più facile
Saltatoli «muro» ti I 240 Ap Saltatoli «muro» ti I 240 Ap I 2,40 superati dallo sconosciuto Povarnitsin hanno idealmente aperto la strada vincendo i timori, spesso psicologici, degli altri - Dopo i 2,30 di Stones (indiscusso numero uno di allora) passarono tre anni prima che il limite venisse migliorato Dodici anni dopo il superamento da parte di Dwlght Stones del 2,30 (avvenne a Monaco 111 luglio 1973) è caduto anche 11 'emuro» del 2,40: a differenza di allora non è stato però necessario aspettare tre anni per registrare nuovi progressi. Sono bastati appena 24 giorni perché Igor Paklln cancellasse Rudolf Povarnitsin dall'elenco del primatisti mondiali. Ed 11 parallelo con Stones ci pare sia calzante In quanto lo statunitense è stato (ed è ancora)' uno dei più squisiti interpreti della tecnica .di salto lanciata da Fosbury. Allora il biondo americano era l'indiscusso numero uno della specialità e la. sua impresa distrusse psicologicamente 1 suoi più qualificati avversari, tanto che per vedere un saltatore oltre al 2,31 non solo fu necessario attendere fino al 1976, ma addirittura che fosse lo stesso Stones a migliorarsi portando il record fino a 2,32. Misura che sarebbe poi caduta solo all'assalto del fenomenale Vladimir Yaschenko. Oggi due sovietici a darsi il cambio al vertice hanno un significato abbastanza occasionale: se Paklln, infatti, già da qualche stagione è da considerarsi tra i migliori interpreti della specialità, Povarnitsin rappresenta una novità alla quale occorre tributare comunque grosse lodi. Da tempo 1 2,40 erano «maturi», ossia c'erano saltatori (11 cinese Zhu e il tedesco Moegenburg In testa, per non dire ben prima di loro Yaschenko) In grado di superar¬ li. Subentravano però logiche remore psicologiche beh riassunte proprio da Paklln nelle dichiarazioni rilasciate a Kobe nella conferenza stampa seguita al salto-record. • Concentrandomi ho pensato—ha. detto 11 sovietico — che se c'era riuscito Povarni¬ tsin potevo farcela anch'io.: ossia, il babau del «muro» da abbattere era superato. E se Povarnitsin ci era riuscito' probabilmente proprio perché non aveva dovuto •preparare» mentalmente 11 salto (l'obbiettivo dèlia sua( gara era migliorare con 2,3311 record ucraino, né gli si attribuiva potenzialità per andare tanto oltre), Paklln si è Invece trovata la strada spianata. E la riprova sta nel fatto che anche lo svedese Sjoberg, a Rieti, ha tentato poi 2,42 senza crearsi troppi problemi e fallendo in maniera neppure cosi netta. I progressi del salto in alto in questa stagione sono testi-1 monlatl dalla presenza di ben nove atleti oltre i 2,35: una base cosi allargata non poteva che sfociare in «punte» oltre 12,40. A riuscirci sono stati 1 sovietici, ultimi in ordine di tempo ad accantonare lo scavalcamento ventrale (magari adattandolo come Yaschenko) per dedicarsi al fosbury. Ed è il rinnovarsi cosi di una tradizione iniziata da Styepanov (primo sovietico a salire sul tetto con 2,16 nel 1957), magistralmente proseguita da Brumel, che ebbe poi In Yaschenko una meteora distrutta troppo celermente da terribili carichi di lavoro. Oggi, anche in Urss, la base è allargata: Avdeyenko (l'uomo che due anni fa vinse a sorpresa 11 titolo mondiale), Sereda, Oranenkov, Maltchenko, Kotovich, Zozimovlch, Demyanyuk, Paklln ed ormai anche Povarnitsin sono 1 più accreditati rappresentanti di una scuola che è impossibile far risalire a uh singolo personaggio né ha un Ideale leader, ma che è in grado di sfornare all'occasione l'Interprete giusto per riuscire a primeggiare. Giorgio Barberis Igor Plakln impegnato il 2 giugno 1984 al Comunale di Torino: il sovietico aveva tentato i 2,40
Persone citate: Brumel, Giorgio Barberis Igor, Igor Paklln, Rudolf Povarnitsin, Sjoberg, Vladimir Yaschenko
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