Pannella denuncia i magistrati ma le lettere non sono sparite

Pannella denuncia i magistrati ma le lettere non sona sparite Processo Tortora: le scrisse la donna di Cutolo a Barra, sono agli atti Pannella denuncia i magistrati ma le lettere non sona sparite NAPOLI — Notizia che arriva da lontano, da Roma e dalle telescriventi dell'agenzia Ansa. Marco Pannella, In nome e per conto del partito radicale, denuncia all'ufficio di polizia di Montecitorio 1 magistrati napoletani. Invia la denuncia, nel pomeriglo di ièri, alla Procura generale di Napoli. Non hanno allegato agli atti del processo — incauti, se non peggio — quelle lettere che Nadia Marzano ha scritto a Pasquale Barra. Barra, «'o animale», è il «pentito» che accusa Enzo Tortora: «fn cosa della Marzano è stato affiliato alla Camorra presente Raffaele Cutolo». Lettere sparite. Non v'è traccia negli atti del processo. L'avvocato Domenico Ci-, ruzzi, difensore di Nadia Marzano, mercoledì l'aveva ripetuto. «Non esistono, nel fascicolo personale della mia assistita!». Verissimo, aveva ammesso 11 giudice a latere Flore. Verissimo perché, quelle lettere, non sono nel «fascicolo personale», bensì, come in qualsivoglia processo penale, negli atti, nei voluminosi, soprattutto in questo, caso, fascicolonl dell'Istruttoria. Ma la notizia romana arriva all'Improvviso, mentre la parola è all'avvocato Attillo Baccloli. Questa volta perfino gli addetti ai lavori di «Radio Radicale» si mettono in angolo. Con «scuorno», come si dice a Napoli e come può capitare — infortunio — a tutti. La notizia è una bubbola, le lettere sparite non sono sparite. •Le volete vedere, le volete leggere?», domanda Luigi Sansone, il presidente del Tribunale, mentre s'Incammina verso la stanzetta della Camera di consiglio, per la pausa del caffè. Lettere che, davvero, sono agli atti. Agli atti, non nel fascicolo personale. I radicali, a questo punto, corrono ai ripari. La denuncia, comunque, arriva nel pomeriggio alla Procura generale di Napoli. Corredata dalla registrazione delle argomentazioni dell'avvocato Ciruzzi, da quella dell'avvocato Raffaele Della Valle, primo difensore di Enzo Tortora, e dal «Libro bianco» del partito dell'imputato più conosciuto. Mossa in realtà sbagliata, secondo la cronaca del processo. I radicali hanno forse equivocato. L'avvocato che difende può dir quel che vuole, come pure il pm (• Tortora é sfato eletto con l voti dei camorristi», ha sostenuto): ma non è propriamente Vangelo. Oggi, se non mancherà tempo — e se verrà in aula —, Tortora potrà ascoltare la parola del suo ultimo difensore, l'avvocato Alberto Dall'Ora. Prima di Dall'Ora Vincenzo Siniscalchi, che si cura del cantautore Franco Cantano ('Io sarò in aula», ha fatto sapere). L'attesa, ovviamente, è per Dall'Ora e Tortora. Signori, in questo caso, In queste giorno, dell'udienza e del processo. Sempre se, dopo Siniscalchi, l'avvocato Dall'Ora abbia tempo per 11 suo Intervento. Altrimenti — s'è scritto ieri — a lunedi prossimo. L'attesa, per l'intervento di Dall'Ora, è notevole. Soprattutto tra gli avvocati napoletani. A lui, avvocato di grido e fama, tocca l'ultima parola In difesa di Tortora. Come sempre si è registrato dall' aula e da fuori, se Tortora viene assolto crolla la credibilità del «pentiti». Perché un Giovanni Pandico, o un Pasquale Barra, sono credibili quando accusano un Cacace o un Esposito qualsiasi e non quando accusano Tortora? O. viceversa? 'Nulla», secondo l'avvocato Giovanni Falci. Eccolo, In aula, scippare qualche secondo all'avvocato Attillo Baccloli. Per denunciare, e far mettere agli atti, una lettera scritta proprio da un «pentito» e proprio ad un suo assistito, Antonio Proclda. 'Dalla Camorra — scrive il ''pentito" Pasquale D'Amico — hai avuto solo del male pur sapendo che Pandico su di te e tanti altri ha detto uh sacco di fesserie. Comunque tutti i nodi verranno al pettine, in vita mia persone viscide come Pandico non ne ho mai conosciute. Un mitomane bugiar- *>*• Giovanni Cerniti

Luoghi citati: Napoli, Roma