Dagli Usa, dimenticando Balanchine

Dagli Usa, dimenticando Balanchine Finale a Taormina Arte con il New York City Ballet in formato ridotto Dagli Usa, dimenticando Balanchine Il celebre gruppo diretto ora da Martins in un momento delicato dopo la morte del suo «demiurgo» • Il fascino della Watts TAORMINA — Finale tutto americano per Taormina Arte. Dopo Murray Louis e l'orchestra di Washington (Rostropovlc ha concesso come ultimo bis una pagina del balletto «Romeo e Giulietta» di Prokofiev) ecco il prestigioso New York City Ballet nelle ultime due serate al Teatro Antico. Per la verità non abbiamo visto l'intera prestigiosa compagnia, che manca dall'Italia da trent'annl, ma soltanto un gruppo di tredici solisti e •principato» sugli ottanta elementi che conta 11 complesso. L'esiguità dell'organico ha influito purtroppo anche sulla scelta del repertorio ed ha portato all'aberrazione di presentare frammenti di creazioni come mAgon» e •/ quattro temperamenti: rispettivamente su musica di StravlnskiJ e Hindemlth. La grande eredita di Balanchine è stata esemplata ampiamente dal punto di vista numerico (undici titoli in due serate), ma non sempre in misura significativa, se si eccettua quell'immenso capolavoro in costante crescita che è •Apollon Musagète» eseguito integralmente. Evidentemente il New York City Ballet si trova ad un passaggio delicato dopo la morte del suo demiurgo George Balanchine. Il suo successore Peter Martins ha promesso di conservare il prezioso patrimonio artistico del maestro, ma la conserva¬ zione postula anche una selezione di quanto di più vitale ci ha lasciato il grande creatore. E non 6 questo 11 caso di »Who cares?., un datatlsslmo divertissement su musica di Gershwln, oggi impossibile, da riproporre dopo le operazioni condotte sul musical da Bob Fosse e compagnia. Il collage di canzoni gershwlnlane orchestrate da Hershy Kal, è risultato comunque molto gradito al grandissimo pubblico che ha gremito 11 classico teatro, ma la memoria di Balanchine non ne resta edificata, cosi come accade nella oleografica •Tarantella» su una insignificante musichetta di Gottschalk. Entrambi 1 balletti sono afflitti anche da sciagurati costumi a lustrini di Karlnska, oggi decisamente insopportabili. Heather Watts, leader del gruppo venuta a Taormina in esclusiva per l'Italia, e forse l'unica legittima appartenente alla generazione di danzatrici scelte da Bianchine In persona, prima dell'avvento del giovani che hanno provveduto ai ricambi del complesso. E' una ballerina dotata di fascino e di temperamento, anche se non arriva al livello di Suzanne Farrell e delle favolose stelle precedenti della compagnia. E' piaciuta nel due «pas de deux» da » Schiaccianoci» e di •Rubies» tratto dal balletto *Juwels» su musica di Stra¬ vlnskiJ. In questi duetti era accanto rispettivamente ai «principato» Sean Lavery e Jock Boto. Come porteur abbiamo preferito 11 secondo, a dispetto del fisico aitante di Lavery che stranamente possiede molte caratteristiche analoghe a Martins, di cui vediamo nella compagnia il giovane figlio Nllas. Tra gli altri giovani dei complesso non ancora insigniti da titoli gerarchici, ci sembra di dover segnalare l'elegantissima Melinda Roy e lo scattante Peter Boal. La prima si è segnalata in » Allegro brillante», che Balanchine riteneva una sintesi di tutto il balletto accademico concentrata'in tredici minuti. Boal ha danzato nella 'Tarantella» e in altre cose. Nella seconda serata si è avuta anche l'unica creazione di Martins •Calcium tight night; su musica di Charles Ives, in omaggio ad un compositore americano oggi sempre più riscoperto. Vedendola è facile intuire che il distacco da Balanchine sia già In atto, come appare fatale ed Inevitabile. La pura geometria del grande maestro è già incrinata da nuove inquietudini. Forse «mister B.» pensava che Martins, provenendo dalla più antica scuola accademica oggi operante come quella danese, potesse conservare il 6U0 sogno classico per l'eternità. Ma evidentemente era un'utopia impossibile. Luigi Rossi Heather Watts prima ballerina e leader del New York City Ballet

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