Si può chiudere senza Lucchini?

Si può chiudere senza Lucchini? Si può chiudere senza Lucchini? Confapi dice si; Intersind e Asap no ROMA — La Confapi oggi, l'Intersind e l'Asap martedì della prossima settimana) cominciano la trattativa con Cgll-Clsl-Ull per la contingenza e l'orarlo. Sono le tre organizzazioni Industriali che pagano 1 punti di contingenza scattati con 1 «decimali» (quattro punti); la Confindustria che non II paga «resta fuori» per scelta del sindacato. Quali sono le prospettive di questo negoziato senza le 100 mila aziende della Confindustria con oltre 4 milioni di dipendenti? La Confapi (30 mila imprese private piccole e medie con un milione di lavoratori) ritiene che si possa arrivare alla conclusione anche senza Confindustria; l'Intersind (200 grandi aziende pubbliche con 500 mila dipendenti) spera che ad un certo punto si riesca ad agganciare anche la Confindustria; l'Asap (in pratica la sola Eni con 120 mila lavoratori) esclude qualsiasi accordo sulla testa della Confindustria. Oiannantonio Vaccaro, presidente della Confapi, è perentorio: «Noi intendiamo trattare indipendentemente da altri fronti. Se si verificheranno le condizioni necessarie noi firmeremo: Poi aggiunge: •Personalmente tuttavia credo poco che si possa arrivare senza la Confindustria». Vaccaro ricorda con compiacimento che -la piattaforma unitaria del sindacato per la scala mobile indica le cifre proposte dalla Confapi in maggio: le prime 600 mila lire indicizzate al 100 per cento e il resto al 30 per cento: Le differenze sono due: la Confapi ritiene che le 600 mila di base debbano restare ferme per tre anni (il sindacato vuole aggiornarle di anno in anno) e chiede lo slittamento dei contratti per un anno. Le 600 mila indicate a .maggio adessos.pec4a,Confapi, non v^riò piacene ' «non siamo più! disposti a darle». Vaccaro non esita a spiegare in modo chiaro questo cambiamento di opinione: «Le condizioni dopo la sconfitta comunista al referendum sono cambiate. Lei mi domanda se la nostra era la classica "carota" per contribuire alla vittoria del no. Si potrebbe anche vedere così, però il nostro ragionamento è più sofisticato: la vittoria del no ha dimostrato che ha vinto la volontà di risanare e rilanciare l'economia». Agostino Paci, presidente dell'Intersind, appena rientrato da un viaggio nella «mitica California» giudica «deprimente» ritrovarsi alle prese con i «decimali». Definisce 'troppo cara» la piattaforma sinda¬ cale anche se riconosce che si muove nella direzione giusta •riduzione delle indicizzazioni, spazio alla professionalità eccetera». «La piattaforma com'è — prosegue Paci — esce dai tassi programmati di inflazione; anche da quelli reali che quest'anno e Vanno prossimo saranno più alti di quelli programmati dal governo». Circa la trattativa senza Confindustria, il presidente dell'Intersind afferma: 'Anche se per un certo periodo si possono immaginare percorsi differenti tra Intersind e Confindustria, mi sembra inevitabile che alla fine il "punto di caduta" dovrà essere uguale perché le nostre aziende sono concorrenziali con quelle private». Benedetto De Cesaris, presidente dell'Asap, è esplicito; -Abbiamo conferemo al sindacatola nostra disponìbiìiii ' àW'irà'itativa perché è interesse, comune che si ristabiliscano buone relazioni industriali. Credo anche che si possa arrivare a qualche conclusione su punti specifici. In questo momento però mi sembra di poter escludere che si possa trovare una soluzione generale da soli». De Cesaris sottolinea le condizioni particolari dell'Asap: «JVoi — spiega— in pratica rappresentiamo la sola Eni. Nell'Eni il costo del lavoro, grazie al giganteschi investimenti, incide soltanto per il 9-10 per cento. Però non potremmo certo avventurarci a creare al tavolo della trattativa situazioni non sostenibili dal resto delle industrie italiane». Sergio Devecchi Agostino Paci

Persone citate: Agostino Paci, Benedetto De Cesaris, De Cesaris, Lucchini, Paci, Sergio Devecchi, Vaccaro

Luoghi citati: California, Roma