La Còte d'Azur lancia la sfida a Las Vegas

La Còte d'Azur lancia la sfida a Las Vegas Il «Cesar», miliardari libanesi e forse Khashoggi vogliono ridare splendore ai casinò La Còte d'Azur lancia la sfida a Las Vegas «Operazione Nassau» a Antibes, Cannes punta sulla ripresa del «Palais» - In aumento il turismo americano DAL NOSTRO INVIATO CANNES — Con i petrodollari libanesi, arabi e americani la Costa Azzurra si appresta a cambiare volto e a lanciare la sfida del secolo a Las Vegas e ai casinò di tutto il mondo. Per quelli italiani, in particolare Sanremo, si annunciano tempi ancora plit duri. Il sindaco di Antibes, senatore Pierre Merli, non fa più mistero di un ambizioso progetto da un miliardo di franchi (oltre 200 miliardi di lire): trasformare la sua città nella -Nassau del Mediterraneo». La capitale delle Bahamas, si sa, è il paradiso del nuovi ricchi della terra con il demone dell'azzardo e la frenesia della roulette. Il sindaco di Cannes, madame Anne-Marie Dupuy, nel solco della «trasformazione delle vecchie e tradizionali case da gioco del Midi» e della nascita di nuovi casinò all'americana, quasi contemporaneamente ha annunciato un rilancio in grande stile del •Palais». I capitali per entrambe le operazioni saranno quasi interamente stranieri. Libanesi per Cannes, americani e di alcuni sceiccati per Juan-les-Pins. Gli yachtmen che quest'estate hanno gettato l'ancora nel porto di Vauban (Antibes) ritengono che il senatore Merli avrebbe tra i sostenitori addirittura Adnan Khashoggi. Non a caso il ricchissimo uomo d'affari saudita alla vigilia di ferragosto sarebbe stato nominato cittadino onorario di Antibes. Nella città del jazz, l'.operazione Nassau» sarebbe pilotata dal gruppo finanziario americano •Cesar International» che a Las Vegas e a Reno amministra catene d'alberghi e case da gioco. Tre le molle del suo sbarco sulla Costa Azzurra: il successo della società tedesco-americana Loew's (che ha costruito dieci anni fa l'omonimo casino a Montecarlo e nel 1982 un secondo a Mandeleieu); il boom sempre cre¬ scente del turismo americano e la presenza massiccia a Juan-les-Pins di miliardari del Medio Oriente. Vale per tutti l'esemplo del re Fahd d'Arabia. Il suo faraonico yacht di 147 metri, •Abdulaie», è sempre ancorato a Vauban o a Oolfe-Juan, davanti allo •chateau de l'Horlzon», la stupenda villa che fu dell'Ago Khan Ali. Alla 'Cesar International» mancano però ancora le autorizzazioni. Il capitale (oltre 240 miliardi di lire), l'area e il progetto invece sono già pronti. Per Cannes il discorso è diverso. Da qualche tempo il suo casino, dopo gli splendori degli Anni Settanta quando incassando anche 57 milioni di franchi era diventato il terzo di Francia, naviga in un mare di problemi. Lucien Barrtère, presidente della società che gestisce la casa da gioco (e che controlla 7 casinò francesi, altrettanti alberghi di lusso, impianti sportivi ed agenzie immobiliari ad Antibes, La Baule e a Deauville) per superare l'empasse finanziario ha lanciato un S.o.S. Ha trovato soci e nuovi capitali nei fratelli libanesi Nasser e Mounir El Débs, ricchissimi uomini d'affari trasferitisi da tempo sulla Costa Az¬ zurra. I due libanesi, che nel passato hanno gestito le roulettes di Teheran e Beirut, per rilanciare il casinò di Cannes hanno un piano preciso. Avuti già i permessi del Comune, attendono ora quelli del ministro dell'Interno. Poi, con 10 milioni di franchi (quasi 2 miliardi e mezzo di lire) rimpingueranno I fondi del casinò e con altri 10-15 milionidl franchi rinnoveranno le sale da gioco del -Palais-. Per incrementare gli introiti e superare l'attuale crisi Nasser e Mounir El Debs hanno deciso di affidarsi a metodi commerciali tipici dei casinò di Las Vegas. L'obiettivo' è chiaro: sviluppando soprattutto i giochi americani (craps, block-jack) e allargando al massimo la base della clientela al mercato emergente degli Stati Uniti e del Medio Oriente, riportare in due anni il casinò di Cannes al primi posti nella classifica delle case da gioco di Francia. Roberto Basso