Vieni a vedere, siamo invasi dai nazisti

Vieni q vedere, siamo invasi dai nazisti A Venezia Speciali il bel film di Elem Klimov «Idi i smotrì»: pagina di storia concitata e simbolica Vieni q vedere, siamo invasi dai nazisti Reazioni polemiche del pubblico a «La vita di scorta» di Piero Vida: vicenda di droga troppo semplicistica e poco realistica VENEZIA — Turbamento del pubblico di Idi 1 smotrl (Vieni a vedere, Venezia Speciali), il bel film diretto dal giurato sovietico Elem Klimov già presentato al Festival di Mosca: raramente si sono viste al cinema immagini più atroci e crudeli di quelle del massacro sadico degli abitanti di un paese della Bielorussia da parte del nazisti, nel racconto dell'invasione tedesca dell'Urss durante la seconda guerra mondiale vissuta da un ragazzino e raccontata nello stile estremo, concitato e simbolico dell'autore. Reazioni polemiche del pubblico a La vita di scorta (Venezia, De Sica) di Piero Vida, 47 anni, veneziano, con Manuela Torri e Jean Boisserx, con la direzione di fotografia di Angelo Bevilacqua. Alcuni spettatori hanno giudicato troppo semplicista e poco realista la vicenda di una ragazza che è dominata, si libera e torna ad essere posseduta dalla droga a seconda delle felicità o infelicità amorose. Ma l'impressione è piuttosto che abbia irritato l'anticonformismo del film che, forse per la prima volta, analizza anche un aspetto di solito ignorato o rimosso della tossicodipendenza: il piacere forte, 11 sollievo, la pace che la droga dà, e che spiega tanti sforzi disperati e abbietti per procurarsela. A.D. aggiornato definitivo con le ultime variazioni (Venezia - De Sica), di Marco Poma, 39 anni, milanese, con musiche di Giorgio Gasllni, è un film di ricerca espressiva e di analisi visiva del design, della poesia, dell'uso della moda e del video: -La fantasclenea è un sogno del passato. Abbandonarla significa acquisire l'uso del nostro tempo con disinvoltura". Un vldeof ilm senza storia e senza schemi, con dialoghi che, nella perdita di senso della parola, diventano suoni frantumati oppure stralunate iterazioni alla Ionescó. Echo Park (Venezia-Giova¬ ni), diretto da Robert Dornhelm, rumeno trentottenne emigrato in Austria e poi a Hollywood, è una mediocre sciocchezza di vita giovanile: protagonista, una strana specie di famiglia pseudoamericana composta da una barista che vuol essere ballerina (Susan Dey), dal suo bambino di otto anni, dal suo pensionante italiano pizzaiolo e musicista (Tom Hulce di Amadeus) innamorato di lei, da un vicino austriaco culturista (Michael Bowen) che vuol diventare Conan. Sono carine certe battute: •Adoro i teleromanzi. Nei te-' leromanzi tutto va sempre storto. E' rilassante^ oppure, dopo una sfilata di aspiranti pensionanti: «Sembra un film di Fellini. No, è più deprimente: sembra un film di Fassbinder: E una torta di compleanno è per esempio fatta cosi: due natiche di pan di Spagna ricoperte di glassa rosa, con una candelina acce¬ sa infilata al centro. 1.1.