La vera rassegna Disney è nel ricordo
La vera rassegna Disney è nel ricordo Delusione per r«Omaggio» veneziano, lacunoso e mal organizzato La vera rassegna Disney è nel ricordo VENEZIA — Incredibile, o meglio — per dirla con un personaggio molto simpatico del bestiàrio dimenano, un vecchio stupefatto scoiattolo — «imposslble, really Impossiblel». Credo sia la prima volta che una retrospettiva veneziana faccia acqua da tutte le parti: male organizzata, male presentata, lacunosa, scorretta. Quello che doveva essere un •Tutto Disney' e coprire un paio di mesi di proiezioni, dandoci la rassegna completa della produzione disneyana, si è rivelato un mediocre e del tutto inutile •Omaggio a Walt Disney: Si conoscono le ragioni del •ripiegamento strategico:' le insormontabili difficoltà opposte dalla casa produttrice, che ha voluto scegliere essa stessa i film, negando ogni ragionevole ricerca e selezione del materiale in loco. Ma allora, perché volere a tutti i costi organizzare una retrospettiva disneyana? Perché subire l'imposizione americana e accontentarsi, come furbescamente è detto nel catalogo della manifestazione, di mo¬ strare «Disney visto dalla Disney» secondo una prospettiva definita «affascinante»? Dove stia il fascino di questa bassa operazione commerciale non l'ho ben capitò. Ma poiché la Rai ha acquistato buona parte del catalogo della Disney, avremo nel prossimi anni un'occasione migliore per rivedere e ristudiare la produzione vastissima di un •autore-produttore: che si è ben presto identificato col suo marchio di fabbrica. Non è questa la sede per ripercorrere la carriera di Walt Disney, dal primi mediocri Untativi degli Anni Venti al grandi successi internazionali del decennio successivo. Né è possibile inquadrare la sua opera nella più ampia prospettiva del cinema d'animazione americano dell'epoca o in rapporto sia al cinema hollywoodiano, sia alla società americana degli anni di Roosevelt. Né, d'altronde, i film rivisti a Venezia ce lo consentono. . Sono infatti sempre gli stessi: lo Steamboat Willie del 1928 e The skeleton dance del 1929, Papà Natale del 1932 e I tre porcellini del 1933, La lepre e la tartaruga del1935 e II cugino di campagna del 1936, Il vecchio mulino del 1937 e Biancaneve e 1 sette nani del medesimo anno. In più qualche spezzone di documentari sulla natura. Ventimila leghe sotto 1 mari, e una trentina di altri cortometraggi. Come è possibile, in queste condizioni, rivedere storicamente e criticamente l'opera di Disney e della sua casa di produzione? Come impostare un discorso, anche frammentario, propositivo, che non sia quello che, da un palo di decenni a questa parte, un'ampia e ricca letteratura critica ha sviluppato e approfondito? Cosi ci rimane il ricordo del molti film visti allora e in seguito, nelle poche retrospettive disneyane, nelle mattinate cinematografiche domenicali per bambini. Qui a Venezia sono proprio loro a decretare il successo della manifestazione. Al mattino, in Sala Grande, affollata di bambini e di genitori, pare d'essere tornati al cinema della nostra infanzia. Gianni Dondolino
Persone citate: Disney, Roosevelt, Walt Disney
Luoghi citati: Venezia
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