Una lunga storia di grandi motori

Una lunga storia di grandi motori Una lunga storia di grandi motori Il progresso dei motori da corsa, o più generalmente a prestazioni elevate, coincide negli ultimi 40 anni con la storia e l'evoluzione delle Ferrari. Alla fine del ■1946, la versione granturismo del sensazionale. 12' cilindri di Maranello aveva 72 Cv, il che corrispondeva a una potenza specifica di 48 Cv/litro, già molto inte' ressante per l'epoca. Questo motore non venne mai prodotto: la prima versione della '125» sportcompetizione erogava qualcosa come 118 Cv, ossia 78,6 Cv/litro, nelle prime gare cui prese parte nel 1947. Da lì cominciò la scalata alle potenze sempre maggiori, che doveva portare agli 80 Cv/litro del tipo «266 F2» del 1948, poi agli 84 dell'ultima versione del motore •Lampredi» per la F.l senza compressore del 1951. Nello stesso anno veniva messo a punto il quattro cilindri per la F2 tipo «500» che con i suoi 93 Cv/litri avrebbe permesso ad Ascari di ottenere due titoli mondiali nel '52 e '53. Nel 1953 si superavano gli 80 Cv/litro per un motore sport stradale con il tipo •250 mm», un 12 cilindri di tre litri e 240 Cv. Nell'anno successivo si toccavano i 100 Cv/litro con il «625» per la F.1: 2498 ce, quattro cilindri in linea e 250 Cv. Le vetture sportive da competizione sviluppavano l'aumento di potenza specifica, con il modello '290 mm» (1956) che con il suo 12 cilindri di 3490 ce erogava ben 320 Cv a 7300 giri/minuto. Per l'epoca era il limite. Ma già nel 1957 una versione sport del piccolo V-6 di 65 gradi e 1489 ce erogava 170 Cv a 8500 giri, ossia 114 Cv/litro. Questi risultati si ottenevano con una tecnica raffinata, basata su aumentazione mediante carburatori a due e quattro corpi che fornivano singolarmente i cilindri e distribuzione a doppio asse a camme in testa per fila di cilindri nei motori da competizione. Si manteneva il monoalbero per fila nelle versioni sportive del 12 cilindri. Il 1961 con la nuova F.1 limitata a 1500 ce trovava la Ferrari pronta con il motore «156» che, nella versione a corta ultracorta (alessagglo 81 mm, corsa 482) erogava 200 Cv a 10.500 giri/minuto, cioè 133 Cv/litro. E si arrivava ai 220 Cv a 12.000 girl con il 12 cilindri orizzontali da un litro e mezzo del 1964, progenitore dei moderni propulsori di questo tipo della Ferrari. In quel motore la potenza specifica superava 1147 Cv/litra. Per le vetture sport stra¬ dali come la leggendaria tTestarossa 250» del 1958 prima, poi la «Gto» del '64 e finalmente le 'Dino» da 1,6 ,e 2 litri del '65 la potenza specifica toccava i 100 Cv/litro. Era unaevoluzione che consentiva di aumentare la'potetUsit'conservando l'affidabilità, che è sempre stato il punto di forza Ferrari. Ma era nei motori di F.1 aspirati e con alimentazione a benzina che il progresso tecnico permetteva di compiere miracoli: Il tipo •312' del 1966 sviluppava 375 Cv, ossia 125 Cv/litro; nel 1967 la potenza saliva a 130 Cv/litro ed un anno dopo raggiungeva i 140. Con il 12 cilindri tipo '312 B», cioè a cilindri orizsontali, si toccavano nel '71 i 156 Cv/litro e nella fase finale del suo impiego, prima di passare al Turbo, i 170 Cv/litro. Una potenza che trentanni prima si riusciva ad ottenere con motori dotati di compressore Il Turbo è storia recente ed entusiasmante. Partendo da valori di potenza specifica doppi di quelli dei motori aspirati nel 1978 (si ottenevano gli stessi cavalli complessivi da un tre litri1 aspirato come da un litro e mezzo turbo), la Ferrari raggiungeva rapidamente i 380 Cv/litro sia con il doppio turbo che con il dispositivo Comprex (1980) poi i 400 Cv/litro con la versione .126/C3» (1983) ed i 440 nel 1984. Attualmente la potenza dichiarata è di almeno 500 Cv/litro con punte assai più elevate durante le prove di qualificazione e non pare si sia raggiunto il limite. Questo progresso è tanto più ragguardevole se si tien conto che durante questi anni il peso del motore è continuamente diminuito. Gianni Rogllatti

Persone citate: Lampredi

Luoghi citati: Maranello