Eleganti follie di Bruschino ritrovato

Eleganti follie di Bruschino ritrovato A PESARO, IN EDIZIONE CRITICA, LA FARSA DEL VENTUNENNE ROSSINI Eleganti follie di Bruschino ritrovato PESARO — Dopo 11 grande successo del Maometto II, il Rossini Opera Festival ha presentato l'altra sera all'Auditorium Pedrotti un vivacissimo allestimento de // signor Bruschino nella edizione critica approntata dal compianto Arrigo Oazzantga per la Fondazione Rossini in collaborazione con l'editore Ricordi. Affidandone la regia a un profondo conoscitore dell'opera buffa come Roberto De Simone, il festival ha garantito opportunamente due elementi fondamentali per l'esecuzione di questa breve farsa In un atto, composta da Rossini nel 1813 per 11 teatro San Molsé di Venezia, poco prima del Tancredi e dell'Italiana in Algeri: da un lato una carica di scoppiettante comicità, dall'altro una cifra di elegante stilizzazione che impedisce qualsiasi caduta nella buffoneria grossolana e gratuita. De Simone ha plasmato 1 cantanti con grande bravura, trovando in ciascuno di essi una profonda comprensione del suol intenti di rappresentazione comico-burlesca. Difficile trovare un Bruschino più spiritoso di Claudio Desderi che ha messo in gioco una vocalità molto duttile, insieme corposa e croccante, specie nella leggerezza cui è chiamato a dipanare 11 basso nei magistrali concertati a più voci; come pure bravissimo è parso Alessandro Corbelli, un Gaudenzio perfettamente In grado di illuminare quel fondo di verità, profondamente umana, che Rossini sa cogliere nelle trame della buffoneria apparentemente più Ubera e incondizionata: 11 senso, espresso nell'aria -Nel teatro del gran mondo; di una filosofia saggiamente epicurea che consiste nel godere di quello che la vita ci offre, senza affannarsi nella tormentosa ricerca dell'impossibile. Nella Pietra del paragone e nelle cinque farse del 1810-13 (La cambiale di matrimonio,L'inganno felice, La scala di seta. L'occasione fa il ladro e 11 Bruschino) il giovanissimo compositore aveva già messo a punto quella violone del mondo che caratterizzerà tutta la sua grande produzione futura dell'opera buffa e quel vocabolario Hnconfondi- bile cui imprimerà una carata terlzzazlone stilistica (specie melodica) sempre più personale: 11 ritmo come mimesi di una risata scrosciante, 11 gusto per la concretezza del suono e perfino del rumore (nella ouverture del Bruschino è rimasto famoso l'effetto ottenuto battendo gli archetti sui leggìi), l'acrobazia canora come esplosione vitallstica, il gioco a rimpiattino tra' canto e orchestra. Proprio quest'ultimo è stato messo in evidenza visiva da De Simone che ha piazzato l'orchestra lungo una gradinata costruita sul palcoscenico, al centro e in fondo alla quale si svolgeva l'azione, garbatamente inquadrata dalla scena unica di Enrico Job. Pure Improntata al gioco era la direzione di Gianluigi Gelmetti che ha condotto l'European Festival Orchestra a esiti di spiritosa leggerezza. Ne sono stati felicemente coinvolti gli altri cantanti, specie Daniela Dessi, spigliata e aggraziata Sofia, e 11 tenore Raul Gimenez, cui toccava il compito di rendere il personaggio forse più difficile di Fior-ville, sempre in bilico tra serietà sentimentale e gusto malizioso della burla e del travestimento. Nelle parti minori c'erano. Vito Gobbi (Bruschino figlio). Michele Fan-uggia nel personaggio del commissario cui l'edizione critica ha restituito la voce originaria del tenore, Bruno Praticò (Filiberto) e Francesca Castelli (Marianna). Lo spettacolo ha avuto un esito lietissima confermando la vitalità del Rossini Opera Festival e il ruolo insostituibile che va assumendo nella cultura musicale italiana per felice equilibrio tra le ragioni filologiche della fedeltà al testi e la necessità di far rivivere le opere di Rossini senza pedanterie antiquarie, ma in perfetta armonia con il gusto più moderna Paolo Gallarati S v V. Comucdni: «Ritratto giovanile di Rossini» (Museo della Scala)

Luoghi citati: Algeri, Pesaro, Sofia, Venezia